La notizia della morte di Lucio Dalla ha lasciato il mondo della musica sconvolto: una morte inattesa che è arrivata come un fulmine a ciel sereno a pochi giorni dall’inizio di un tour che avrebbe portato Dalla in giro per l’Europa. Iniziato con la data del 27 Febbraio a Lucerna la tournée era approdata a Montreaux in Svizzera ieri sera, per quello che è stato l’ultimo live del cantante che tra pochi giorni avrebbe compiuto 69 anni e li avrebbe festeggiati sul palco: i prossimi concerti sarebbero stati quelli di Basilea, Lugano, Ginevra per poi approdare anche in Francia, Belgio, Austria, Lussemburgo e Germania.
Da quando la notizia si è diffusa poco più di due ora fa, naturalmente si sono dffusi messaggio di cordoglio da parte dei fan e dei colleghi che oggi esprimono il loro dolore attraverso i social network, Twitter e Facebook in testa. Tra i primi Lorenzo Jovanotti che ha scritto incredulo: “Oh no, dai no… non ci posso credere, davvero non posso crederci“.
Molti i messaggi dei Negramaro che su Twitter scrivono: “quale allegria”… lucio non c’è più… una tristezza incredibile…“; primo di una serie di tweet in ricordo del cantante bolognese scomparso nella mattinata di oggi, del quale vengono proposti i video di alcuni dei suoi brani: “La sera dei miracoli”, “Telefonami tra vent’anni”, “Futura”, “Piazza Grande“. “Nella sua voce e nei suoi testi ho sempre trovato tutto quello di cui avevo bisogno… l’umanità e l’infinito…”, scrive Giuliano Sangiorgi.
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Non è mancato il messaggio di cordoglio da parte di Eros Ramazzotti che su Lucio Dalla ha detto: “Non potrò mai dimenticare il suo telegramma al mio primo Sanremo, mi scrisse: “Olè”. Fu il primo messaggio e ne fui onorato, ci mancherà tanto la sua genialità, era un grande…”. E nemmeno quello di Eugenio Finardi che con lui è stato tra i protagonisti dell’ultimo Festival di Sanremo.
“Lucio no, proprio non me l’aspettavo! L’avevo visto a Sanremo pochi giorni fa, sempre allegro, con quei suoi occhi da Elfo che sembravano guardarti dentro e sorridere di ciò che vedevano. Sembrava eterno. Lo stesso che clowneggiava con il clarinetto alla Palazzina Liberty di Milano, quando lo vidi per la prima volta mentre cantava “Com’è Profondo Il Mare”, 30 anni fa. Lo stesso che cantava “Paff Bum” con i mitici Yardbirds, guadagnandosi il rispetto e la gratitudine di noi piccoli rocker. Un jazzista inventatosi cantautore trasformato in Pop Star. Mi ha fatto l’onore di suonare in 2 mie canzoni. Un uomo fiero, ironico, molto emiliano. Un grande musicista. Però questa brutta sorpresa non dovevi farcela Lucio! Buon viaggio, salutami Caruso…”- dice Finardi che in sintesi descrive tutta la grandezza di un eccezionale artista qual era Lucio Dalla.
E poi ancora Sal Da Vinci che dice: “La musica italiana ha perso un suo accento. Addio Lucio, sei scomparso e presente” e Giulio Casale che lo ricorda come il genio qual era; “i primi album di Lucio hanno acceso in me il sogno di poter fare lo stesso lavoro d’artigiano” – dice Casale aggiungendo “A tratti Lucio è stato un genio“.
Ornella Vanoni, sempre a mezzo Twitter racconta il dolore per una notizia così tragica e improvvisa: “Una notizia come un fulmine un vuoto al quale non riesco a credere il cuore si rifiuta di soffrire per l’impossibile”; Fiorella Mannoia che affida la tristessa ad un lapidario “Oggi siamo tutti un po’ più soli” e Laura Pausini che vuole ricordare Lucio Dalla con la musica, attraverso l’interpretazione de “L’anno che verrà” che la cantante aveva proposto nel corso del concerto di Gennaio al Palalottomatica di Roma.
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Commosso il ricordo dei Pooh che di Lucio Dalla dicono:
Lucio, perché così lo chiamiamo tutti da sempre, senza bisogno del cognome, è stato amico e fratello di tutti quelli con cui ha lavorato, cantato o anche solo parlato… Sempre uguale a sé stesso, sempre in equilibrio perfetto con una cultura acquisita e inventata strada facendo. Lucio è stato l’esempio più bello di chi ha saputo trasformare con leggerezza il proprio lavoro in un’arte. Lucio, con la sua continua voglia di stupire e la sua involontaria capacità di piacere al mondo!
Mentre Niccolò Agliardi ne ricorda la musica e il genio: “Mio padre a sette anni mi fece ascoltare, durante un viaggio in auto “Ma come fanno i marinai”. Ho capito qualche anno dopo che uno di quei marinai “mascalzoni ed imprudenti con la vita nei calzoni e col destino in mezzo ai denti sotto la luna puttana e il cielo che sorride” era proprio Lucio; e che mi avrebbe insegnato ad amare le parole e a godere della loro leggerezza e della loro profondità. Un giorno gli ho chiesto se avesse idea di dove fossero finiti Anna e Marco. mi ha risposto che non aveva alcuna importanza il luogo, ma mi ha convinto quando mi ha promesso che ovunque fossero, ancora si amavano. Questo ho imparato da lui”.