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Il Fieno a MelodicaMente: “La strada è ancora tutta in salita”

Il Fieno è una band molto giovane, nata appena un paio di anni fa, ma che in così poco tempo è già riuscita a ritagliarsi il proprio posto nel difficile panorama della musica italiana. In passato hanno ricevuto l’appoggio di realtà importanti della critica e della stampa, quali MTV e La Repubblica XL, adesso sono pronti a pubblicare il loro secondo EP. “I Bambini Crescono” uscirà il prossimo Gennaio, ma è anticipato in questi giorni dal singolo “Amos (Togli il male come l’Oki)”. Giovani circondati da un successo ed un consenso crescenti, i ragazzi de Il Fieno hanno i piedi ben piantati a terra. Ecco cosa hanno raccontato a noi di MelodicaMente.

Il vostro nuovo singolo, “Amos (Togli il male come l’Oki)”, parla del dolore di una perdita d’amore, un dolore molto diverso da quello fisico e che a differenza di questo non può essere curato con una semplice medicina. Com’è nata questa analogia così particolare?

Gabriele:  “Amos” è una preghiera laica per un ragazzo di vent’anni che sta crescendo, con tutte le difficoltà di quell’età: selvatico e senza punti di riferimento come tutti gli adolescenti, scottato da una storia d’amore finita male, confuso.
E’ uno sguardo affettuoso su una persona a cui voglio bene.
Mi piaceva l’idea di contrapporre la forma-preghiera ad un farmaco di uso comune, perché in teoria entrambe le cose dovrebbero lenire il dolore.
La cosa curiosa è che nella maggior parte dei casi nessuna delle due funziona.

Il Fieno

Il brano anticipa “I Bambini Crescono”, EP che uscirà il prossimo Gennaio. Cosa potete anticiparvi di questo vostro nuovo lavoro.

Gabriele:  Sarà un lavoro vario ma con una direzione ben precisa e focalizzata, sia in termini di liriche che come sound, grazie soprattutto all’apporto di Momo in cabina di regia; Edoardo ed Alessandro non hanno mai suonato in maniera così personale e libera, credo: hanno fatto davvero un gran lavoro, tutti e tre.
Se ha ancora senso parlare di generi, direi che non siamo mai stati così tanto vicini a certa new wave.

A produrre “Amos (Togli il male come l’Oki)” è stato Simone Momo Riva, il vostro batterista. La domanda quindi è duplice: come si è trovato Simone in questa veste? E com’è stato per il resto della band “stare alle sue direttive”?

Edoardo:  E’ stato molto bello, perché tutto si è svolto fin da subito nella più totale fiducia. Momo è modesto e disponibile ma anche assolutamente autorevole: bastano 10 minuti con lui per rendersi conto che sa quello che fa. E’ il re dell’affidabilità e si pone con chiunque alla pari. Quando le premesse sono queste entrare in studio è un piacere inenarrabile, suonare diventa sempre più un piacere e il problema in quel caso non è trovare le idee, ma è tenerle a bada!

Gabriele:  Concordo. Momo da subito ha avuto le idee molto chiare su come sarebbe dovuto suonare il disco, e a conti fatti ha saputo interpretare alla perfezione la direzione che le canzoni avevano bisogno di prendere: credo ne sia venuto fuori un EP da cui ci sentiamo finalmente rappresentati in toto.

Il singolo è stato presentato in esclusiva da XL, estensione musicale mensile di Repubblica, una delle realtà più importanti del settore, ciò manifesta un grande investimento di fiducia. Qual è stata la vostra reazione quando avete appreso la notizia?

Gabriele:  Sorpresa.
E’ stata una bella soddisfazione, dobbiamo anche ringraziare il nostro ufficio stampa: AstarteAgency è appena nata ma questi ragazzi lavorano davvero bene.

Il Fieno è un progetto nato tra Milano e Varese nel 2011, ha ricevuto subito l’appoggio di molti addetti ai lavori, fino ad arrivare ad oggi. Quali sono le difficoltà che un gruppo di giovani ragazzi e musicisti affronta in un simile percorso?

Gabriele:  L’impossibilità materiale di impiegare tutto il proprio tempo nella band, il doversi ritagliare il tempo per prove, concerti e registrazioni dai pochi momenti lasciati liberi dal lavoro, oltre che il dover sostenere ogni costo di tasca propria.
Senza sottovalutare il fatto che quattro persone difficilmente si trovano in sintonia costante sulle scelte artistiche da intraprendere.
A questo proposito, il segreto è non arrivare alle prove armati.

Lo scorso inverno avete tenuto un tour che vi ha portato in giro per l’Italia per un totale di 30 date, un numero davvero alto. Come vi trovate nella dimensione live ed in particolare in quella così particolare di una tournée?

Gabriele:  Il live è la mia dimensione naturale: è il solo momento in cui mi senta davvero, completamente a mio agio. Riguardo alla tournèè le date di cui parli sono state “spalmate” in più mesi, quindi diciamo che non siamo stati gomito a gomito per più di due giorni a fila!

Avete cominciato da poco ed avete già ottenuto ottimi risultati, la strada sembra tutta in discesa. Arrivati a questo punto, quali sono le speranze ed i sogni di Il Fieno? E quali le paure?

Gabriele:  Dobbiamo ancora dimostrare tutto: fare due EP oggi è cosa da tutti, e piacere se fai musica di qualità è cosa tutto sommato normale.
Restare, crescere e migliorarci è quello che vogliamo…e vista così la strada è tutta in salita.

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