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Patti Smith celebra la sua messa al Neapolis Festival.

Penultimo giorno di concerti per il Neapolis Festival. Sono attesi domani i Club Dogo e martedì 24 Luglio p.v. Nina Zilli per chiudere con un tocco di femminilità questa 17° edizione del Neapolis Festival che vede quest’anno la joint venture con il Giffoni Film Festival. Una settimana intesa di concerti, incontri, nuove conoscenze, aneddoti, musica e celebrazioni. Si perchè quello di ieri sera non è stato un concerto bensì una vera e propria comunione di anime, un sermone cantato dall’inizio alla fine, un’alchimia che vede fondersi tra loro anima e musica senza che l’una prevarichi l’altra. E la sacerdotessa del rock si concede al pubblico italiano, e il pubblico italiano non si lascia desiderare. E’ presente e non si risparmia, nemmeno su una singola nota. La gioia nei volti delle ragazze presenti in prima fila, qualcuna entra in una dimensione parallela, altre si guardano negli occhi e sperano per davvero che quello non sia un sogno. Che poi se ti svegli rimane solo una velata tristezza. No, Lei balla e canta coinvolge il pubblico padrona del palco con una danza da sciamano che non ha tempo né età; non ha logica bensì auteniticità.

Redbull TourBus - Neapolis Festival @Giffoni Film Festival - Ph. Angelo Moraca

Dopo Pino Daniele, Caparezza e Capone & BungtBangt, Dinosaur Jr. e Il Teatro degli Orrori oggi tocca a Joan as Police Woman e la sacerdotessa del rock Patti Smith, anticipate da I Used to be a Sparrow e Tre Allegri Ragazzi Morti. I cancelli si aprono alle ore 17:00 e gruppi ancora in erba si alternano su un autobus adibito per l’occasione a palcoscenico; lo stage è ricavato sulla tettoia dell’autobus e la gente si ferma curiosa per assistere a queste jam sessions improvvisate ma efficaci. Che oltre agli headliner lo spirito di tale evento risiede nel fatto che giovani talentuosi hanno la possibilità di mettere alla prova le loro capacità, anche quella di non stupire o di destare curiosità. Mentre all’estremità sul palco del Neapolis Festival si esibiscono gli “I Used to be a Sparrow” che intrattengono il pubblico per circa un’ora; 5 ragazzi che si danno da fare tra chitarre basso e batteria mentre il pubblico apprezza la loro esibizione (tra l’altro alla chitarra c’è una ragazzo italiano).

 

Joan as Police Woman - Neapolis Festival @Giffoni Film Festival - Ph. Angelo Moraca

Arriva il turno di “Tre Allegri Ragazzi Morti” (che per l’occasione sono diventati 4) che portano sul palco alcuni dei loro successi ed anche dei pezzi inediti; hanno già suonato in questa location Lunedì scorso ma non hanno timore di mostrare il trasformismo che li contraddistingue: maschere raffiguranti un teschio ed una buona dose di adrenalina. Anche loro per circa un’ora sul palco per lasciare poi il posto a “Joan as Police Woman”. Ecco quello che più colpisce di questa cantautrice americana è lo spessore e la capacità di urlare in modo repentino al termine di ogni canzone. Una decina di pezzi, alternati tra la chitarra e la tastiera con un doppio microfono presente ad ambedue le parti: uno collegato all’impianto audio e l’altro collegato ad una pedaliera capace di distorcere la voce a suo piacimento e secondo l’effeto desiderato. Un’ora abbondante di musica ed una buona dose di energia, considerato anche il tastierista che suona un Rhodes Piano Bass, data l’assenza di un bassista titolare. Il tempo passa così, tra i gruppi che si alternano e la musica il cui eco si sente fin giù alla valle ma è inutile nascondere che le persone che a mano a mano affollano il Campo Sportivo G. Troisi di Giffoni Valle Piana sono lì per assistere ad una messa. La messa che vede come celebrante la sacerdotessa del rock. Alle 22 e 10 entra in scena Lei, Patti Smith, ed il pubblico si lascia andare con una standing ovation; solo dopo averla vista dal vivo ci si accorge del perchè la chiamano sacerdotessa: i suoi concerti sono delle vere e proprie messe cantate!

Patti Smith - Neapolis Festival @Giffoni Film Festival - Ph. Angelo Moraca

Abbigliamento casual e riflettori puntati: prima una Masterclass nella cittadella del Giffoni Film Festival dove ha avuto modo di incontrare i giovani talenti che coltivano il sogno di diventare registi o attori del mondo dello spettacolo, poi passa in primo piano per regalare uno spettacolo autentico ed intenso. Un’ora e trenta di musica, tra vecchi successi e pezzi estratti dall’ultimo album “Banga”. Si comincia con “Ghost Dance” (Easter – 1978), “Dancing Barefoot” (Wave – 1979), “Redondo Beach” (Horses – 1975), “April Fool” (Banga – 2012). Quello che stupisce è che non resta mai ferma sul palco muove la mani come se cercasse il contatto con il pubblico che la guarda con senso di ammirazione ed onnipotenza; il pubblico la vede irragiungibile e non solo per la distanza che separa il palco dalle transenne ma perchè tutti sono consapevoli che la sacerdotessa Patti appartiene ad un’altra generazione, un’altra epoca eppure è così vicina a tutti i presenti, lei che ha conosciuto persone del calibro di Mick Jagger, Jimi Hendrix e Bruce Springsteen giusto per citarne alcuni. Questo velo di mistero ed adorazione avvolge il pubblico in un’estasi e lo catapulta in un’altra dimensione mentre Patti Smith continua a celebrare la sua messa con le sue movenze da sciamano, il jeans, la maglietta grigia con giacca nera e gli stivali.

I pezzi si alternano tra loro con “Gloria” (Horses – 1975) che manda in estasi i presenti e “Because the Night” (Easter – 1978) cantata a squarciagola per intero dal pubblico , imbraccia più volte la chitarra e si unisce ai suoi musicisti: Lenny Kaye alla chitarra, Jay Dee Daugherty alla batteria, Tony Shanahan basso e tastiere e Jackson Smith alla chitarra e messaggi di speranza e conforto stavolta prendono il posto delle parole nelle canzoni; unione e fratellanza, musica ed alchimia, il popolo e Patti Smith. Esce di scena, giusto 5 minuti e rientra per regalare al pubblico il pezzo “Banga” (Banga – 2012) e l’immortale “People Have the Power” (Dream of Life – 1988) che lascia in lacrime i presenti, mentre la sacerdotessa si accinge a lasciare il palcoscenico a questi giovani ancora troppo legati ai miti del passato, a cui però manca solo una scintilla per esplodere. E la sacerdotessa Patti Smith, questa sera ha acceso la meccia.

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