Continuano le polemiche in casa Sanremo , questo Festival sembra più tormentato che mai. In realtà quelle recentemente sorte non riguardano strettamente la prossima edizione, che prenderà il via il prossimo 14 Febbraio, bensì il meccanismo più generale con cui il Festival della Canzone Italiana è stato organizzato in passato.
A sollevare il polverone stavolta è Tony Pagliuca, ex tastierista del gruppo Le Orme, nato a Venezia alla fine degli anni ’60 ed uno dei maggiori rappresentanti del progressive italiano.
Il musicista, infatti, lo scorso il 1° Febbraio ha postato sulla propria pagina ufficiale Facebook un messaggio molto lungo diretto ad Adriano Celentano. Abbiamo deciso di riportare il testo integrale del post:
Caro Adriano Io sono Tony Pagliuca ex componente del le Orme, dal 1° Gennaio mi è stata tolto il Fondo solidarietà dei soci Siae un mensile di 615 euro era il mio unico sostegno economico sicuro e non so come andrò avanti con moglie insegnante precaria e due figli che studiano, mutuo prima casa ecc. Ma ora non protesto perché mi sento ancora libero e al fianco di tutti coloro che cercano un posto …di lavoro onesto e perché ho fiducia nel futuro e confido nell’operato del presidente del consiglio Mario Monti che mi sembra una persona per bene. Ho pagato ancora a malincuore il canone Rai e mi permetto di dirti che se quest’anno vai a Sanremo cerca di rimanere nel tuo campo quello che ti ha dato il successo e cioè il canto, canta le tue belle canzoni partecipando magari anche tu alla gara. E se invece sentirai il prorompente bisogno di monologare allora raccontala giusta. Racconta che la cultura deve tornare a circolare libera nei suoi spazi e non deve essere mai più in mano alla casta della canzone. Racconta che ciò che si sente in radio e si vede in tv non è il meglio di ciò che la nostra bella Italia produce. Perché gran parte delle programmazioni sono al soldo delle case discografiche e dei grandi management S.p.a. Racconta che nel nostro paese ci sono tanti giovani talenti che non trovano mai spazio e se lo trovano sono spremuti e gettati come limoni. Racconta, se permetti , che il sottoscritto pur avendo scritto delle pagine di musica rock progressive riconosciute in tutto il mondo, per partecipare in gara a Sanremo con il suo gruppo ha dovuto pagare 50 milioni di lire per “ il parrucchiere” mentre tanti altri concorrenti privilegiati non solo non hanno pagato niente ma sono stati loro pagati fior di quattrini per la loro prestazione. Racconta che tanti altri musicisti come il sottoscritto hanno cercato , rinunciando a facili guadagni, di elevarsi all’altezze dei grandi della musica producendo, in proprio, lavori di pregio che non si sentiranno in Rai e non si vedranno in TV a causa dei conduttori corrotti e se le loro opere non saranno conosciute non potranno di conseguenza fare il loro lavoro e cioè i concerti . E e se condurrai più di una serata: Chiedi che Sanremo sia un concorso di giovani che studiano la musica non il cimitero degli elefanti. Chiedi infine di bonificare l’ambiente dagli spacciatori di droga, dai giornalisti corrotti, dai manager evasori e infine la mia preghiera non duettare con Madonna ( il solo nome dovrebbe farti allontanare) e chiedi per Sanremo la benedizione di Benedetto XVI il papa ama la musica , l’Italia e vuole bene a tutti gli artisti. Antonio ( Tony Pagliuca)
Le accuse che Pagliuca lancia all’organizzazione del Festival sono pesantissime: oltre a denunciare il malato meccanismo attuale della musica, che porta allo sfruttamento istantaneo di giovani artisti, mentre gran parte del buono rimane nell’ombra, svela casi di corruzione all’Ariston.
Nel 1987, infatti, Le Orme parteciparono a Sanremo con il brano “Dimmi che cos’è” e Pagliuca rivela che per far ciò, furono costretti a pagare 50 milioni di lire, una cifra esorbitante per l’epoca.
Questa condizione, però, non fu applicata a tutti, perchè molti altri artisti furono invece pagati per la loro prestazione sul palco dell’Ariston.
Non solo, perchè sul sito de Il Corriere del Veneto si legge anche un’ulteriore dichiarazione, lasciata questa volta telefonicamente sempre da Pagliuca.
Parla della prima esperienza de Le Orme al Festival nel 1982 con “Marghera”, titolo prima censurato e poi modificato in “Marinai”. Quell’edizione venne vinta da Riccardo Fogli con “Storie di tutti i giorni”, ma la vittoria era già stata prestabilita. Pagliuca dice:
Quando ho saputo che la vittoria sarebbe andata a Riccardo Fogli non mi sono prestato a quella messa in scena e non sono salito sul palco alla finale per protesta. Quella volta hanno usato una controfigura, hanno messo Roberto Colombo al mio posto inquadrandogli solo le mani. Ma hanno sbagliato: lui aveva la fede e io non ero ancora sposato.
Dichiarazioni forti, pesanti, accuse che ora pesano come macigni sul Festival, inteso come manifestazione in attivo da ben 62 anni.
Pagliuca chiede ad Adriano Celentano di parlare da uomo religioso e di fede, di chiedere la benedizione di Papa Benedetto XVI per questo Sanremo e di denunciare dal palco dell’Ariston tutto il marcio che circonda il mondo della musica e questa kermesse.
Chissà se il Molleggiato seguirà i consigli del collega, in effetti avrebbe tutte le carte per farlo.
In mattinata, infatti, Adriano Celentano ha firmato il contratto della Rai che prevede un compenso di 350 mila euro per l’apparizione in una serata, 700 mila per due apparizioni, 750 mila per tre o più.
Gli viene data libertà di intervenire quando e come ritenga più opportuno, gli interventi non possono essere interrotti se non da specifici obblighi di nero pubblicitario. Non è richiesto che informi in anticipo gli argomenti che tratterà, così da non far intervenire alcun possibile mezzo di “censura”.
Potrebbe farlo davvero, Adriano Celentano, potrebbe seguire le indicazioni di Tony Pagliuca, ma potrebbe anche non voler entrare nel merito della questione.
Chissà, staremo a vedere. Certo che il mistero si infittisce e l’attesa attorno a questa edizione del Festival continua a crescere impaziente.