Sala Sinopoli. Auditorium Parco della Musica di Roma. Mercoledì 5 Dicembre 2012. Ore 21.15. Queste le coordinate che hanno portato compositori, musicisti, organizzatori e partecipanti alla terza edizione della rassegna di musica contemporanea “100chitarre100”.
Anno 2008: l’idea di portare sul palco un gran numero di allievi (nonchè i migliori) di varie scuole di musica romane, unita all’esigenza di sperimentare in maniera insolita la capacità compositiva e di esecuzione di autori e musicisti, ha fatto sì che l’opera “Allucination City” di Glenn Branca, seguito l’anno successivo dal connazionale Rhys Chatman con l’opera “A Secret Rose”, fanno da preludio all’opera ” Michele Tadini – Stef Burns, K_446 per ensemble di 446 corde” prima assoluta di un progetto tra i più attesi della stagione musicale 2012.
In collaborazione con PercentoMusica, nata dall’idea del compositore italiano di adozione francese Michele Tadini, l’opera “K_446 per ensemble di 446 corde” ha visto come interprete il chitarrista americano di adozione italiana Stef Burns accompagnato sul palco dai guitar leader Luca Nostro, Luca Costantini, Massimo Colagiovanni e Paolo Ceccarelli, il bass leader Giovanni Pallotti e Peppe Marino alla batteria. Insieme hanno solcato il palco con l’Orchestra di Chitarre Frets e PMCE – Parco della Musica Contemporanea Ensemble portando in scena un’opera scelta su tema musicale di Vasco Rossi ideata ed eseguita da ben 446 corde. L’ironica provocazione del K adoperato per catalogare le opere mozartiane, l’idea del compositore Michele Tadini, il talento ed il carisma di Stef Burns, la possenza delle 100 chitarre (per la precisione 80 chitarre, 20 bassi e una batteria) che all’unisono invadono la Sala Sinopoli per la direzione del Maestro Tonino Battista. Un incrocio di destini, una scommessa tramutata in sfida, la standing ovation finale di pubblico e musicisti.
Tra gli esecutori è presente lo stesso Michele Tadini alla chitarra, il primo strumento che lo ha catapultato nella dimensione della scrittura e della composizione di opere musicali. Come spiega lo stesso Tadini:
Molto di K_446 è scritto con lo strumento tra le mani e innumerevoli sono state le ore e le intere giornate passate a suonare e a far nascere direttamente tra le dita, attraverso di esse, la materia prima della scrittura – un tributo alla chitarra, al chitarrismo, e in modo diretto ad un certo rock, complesso, che da ragazzino e non, tanto presente è stato nella mia onnivora esperienza musicale.
Non mancano di certo i riferimenti ed il giusto tributo all’anima rock della serata il chitarrista Stef Burns che, oltre ad aver collaborato al concepimento della partitura, è stato il leader del gruppo per la direzione di Tonino Battista:
Quello che la partitura contiene e che suonerà per mano di un esercito di chitarristi rivela in modo diretto la sua matrice rock, ma le tecniche specifiche di scrittura hanno molto più a che fare con le modalità proprie della musica “contemporanea”. Tutto nasce dallo sviluppo di una sola cellula musicale, una nota e una successione armonica di quattro accordi – un “solo” di Stef Burns, eccezionale solista di questa singolare orchestra, noto come “il solo su una nota sola”.
Riprendendo la citazione, alle 21 e 15 esatte l’esercito di chitarristi mette in moto la macchina del rock: Stef Burns offre l’input l’orchestra risponde ad hoc sotto la direzione di Tonino Battista, l’impatto dei decibel risuona in sala dalle torri poste ai lati del palco e avvolge la platea gremita e la parte centrale della galleria. L’inizio ad effetto viene compensato dalla parte centrale dell’opera che, complice il gioco di luci soffuse, avvolge i presenti catapultandoli a metà tra un sogno ed un giro di accordi. Le partiture a tratti ascendenti a tratti discendenti richiamano il tema musicale di Vasco Rossi, cui fa leva in particolar modo l’interludio della canzone “Siamo Soli”, una jam session improvvisata. Naturalezza è la parola chiave.
Dopo i saluti ed i ringraziamenti di rito, l’abbraccio tra Michele Tadini, Stef Burns e Tonino Battista, la standing ovation di pubblico ed orchestra la serata si chiude sulle note di “Back in Black” degli AC/DC dopo un’ora e venti minuti di musica. Serata unica ed irripetibile.
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