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Marianna Cataldi a MelodicaMente: “La musica è per me linfa vitale”

E’ da poco uscito il suo ultimo album “La forza della passione“, e lei, Marianna Cataldi, si racconta a MelodicaMente parlando del nuovo disco, della genesi dei brani  e di come sia nata la sua passione per la musica, coltivata studiando pianoforte e canto lirico al Conservatorio. Tarantina di nascita e milanese d’adozione, Marianna Cataldi vanta una carriera in cui l’amore per la musica ha trovato terreno fertile in molteplici attività: cantante solista, vocalist nel mondo televisivo e cinematografico, vocal coach in ambito teatrale, grazie alla sua versatile vocalità che le permette di spaziare tra diversi generi musicali, ha potuto cimentarsi nei settori più disparati. Conosciuta anche per essere stata la voce della celebre sigla de “L’isola dei famosi”, nonché interprete di “Riflesso” e “Molto onore ci darai” nel film Disney “Mulan”, la Cataldi è attualmente  al lavoro per il musical “La febbre del sabato sera”, dopo la collaborazione con la Stage Entertainment in “Sister act”.

Marianna Cataldi “La forza della passione” – Artwork

Dall’album, prodotto da Soundiva e distribuito da Halidon, è stato estratto il singolo “Grazie Amore Mio“, attualmente in rotazione radiofonica. Il disco contiene inoltre Morir d’amor”, l’unica versione cantata al mondo della sonata n°14  di Beethoven (“Al chiaro di luna”), rielaborata da Marianna Cataldi per voce e orchestra e 4 rivisitazioni di brani tratti da importanti colonne sonore cinematografiche, una versione live di “I’ te vurria vasà” di Vincenzo Russo e un inedito “Sangue dall’anima”, di cui Marianna è autrice di musica e testo.

Noi l’abbiamo intervistata per conoscerla meglio: ecco cosa ci ha raccontato.

Il 30 Ottobre è uscito “La forza del desiderio”, Suo terzo album. Da “Morir d’amor” ( “Era la sonata che da ragazzina suonavo sempre e ossessivamente, quasi ipnotizzata” – ha detto della traccia) a “Your Love” ( che ha vissuto come una dedica a Sua madre), gran parte dei 10 brani contenuti nel disco sembra avere un unico filo conduttore; ciascuno di essi porta dentro la memoria di un’emozione forte, il ricordo di momenti più o meno belli: è così? Sono pezzi a cui è particolarmente legata e che voluto in questo modo condividere con il pubblico?

Si è proprio così, il filo conduttore è l’amore e nell’amore ho imparato a condividere tutto, mettendo a nudo la mia parte più intima e sincera, quella più fragile. Non ho paura ne vergogna a mostrare il mio dolore perché, anzi, proprio attraverso la musica ho imparato a domarlo, a buttarlo fuori convogliandolo in questa espressione artistica, che considero la mia medicina. Proprio per questo i brani che ho scelto di mettere in questo album dovevano significare qualcosa per me, perchè con il canto non so mentire, riesco a fare solo i brani che mi danno profonde emozioni, attraverso le quali voglio arrivare al cuore delle persone portando loro la melodia, quella combinazione magica di frequenze che hanno la capacità di curare l’anima.

“Grazie Amore mio” è il primo singolo del nuovo disco: com’è stato rielaborare il tema di Love Story?

È la prima traccia dell’album perchè è stato proprio il primo brano che ho registrato di questo album, una delle melodie più conosciute al mondo. La mia è stata una gestazione lunga perchè volevo che in questo brano ci fosse un’interpretazione della struttura e della linea melodica non legata alle precedenti interpretazioni. Volevo uno stile vocale completamente mio, che unisse tutto il mio percorso musicale passando dai vari generi musicali che ho cantato nella mia vita, e che contenesse la leggerezza e l’agilità di un soprano pop con contaminazioni soul, ma anche la drammaticità di un mezzosoprano lirico. Stile che ho poi portato avanti in tutti i temi d’amore contenuti in questo album.

