Si concluso con una condanna a 4 anni, il massimo della pena prevista, il processo a carico del Conrad Murray, il medico personale di Michael Jackson che era già stato dichiarato colpevole dalla giuria popolare e che da poco ha potuto conoscere l’effettiva entità della condanna.
La decisione del giudice è arrivata al termine di una lunga udienza in cui la famiglia di Michael Jackson è intervenuta attraverso le parole dell’avvocato Brian Panish, amico di Michael che tra l’altro ha detto:
…i medici che non possono vendere i loro servizi al miglior offerente e mettere da parte il giuramento di Ippocrate di non nuocere ai loro pazienti. Non siamo qui in cerca di vendetta. Non c’è niente che oggi si possa fare per restituirci Michael
In aula il Dottor Conrad Murray, ha ascoltato in silenzio tutte le dichiarizioni e le parole pronunciate dal giudice prima della pronuncia della condanna: il giudice Michael Pastor ha più volte ripetuto parole di rimprovero nei confronti del dottore il cui comportamento è stato definito una “terribile violazione della fiducia”: allo stesso tempo il giudice ha motivato la condanna parlando di e sul clamore suscitato dall’intera vicenda commenta: “Ci sono coloro che credono che il dottor Murray sia un santo. Quelli che credono sia il diavolo. Lui non è ne l’uno ne l’altro. E’ un essere umano”
Il giudice ha ribadito come la colpa del Dott. Murray sia stata quella di aver abbandonato il suo paziente
Il Procuratore David Walgren aveva chiesto al giudice di infliggere il massimo della pena ricordando al giudice che il dottor Murray aveva ripetutamente mentito circa gli eventi che si erano succeduti nel giorno in cui Michael Jackson morì e definendo il trattamento di Conrad Murray un “esperimento farmaceutico”. Sul risarcimento chiesto a favore dei tre figli di Michael Jackson il giudice non ha ancora fissato l’ammontare della somma dei risarcimento annunciando una nuova udienza per il 23 gennaio per sciogliere la riserva.
Idifensori del dottor Murray puntavano ad ottenere per il loro assistito la libertà vigilata.