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L’ardore dei Red Hot Chili Peppers anima l’Heineken Jammin Festival

Ieri ha preso il via l’Heineken Jammin Festival con i Red Hot Chili Peppers, Noel Gallagher ed altri artisti che si sono susseguiti sul palco allestito a Rho Fiera, alle porte di Milano. Una giornata molto calda, al di là delle previsioni che segnalavano dei temporali sparsi. Come documentato dalla pagina Facebook dell’Heineken Jammin Festival, tanto verde sintetico ha rivestito una zona fatta di cemento che, per l’occasione, ha tolto le vesti di fiera per diventare un vero e proprio palco a cielo aperto.

Gli apripista sono stati i vincitori del Contest indetto dall’Heineken Jammin Festival che ha permesso e permetterà nel corso di queste giornate alle band ancora emergenti di avere su di sé una notevole attenzione all’interno di una delle kermesse più importanti d’Italia.

Il palco, poi, è stato animato dagli inglesi Enter Shikari che hanno portato sul palco alcuni dei loro successi più noti, fra tutti “Mothership” e With Thermometers”. Momento dedicato al rap, poi, con Pitbull che ha portato sul palco una buona dose di energia non molto apprezzata dai fan presenti già nel primo pomeriggio ma lui ha reagito con una ammirevole dose di ironia.

Flea - Red Hot Chili Peppers
Flea - Red Hot Chili Peppers | © THOMAS SAMSON/AFP/GettyImages

Qualche attimo dopo è giunto il momento di Noel Gallagher con la sua band High Flying Birds che vengono accolti immediatamente con un grande boato da parte del pubblico. Noel propone le canzoni tratte dal suo disco d’esordio che ha ricevuto fin da subito un buon apprezzamento da parte della critica musicale internazionale. Indimenticabile “Don’t look back in anger” che ha strappato un sorriso malinconico; in grande forma è sembrato Noel che ha rilasciato anche un’intervista a Virgin Radio.

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Finalmente, poi, è arrivato il momento dei Red Hot Chili Peppers che si confermano essere una band imperdibile, ancora oggi. Solito look per Kiedis con cappellino e t-shirt prettamente bianca e petto nudo per Flea, abituato ormai da anni a suonare così, quasi sia un vero e proprio marchio di fabbrica. Inutile sottolineare, quasi, che la maggior parte dei presenti si accalca attorno al palco proprio quando è il momento dei Red Hot Chili Peppers. La setlist procede liscia e veloce passando da “Monarchy of Roses” fino a “Can’t Stop” senza dimenticare la nuova “I’m With You”. Non possono mancare i grandi classici come “Scar Tissue” che fin dalle prime note fa saltare e cantare i presenti ma soprattutto l’indimenticabile “Under The Bridge” che trasforma Rho Fiera in una grande e commovente festa di luci. Da sottolineare che i Red Hot Chili Peppers hanno lasciato Rho Fiera chiudendo con un “elogio” verso la musica e verso la necessità di sostenerla dal vivo. Sembra essere davvero un gran momento, questo, per i Red Hot Chili Peppers che, con l’apporto del nuovo chitarrista Josh Klinghoffer sembra si siano “risvegliati” dal torpore degli ultimi anni. La voglia di incendiare, emozionare, far ballare il pubblico, non è mai mancata ad una delle formazioni simbolo degli anni Novanta e Duemila.

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La prima giornata dell’Heineken Jammin Festival è stata archiviata, dunque, con un voto assolutamente positivo. Se con gli Enter Shikari si è respirata l’aria fresca del metal di fattura inglese, da vivere ancora come una scoperta, si è passati poi ai ritmi latini, dance, rap e chi più ne ha più ne metta di Pitbull che ha regalato un breve show, circa mezz’ora. I due grandi cavalli di battaglia, Noel Gallagher e i Red Hot Chili Peppers non hanno di certo deluso, se Noel ha regalato una ora intensa di puro sound inglese, con poche parole e tantissima musica ben pilotata, i Red Hot Chili Peppers hanno convinto le giovani leve nonché i nostalgici dei sound della band. Dimostrano la vitalità di chi ancora non si è stufato di proporre musica, di sfornare dischi, con l’obiettivo finale di incendiare il palco.

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