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La cura di Battiato è un Palaisozaki trasformato a balera

L’atmosfera del Palaisozaki la scorsa sera è sembrata la consacrazione della strofa “E gira tutt’intorno la stanza mentre si danza, danza e gira tutt’intorno la stanza mentre si danza” anche se il luogo adibito ad ospitare Franco Battiato nella data conclusiva del tour che l’ha visto protagonista per tutta l’Italia, era ben più grande di una stanza.

Riportare le emozioni di un concerto è sempre impresa ardua, in quanto, il punto di vista di un ascoltatore ha sfaccettature del tutto personali che rendono ogni live interpretabile in modo unico ma, volendo azzardare neanche poi così tanto, non penso possa esistere un parere negativo sull’esibizione del Maestro tenutasi giovedì 15 settembre al Palaisozaki di Torino, adiacente allo Stadio Comunale del capoluogo piemontese.

Franco Battiato Live
Franco Battiato - Up Patriots to Arms!

Franco Battiato dimostra di avere una carriera alle spalle che ben pochi cantautori possono vantare ma, la caratteristica che rende quest’artista, apparentemente così fragile, unico nel panorama italiano è la sua voglia di trovare costantemente nuovi stimoli e, soprattutto immergersi nelle nuove generazioni, senza rimanere ancorato a quella spocchiosa tendenza degli artisti ormai navigati di eleggersi sul gradino più alto del podio.

Il sold out della data conclusiva del tour “Up Patriots to Arms!” è subito visibile: ben prima del concerto il pubblico è già fremente e soprattutto in attesa di potersi godere un’esibizione che, alla luce anche delle ottime recensioni dei live passati, rassicura ad occhi chiusi. Franco Battiato non ha di certo bisogno di alcuna presentazione e, un live del genere ha visto esaurire i biglietti in pochissimi giorni. Grazie al sodalizio con il MiTo e le manifestazioni satellite che si sono aggregate a “Settembre Musica” il prezzo del biglietto era del tutto irrisorio rispetto a concerti dello stesso livello e, questo fattore positivo ha sicuramente incentivato il pubblico, composto da un’eterogeneità davvero incredibile: accanto a giovani che hanno riscoperto la musica cantautorale di qualità, si potevano scorgere intere famiglie con bambini, anche davvero molto piccoli. Lo slogan della serata potrebbe essere “non è mai troppo presto per ascoltare Battiato” e, probabilmente, in quest’affermazione c’è molto più di un fondo di verità.

Alle 21.00 in punto, sul palco, accompagnata al pianoforte dal maestro Giuseppe Barbera, compare Arisa, conosciuta al grande pubblico per il tormentone “Sincerità”. La cantante italiana, evidentemente emozionata, precisa immediatamente di sentirsi un minuscolo pesciolino in un grande oceano e ringrazia in continuazione il pubblico. La breve esibizione, una manciata di canzoni con una rivisitazione interessante di “Kobra” di Donatella Rettore, sembra il preludio azzeccato di una serata che, però, necessita di molto altro per poter accontentare la platea presente.

Al termine dei doverosi applausi ad Arisa, le luci si spengono per accogliere l’unico protagonista della serata: Franco Battiato. Il cantautore siciliano appare, seguito dai musicisti che l’hanno accompagnato durante la tournée, e rivolge un timido sorriso al pubblico che appare già entusiasta di poter essere presenta alla serata. Nessuna presentazione iniziale e tanto meno alcuna parola proferita dal Maestro che, immediatamente attacca con “Up patriots to arms”.

Una canzone che risale a più di trent’anni fa ma che ha il potere di risultare completamente attuale, pregio di gran parte delle canzoni di Battiato. Per capire il profondo live di Torino è necessario immergersi in quella che è la personalità del cantautore italiano, da sempre uno sperimentatore convinto che ha cercato in qualsiasi modo di proporre al pubblico uno spettacolo sempre nuovo e in avanti con i tempi. Quando la musica sembrava non essere abbastanza, Battiato ha ricercato un proprio idillio cinematografico con progetti d’élite ma che gli hanno permesso, ancora una volta, di documentarsi, imparare, ricercare e soprattutto vivere. Un personaggio apparentemente schivo che non è mai comparso in trasmissioni televisive blasonate e, nel corso di più di quarant’anni di carriera ha rilasciato solo qualche intervista ben mirata che è sempre sembrata totalmente gestita da lui stesso e, mai in pugno al giornalista in questione.

Il concerto prosegue in un cammino nel repertorio del cantautore che propone “Povera patria”, “Inneres Auge”, “Un’ altra vita”, “No time No space”, “Summer on a solitary beach”, “Gli uccelli”, “Segnali di vita”, “L’ animale”, “L’ era del cinghiale bianco”, “Tra sesso e castità”, “Shock in my town”, “Auto da fè”, “Il ballo del potere”, “E ti vengo a cercare”, “I treni di Tozeur”, “La stagione dell’amore”, “Voglio vederti danzare”, “Cuccurucucù Paloma”, “Le aquile”, “Prospettiva Nevskj”, “Magic shop”, “Stranizza d’amuri” e l’immancabile “La cura”.

Franco Battiato Live
Franco Battiato - Live | © Danilo Garcia Di Meo

La musica è interrotta solo da piccole pause in cui Franco Battiato presenta il suo accompagnamento musicale. Definire “accompagnamento” i personaggi accanto a lui è sminuivo in quanto emerge fin da subito la grande capacità musicale dei singoli membri: da Carlo Guaitoli al pianoforte, passando per Angelo Privitera alle tastiere e computer, Lorenzo Poli al basso e Giordano Colombo alla batteria. Dietro al cantautore, situato in posizione centrale, vi era il Nuovo Quartetto Italiano composto da Alessandro Simoncini e Luigi Mazza al violino, Demetrio Comuzzi alla viola e Luca Simoncini al violoncello.

Coloro che erano presenti al live, noteranno la mancata menzione di un personaggio davvero molto interessante che, ho lasciato per ultimo proprio per dedicargli uno spazio maggiore: Davide Ferrario. Il chitarrista, magari già conosciuto ai presenti della serata ma, a molti del tutto indifferente, ha colpito immediatamente per la sua grande grinta sul palco e per una seconda voce davvero perfetta. Documentandosi meglio si scopre che Davide Ferrario sta coltivando anche una carriera solista che s’appresta ad esordire proprio a novembre con il disco “F”. Nel suo curriculum, il chitarrista padovano vanta una collaborazione, oltre che con Battiato, anche con Gianna Nannini. Un nome della musica italiana assolutamente da segnarsi perché, ne sentiremo ancora parlare molto presto.

La recensione non può che concludersi con l’immagine finale della serata, con un pubblico totalmente in estasi che è corso dagli spalti per riempire completamente la zona della parterre; i posti numerati sono annegati in una marea di persone che si è accalcata sotto il palco, proprio per ballare e cantare le canzoni conclusive trasformando il luogo in una grande discoteca o, per rimanere in tema Battiato, in una grande balera. Le due facce di una medaglia che corrispondono proprio alla grande versatilità di Franco Battiato che si afferma, indiscutibilmente, come uno degli orgogli italiani.

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