Dopo la morte di Matteo Armellini, l’impiantista morto a Reggio Calabria mentre stava montando il palco su cui si sarebbe esibita Laura Pausini la sera stessa, le polemiche sulla scarsa sicurezza sul luogo di lavoro in generale, ed in questo ambito in particolare, si sono fatte accese. A tal proposito si è espresso anche Eros Ramazzotti nel corso di un’intervista rilasciata al quotidiano La Repubblica.
Il cantautore romano ha lasciato dichiarazioni molto forti, che si stanno portando dietro ulteriori polemiche, che si vanno così a sommare alle precedenti. Sostiene, infatti, che al Sud le infrastrutture e le location utilizzate per ospitare le tappe dei tour non siano a norma, sicure, quindi ha deciso che non farà più concerti nel Meridione.
Nello specifico, Eros Ramazzotti ha dichiarato:
Amo quei posti e il calore della gente, ma gli spazi per la musica nel sud sono spesso assolutamente inadeguati e il rischio di incidenti aumenta. Matteo Armellini è stato con me in tutti i tour, abbiamo giocato un sacco di volte a pallone nel backstage. Era un bravissimo professionista. In Italia la musica conta troppo poco. Sicuramente meno della squadra di calcio o di basket locale. All’estero è diverso: si va in impianti modernissimi, efficienti e sicuri perchè là si è capito il giro d’affari che i grandi eventi musicali sono in grado di muovere per le città che li ospitano.
Per quanto possa aver ragione sul fatto che l’Italia è un Paese che non investe nella musica e nella cultura in generale, quando invece potrebbe avere un bel ritorno di guadagno, personalmente trovo queste dichiarazioni agghiaccianti per la loro gravità.
Mi viene da ricordare, tra l’altro, ad Eros Ramazzotti che purtroppo pochi mesi fa un incidente simile a quello di Armellini ha causato la morte a Francesco Pinna, ragazzo appena 19enne morto mentre stava montando il palco per il concerto di Jovanotti. Si trovava a Trieste. Più all’opposto del Sud di così non saprei dove andare.
Credo che stiamo parlando di due ambiti differenti seppur legati tra loro: un conto è il livello di adeguatezza alle norme della legge delle location, un altro la messa in sicurezza di coloro che lavorano con quelle strutture metalliche che solitamente sono itineranti e non date in dotazione dall’edificio.
Poco fa Ruggero Pegna, promoter di concerti ed eventi calabresi da oltre 26 anni e consigliere di Assomusica, è intervenuto sulla questione rispondendo alle dichiarazioni di Eros Ramazzotti. Sul sito Strill ha infatti scritto di suo pugno questo intervento:
Ho letto su di un quotidiano nazionale le dichiarazioni di Eros Ramazzotti in cui afferma che da anni non scende al Sud perché mancano spazi adeguati e sicuri, manca professionalità, le costruzioni sono di almeno quarant’anni e mai ammodernate. Da queste parole ho avuto conferma dell’idea che mi sono fatto organizzando concerti da oltre ventisei anni, cioè che alcuni cantanti farebbero bene a limitarsi a cantare per evitare di dire stupidaggini. Le affermazioni di Ramazzotti sono prive di cognizione di causa. Ramazzotti dimostra di ignorare qualsiasi nozione tecnica relativa agli allestimenti di grandi show, palesando anche gravi lacune in merito alle più elementari nozioni di geografia. Trieste, infatti, dove è successo l’analogo incidente appena qualche mese fa, non è al Sud! […] Se questi gound support sono caduti giù in fase di montaggio, probabilmente, vuol dire che hanno dei livelli di rischio e di inaffidabilità tali da indurre a serie riflessioni, innanzitutto ingegneristiche.
Non c’è altro da aggiungere, forse avrebbe dovuto capirlo anche Eros Ramazzotti.