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La musica fa 80 – Nik Kershaw

Signore e signori, benvenuti a quella che ormai è la decima puntata della rubrica “La musica fa 80”. Oggi parleremo di un cantante inglese che ha avuto un enorme successo negli anni ’80 grazie soprattutto ad un … indovinello. Signori, parliamo di Nik Kershaw.

Nik Kershaw nasce a Bristol nel 1958 e si trasferisce nel 1959 ad Ipswich, dove rimarrà per quasi 20 anni e dove l’amico Russell Chesterman, grazie alla sua copia di una Gibson 335, gli farà scoprire la musica rock.
Nik lascia la scuola nel 1976, per meglio dedicarsi alla carriera musicale, e per mantenersi lavora come commesso negli anni che lo portano alla maturità. Nel frattempo continua a suonare la chitarra e a cantare in numerose band underground locali, la più famosa delle quali era una band di jazz/funk/rock chiamata “Fusion“. Quando questa band decide di separarsi nel 1982, Kershaw decide allora di dedicarsi a una carriera da cantautore solista. Comincia ad inviare demo in giro e riceve molte risposte negative, tranne una: quella di un tale “Mickey Modern“, che decide di prenderlo sotto la sua ala e di cercare un contratto per lui. Ed il contratto arriva, firmato nel 1983 con Charlie Eyre, capo della MCA records.

Nik comincia allora il lavoro di produzione del suo primo disco, insieme a Rupert Hine e Peter Collins, il disco “Human Racing” vede la luce nell’estate del 1983. Contemporaneamente nel giugno del 1983 Kershaw sposa la sua fidanzata canadese di lunga data, Sheri, dalla quale ha tre figli.
Il primo singolo, il brano “I Won’t Let the Sun Go Down on Me“, raggiunge la posizione 47 delle classifiche e fa da battistrada al secondo singolo, “Wouldn’t it Be Good“, pubblicato nel Gennaio del 1984: il brano raggiunge il quarto posto nella UK Singles Chart ed ha grande successo in Europa, soprattutto in Germania, Italia, Svizzera e Scandinavia.
Il successo del singolo traina anche il secondo album di Nik, “The riddle“, pubblicato nel marzo del 1984, ed entrambi i dischi ottengono il riconoscimento del disco di platino in molte nazioni.
Nel 1985 pubblica altri tre singoli, “Wide Boy“, “Don Quixote” e “When A Heart Beats” e partecipa al Band Aid.
Il disco successivo, però, “Radio Musicola“, non ottiene il successo sperato e l’album dopo, “The Works” del 1989, si rivela un completo flop. A questo punto Nik decide di sciogliere il suo contratto con la MCA e si concentra sullo scrivere canzoni per gli altri, diventando compositore e arrangiatore per artisti del calibro di Chesney Hawkes, Cliff Richard, Bonnie Tyler, Lulu, Ronan Keating, Jason Donovan, Michael W Smith, Connah Reeves, Nick Carter, The Hollies, Colin Blunstone, Imogen Heap, Archbishop Desmond Tutu, Darius, Gary Barlow and Let Loose.
Di lui si perdono completamente le tracce fino al 1999, quando pubblica l’album “15 minutes“, guidato dal singolo “Somebody Loves You“, che raggiunge la posizione 70 in Gran Bretagna e che lo porta sia ad avere un ottimo consenso da parte della critica sia a collaborare con il gruppo elettronico francese Les Rhytmes Digitales per il brano “Sometimes“, che raggiunge la 56esima posizione nelle classifiche inglesi.
Nello stesso anno Kershaw risale agli onori della cronaca grazie ad un fortunatissimo remix di un suo successo, “The Riddle“, fatto dal DJ italiano Gigi D’Agostino nel 1999 ed inserito nell’album “L’amour toujours”.
L’artista inglese continuerà la sua carriera, pubblicando altri tre album, “To Be Frank” nel 2001, “You’ve Got to Laugh” nel 2006 e “No Frills” nel 2010.
Sono state inoltre pubblicate almeno 5 sue raccolte a partire dal 1991 con “The Collection” e “Wouldn’t it Be Good“, per proseguire con “The Best of Nik Kershaw” nel 1993, “The Essential” nel 2000 e “Then and Now“, raccolta che raggiunge la 182esima posizione nelle classifiche inglesi.
Si è separato dalla moglie nel novembre 2003. Ha anche collaborato con Elton John e con Tony Banks dei Genesis.

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