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Sonisphere Festival, i Linkin Park chiudono l’edizione italiana del festival

Eccoci a recensire il secondo e conclusivo giorno del Sonisphere Festival che abbiamo approfonditamente trattato già ieri, con l’esibizione degli Iron Maiden e dei Slipknot, fra i molti gruppi esibitisi. Se vi siete persi l’articolo in questione ecco “Sonisphere Festival – Prima Giornata“.

Del Festival e della sua organizzazione abbiamo parlato già ieri, e per questo motivo non ci dilunghiamo molto nello spiegare lo spazio fisico dell’Autodromo di Imola ma proseguiamo nel presentare subito i gruppi presenti.

La scaletta della seconda giornata del Sonisphere Festival è stata la seguente:

  • 10.15-10.40 – RIVAL SONS
  • 11.05-11.30 – KIDS IN GLASS HOUSES
  • 11.55-12.20 – THE DAMNED THINGS
  • 12.45-13.10 – THE DWARVES
  • 13.35-14.05 – FUNERAL FOR A FRIEND
  • 14.30-15.00 – KYUSS LIVES!
  • 15.30-16.00 – GUANO APES
  • 16.30-17.15 – THE CULT
  • 17.45-18.30 – ALTER BRIDGE
  • 19.00-20.00 – SUM 41
  • 20.30-21.30 – MY CHEMICAL ROMANCE
  • 22.00-23.40 – LINKIN PARK

L’apertura dei cancelli avviene alle ore 9.30 e ci sono già molti fan in attesa di entrare nell’Autodromo. Prima di inoltrarci nella descrizione delle band, vogliamo ancora una volta, con molta amarezza, segnalare che l’organizzazione del festival, purtroppo, si è contraddistinta per pochi bagni pubblici e alcuni spazi fin troppo soleggiati e senza neanche un po’ di ombra. Ciò potrebbe essere giustificato da un costo del biglietto più contenuto, invece, ancora una volta il prezzo è fin troppo alto.

Iniziamo a parlare del primo gruppo esibitosi, i californiani Rival Sons che con il suo riccioluto cantante ha prodotto un rock blues che ha stupito i fan ancora in quantità abbastanza bassa, visto l’affluenza poi, pomeridiana. Jay Buchanan, seguito da una prova molto buona del bassista Rubin Everhart ha riuscito bene a tenere il palco e fornire una prova che ha soddisfatto i presenti.

Successivamente è il momento dei Kids In Glass Houses: la temperatura già molto calda scalda ancora di più la band che, a tratti, può dare l’idea di un sound emo ma il rock prodotto dai ragazzi del Galles è molto più complicato e complesso. Sotto il profilo tecnico la band è sembrata piuttosto buona ma il pubblico è ancora freddo e poco ricettivo.

Altra band e altra buona prestazione quella dei The Damned Things che in venticinque minuti confezionano canzoni di repertorio con una prestazione convincente. Di certo, non sono fra i gruppi più attesi di questa giornata ma possono essere una piacevole sorpresa per coloro che, magari, precedentemente non li conoscevano.

Il pubblico, purtroppo, non sembra rispondere pienamente a queste prime band esibitosi sul palco: il frontman dei The Dwarves ha cercato più volte di ironizzare e accendere gli animi con scarsi risultati. La formazione si esibisce come suo solito fra fraseggi e canzoni con un sound rabbioso e diverso da tutto ciò che è stato presentato precedentemente.

E’ il momento dei Funeral For A Friend, forse la prima band più conosciuta della giornata, fino a questo momento, che viene più volte inserita in molti generi musicali: dal rock puro fino all’emo. La temperatura davvero torrida non ha scoraggiato gli amanti della band che proprio sotto il palco saltano e cantano a ritmo. Purtroppo, mettendo a confronto le performance della band in altre esibizioni, ci si accorge che la voce del frontman non è stata ai massimi livelli e anche il sound non è sembrato essere perfettamente aggiustato.

Subito dopo si esibiscono i Kyuss che i molti ricorderanno per l’indimenticato Josh Homme. I Kyuss salgono sul palco in modo alquanto discutibile, supportati da una scenografia inesistente; il pensiero che di certo si sarebbero potuto inventare qualcosa di meglio è ricorrente. Purtroppo alla band Josh Homme manca molto e Bruno Fevery si ritaglia il suo ruolo composto e a tratti anche giusto all’interno delle melodie e del sound del gruppo ma niente a che vedere con il predecessore. Il passato pesa e soffoca una band che forse, prima di esibirsi di nuovo, avrebbe bisogno di ritrovare un’anima nuova e vitale.

Ecco una donna ad animare il palco del Sonisphere: Sandra Nasic si presenta con il suo gruppo, i Guano Apes, con tanto d’occhiali da sole e voce potente. Il nuovo cd presentato dalla band “Bel Air” è stato suonato molto bene, con carica e decisione.

Salto indietro nel passato con i The Cult che hanno riuscito a scrivere un pezzo della storia del rock targata anni ottanta. La band sale sul palco con un suono iniziale tutt’altro che buono ma successivamente il ritmo sembra ritrovare il binario giusto per convincere e l’esperienza si percepisce nell’aria. Ricordiamo fra le altre “The Phoenix“, grande classico che ha reso molto felice i fan. Infine, sul palco, viene invitato anche John Garcia dei Kyuss sulle note di “Love Removal Machine“.

Gli Alter Bridge convincono davvero con un’esibizione entusiasmante e delle canzoni che sembrano suonare perfette per la gioia dei molti fan accorsi per vedere, fra gli altri, il gruppo statunitense. La band è trascinante e confeziona anche una scaletta molto azzeccata per l’evento: fra le molte ricordiamo “Come To Life” e “Find The Real“.

Ecco il momento dei Sum 41 che magari non avranno lo spessore delle band storiche del settore ma di certo sanno come far saltare e divertire i fan. La band è apparsa in linea con le aspettative: è uno dei classici gruppi dove le vie di mezzo non funzionano.

I My Chemical Romance salgono sul palco mandando in visibilio la stragrande maggioranza delle ragazze presenti al festival. Il gruppo dei fan, che segnaliamo essere prettamente femminile, si entusiasma fin dalla prima nota e non è stato raro vedere anche qualche ragazza in lacrime. I brani, di certo, non spiccano per complessità musicale ma la band ha saputo convincere nel suo modo di proporsi teatrale. Inoltre segnaliamo che la band è stata vittima di un brutto episodio con i fan del gruppo successivo, di cui parleremo di seguito.

Ed ecco l’esibizione clou della giornata ossia quella dei Linkin Park che si presentano sul palco con maxischermi e una scenografia piena di luci. Le fan presenti al festival, davvero moltissime e quindi anche qui si segnala un incremento di rocker femminili, accolgono Chester Bennington e soci con lacrime ed urla. La performance sembra essersi snodata nei migliori di moda e si sa, i Linkin Park sul palco non si risparmiano di certo confezionando uno show pieno di grinta e d’energia.

Segnaliamo purtroppo, per dovere di cronaca, un brutto episodio di aggressione di alcuni fan dei Linkin Park a discapito dei My Chemical Romance. Ovviamente, questi episodi di ignoranza pura e di assoluta mancanza di rispetto sono da punire e da bandire. Purtroppo al momento non si sanno ancora molti dettagli a riguardo ma, di certo, non è una bella pubblicità, ancora una volta, per l’Italia.

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