Si è spenta stanotte, a soli 48 anni, Whitney Houston, una delle voci più belle della musica tra gli anni ’80 e ’90. Lo ha comunicato il suo agente ai media americani.
Dalle informazioni che arrivano dalla CNN, Whitney si trovava insieme a parenti e amici al Beverly Hilton Hotel di Beverly Hills per prendere parte ieri sera ad una serata organizzata a margine dei Grammy Awards che si terranno tra poche ore a Los Angeles. Il corpo, come riferisce la polizia, è stato ritrovato ieri pomeriggio da una persona del suo entourage e dal suo compagno, il cantante Ray-J, che ha chiamato subito i soccorsi ma inutilmente. La cantante è deceduta alle 15.55 ora locale (00.55 di oggi in Italia) e le cause esatte della morte della popstar restano ancora ignote.
La morte della Houston ha il sapore di una tragedia purtroppo attesa, viste le ultime voci che circolavano su di lei, voci che la dipingevano in pessime condizioni, vittima della droga e della depressione.
La sua storia è la parabola di una grandissima artista che per anni è stata ai vertici delle classifiche, amata e venerata da milioni di fan (nella sua breve ha venduto circa 190 milioni di dischi), per poi passare dal paradiso del successo all’inferno della droga e della depressione.
Oltre agli abusi di cocaina, marijuana e psicofarmaci, Whitney Houston ha sofferto moltissimo il fallimento del suo matrimonio con il cantante Bobby Brown, durato dal 1992 al 2006.
Nata nella periferia del New Jersey da un padre militare e una madre Cissy cantante di gospel, Whitney è sempre cresciuta nell’arte e nel canto, visto che era la cugina della star pop Dionne Warwick e la figlioccia della grande Aretha Fraklin.
Whitney ha saputo raggiungere il successo già da molto giovane grazie alla sua voce meravigliosa, intensa e potente, vincendo a soli 22 anni nel 1986 il Grammy e dominando poi per anni la scena musicale con tantissimi successi mondiali e detenendo con Michael Jackson il record dell’artista di colore di maggior successo: con sette singoli consecutivi al numero uno della Billboard Hot 100, ha battuto il record di artisti come Diana Ross e i Beatles.
Per anni Whitney ha avuto dipinto su di sè il ruolo della ragazza d’oro dell’industria discografica e poi anche di quella cinematografica, visto il successo del film “The Bodyguard” con Kevin Costner, la cui colonna sonora ha venduto 45 milioni di copie, ed è stata anche icona di tutta una una generazione di giovani cantanti come Christina Aguilera e Mariah Carey, che ora la piangono.
Da tempo però era caduta in una forte depressione e faceva abuso di cocaina, marijuana e pillole varie da cui sembrava non riuscire a venire fuori. In un’intervista quasi profetica del 2002 disse: “Il più grande demonio sono io. Posso essere il mio miglior amico o il mio nemico peggiore“.
Quel demonio con la voce da angelo stanotte ha preso la sua strada.
Nel momento del dolore, sulla pagina Facebook dell’artista, in migliaia stanno lasciando il proprio messaggio di addio, tra cui anche il cantante Lenny Kravitz: “Withney, riposa in pace, non ci sarà mai più un’altra come te“. Colpisce però quanti messaggi di gente comune stiano riempiendo lo spazio web urlando tutto il proprio dolore per la scomparsa della cantante.
Un altro necrologio famoso viene da Mariah Carey su Twitter: “Ho il cuore spezzato e sono in lacrime per la morte scioccante della mia amica, l’incomparabile Whitney Houston.”
[jwplayer config=”240s” mediaid=”76530″]