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Freddie Mercury, “l’uomo che teneva il pubblico nel palmo di una mano”

Buon compleanno a Freddie Mercury che, proprio oggi avrebbe festeggiato sessantacinque anni. Un omaggio al leader dei Queen che ha aperto, musicalmente e non solo, le strade dell’impossibile, ai tempi in cui l’omosessualità ma soprattutto la forza di mostrarsi completamente se stessi, erano del tutto vietati.

Un talento vocale che, anche negli anni successivi alla sua morte non ha avuto eguali, unito ad un amore per il palcoscenico che è rimasto nella storia della musica. Compositore arguto di brani come “Bohemian Rhapsody” e “Killer Queen”, la vita di Freddie Mercury si spense a Londra, in una fredda giornata di novembre; era l’anno 1991. Una personalità forte ma nel contempo eternamente fragile: malato di AIDS e con una broncopolmonite non curata, Freddie Mercury ha lottato per tutta la vita contro fantasmi più o meno reali. Nel corso degli anni seguenti, i concerti di tributo che sono stati organizzati in onore dei Queen ma, soprattutto di Freddie Mercury si sono davvero sprecati.

Freddie Mercury
© Dave Hogan/Getty Images

Considerata una delle più belle voci del rock, Freddie Mercury trascorse l’infanzia a Zanzibar per poi trasferirsi, quando ancora era un bambino, a Bombay. Ottimo velocista nonché amante del disegno, il talento musicale di Freddie Mercury aumentò a dismisura in particolar modo nel pianoforte. La maggior età fu caratterizzata dal trasferimento in Inghilterra dove il talento in erba del futuro cantante dei Queen si materializzò nella stesura di testi per alcune band locali. Insieme a Brian May e Roger Taylor, Mercury formò i Queen che, nell’anno seguente si completò con l’inserimento di John Deacon. Progettatore del logo dei Queen ma anche di molto del successo della formazione, Mercury fu un talento assolutamente in anticipo sui tempi.

Memorabili i numerosi concerti dei Queen che hanno visto l’estro di Mercury materializzarsi in esibizioni teatrali ed ironiche. Più volte Freddie espresse l’idea di voler essere un ponte di comunicazione con il pubblico e soprattutto di realizzare, ogni volta, uno spettacolo assolutamente originale. Si potrebbero analizzare minuziosamente le numerose contraddizioni di Freddie Mercury, a partire dalla sua omosessualità tanto preziosa quanto rinnegata, inizialmente o, ancora, la rinnegazione delle sue origini parsi come Farrokh Bulsara ma, quello che più importa dell’essenza di Freddie Mercury deve essere la musica.

Concludiamo dunque questo omaggio per una delle personalità più importanti del ‘900 ricordando alcuni dei dischi fondamentali del background musicale dei Queen ma, che dovrebbero essere ritenuti patrimonio universale. Ricordiamo gli iniziali “Queen” e “Queen II”” che vogliono spiegare, fin da subito, l’essenza del gruppo inizialmente mostratasi come un prodotto barocco e glam che, deve molto al periodo kitsch di David Bowie. “Queen II”, targato 1974, è una miglioria dei primi Queen che stanno iniziando a farsi conoscere nel mondo ma soprattutto che stanno cercando di trovare la via per arrivare al pubblico. “Sheer Heart Attack” inizia a mostrare il carattere più commerciale del gruppo, quello che si può ballare, ascoltare in macchina o semplicemente che può conquistare grazie proprio alla sua semplice efficacia.

Si giunge poi alla pietra miliare “A Night At The Opera” che si presenta come un prodotto totalmente illuminante della musica attuale di allora. Si ricorda che era solo il 1975 e, forse, il mondo non era ancora preparato ad accogliere una personalità devastante come quella di Freddie Mercury. Il successo della formazione prosegue in un tutto esaurito che fa in modo di equilibrare sempre più il suono della band ma, contemporaneamente aumentare il potere a tratti distruttivo di Freddie Mercury.

© Dave Hogan/Getty Images

Gli ultimi anni ottanta si classificano come un periodio di grande difficoltà per la formazione che vede anche continui ripensamenti da parte di Freddie Mercury. Le apparizioni pubbliche divennero davvero rare e nello showbiz s’inizio a parlare di una possibile malattia del cantante dei Queen. Una carriera solista che culminò nell’annuncio pubblico riguardo alla sua salute; era il 22 novembre 1991.

Due giorni dopo, la vita di Freddie Mercury si spense, all’età di quarantacinque anni. Una delle più belle voci della musica che, come disse David Bowie, suo grande ammiratore “era una spanna sopra tutti. Lui, era l’uomo in grado di tenere il pubblico nel palmo di una mano”.

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