Delle 10 tracce del dico, 3 brani hanno fatto parte della colonna sonora della celebre telenovela “La forza del desiderio” dei quali Lei è interprete originale. C’è un legame particolare nei confronti di questi pezzi?

Si perché la mia vocalità ed il mio mondo sono nati in quell’occasione. Nel 2001 il maestro Chiaravalle mi ha chiamata per interpretare questa sigla che sarebbe andata su Rete4 e non volevano nè una cantante lirica nè una cantante pop, quindi ho potuto sperimentare i miei colori ed i miei stili tutti insieme: una liberazione dell’anima e dei sensi. Eravamo estasiati nel cantare io e lui al pianoforte, tutto era magicamente fuso come se fossero stati scritti per la mia voce, e lì ho trovato la mia strada.

Marianna Cataldi

“Sangue dall’anima”, di cui Lei è autrice, è l’inedito contenuto nel disco appena uscito: come ha lavorato al brano per riuscire a veicolare al meglio le forti emozioni che un pezzo incentrato sul dolore per una perdita o un male subito, inevitabilmente fa nascere?

Credo che sarei impazzita se non avessi scritto questo pezzo. All’inizio era solo per pianoforte, poi pian piano ci ho costruito su l’arrangiamento aggiungendo gli archi e ad un certo punto ho sentito che le note mi chiedevano aiuto, necessitavano di parole per far fluire più velocemente il sangue fuori da questa “emorragia” dell’anima. Le parole sono sgorgate fuori come se mi venissero sussurrate da quella Marianna ferita dentro, umiliata e delusa che cercava di chiedere un perchè ad un male tanto forte quanto inaspettato ricevuto gratuitamente da un grandissimo amore.

Com’è nato l’amore nei confronti della musica classica che ha deciso di coltivare fin da piccola con lo studio del pianoforte e canto lirico?

Se n’è accorto lo zio materno, che da musicista organizzava le feste di piazza per bambini, così a 4 anni sono finita su un palcoscenico a cantare “mamma tutto” dello zecchino, e da allora nn sono più riusciti a farmi scendere dalla nave della musica. Poi ringrazio il maestro Longo del Paisiello di Taranto che mi ha scoperta, e ha voluto fortemente che io entrassi nel suo istituto perché diceva di me: “è un talento naturale”, e così, mi ha permesso di studiare, preparandomi per mesi senza volere una lira dai miei genitori.

La Sua carriera l’ha vista impegnata in diversi campi: dai dischi, alle sigle per la televisione, passando per il lavoro nel mondo del teatro come vocal coach e in quello del cinema ( molti la riconosceranno per aver dato voce alla celebre eroina Disney, Mulan nei brani “Riflesso” e “Molto onore ci darai”). C’è un mondo, tra quelli sperimentati, che sente Le appartenga maggiormente?

Ogni sfaccettatura di questo bellissimo diamante, che è la musica, mi appartiene. Io sono un tipo che si annoia facilmente e che quindi ha sempre bisogno di stimoli e scoperte nuove. Ogni nuova collaborazione è per me una sfida, la musica è per me linfa vitale. Quello che mi da è incommensurabile rispetto alla miseria che le do io in cambio. La musica è il dono che mi ha fatto la vita, sebbene togliendomi molto altro. Ci sono dei vuoti che la musica non potrà mai colmare, ma potrà sempre aiutarmi a sopportarli, in sua compagnia. La musica mi riempirà sempre d’amore e di speranza ed io che cercherò di comunicarlo con i miei saldi valori.

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Spirito pratico e razionale, ama la musica in tutte le sue forme come strada per lasciarsi andare alle emozioni. Condivisione e lavoro di squadra sono le sue parole d'ordine; Lenny Kravitz e Francesco De Gregori il suo debole.
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