Il primo giorno dell’anno 2003 Giorgio Gaber ci abbandonava, e ad oggi, a distanza di dieci anni, è come se non fosse mai andato via, almeno nel ricordo di tutti noi.
Far finta di non aver mai subito una tale perdita è un’illusione, il suo pensiero più unico che raro sembra mancare ancora in questo coro popolare, che tanto rimane radicato al comportamento massivo, vittima della codardia e dell’uniformità di pensiero.
Gaber è stato “l’attore” che non ha mai avuto paura di narrare la realtà, seppur triste e spietata, e non ha mai avuto paura di mostrarsi intellettuale e così magnificamente sapiente.
L’opera di Gaber vive ancora tra noi, e seppur nata con lo scopo di issare le opere di tanti altri dal pensiero affine a quello del Signor G, attualmente sembra essere l’unica.
Ieri 1 Gennaio 2013 più che mai da qualsiasi settore il pensiero è andato a lui, alla sua opera, alla sua generazione e ai suoi monologhi, all’inestimabile patrimonio che ci ha lasciato, con la speranza che qualcuno ne possa fare tesoro o semplicemente attingere per continuare il racconto che lo stesso Gaber aveva cominciato.
Il sindaco di Milano Giuliano Pisapia ha annunciato proprio in questo giorno speciale che il Teatro Lirico, in futura restaurazione, sarà intitolato a Gaber, tanto amato dai cittadini di Milano e ai quali lo stesso cantautore ha dedicato più testi appartenenti alla sua musica.
A pochi mesi fa risale l’uscita del triplo cd “Per Gaber…io ci sono” ad opera di numerosi artisti italiani che hanno partecipato al Festival Teatro Canzone Giorgio Gaber e proprio ieri non sono mancati appuntamenti televisivi per commemorare il decennale della morte di questo grande artista, prime pagine di quotidiani e molto altro.
Inoltre proprio a partire dal 2 Gennaio sarà disponibile “G. Vi racconto Gaber”, libro nato dalle mani di Luporini promosso dalla Fondazione Gaber pubblicato per la Mondadori, grazie al quale anche i più giovani potranno conoscere l’opera di un artista contemporaneo idolo di quei giovani sessantottini.
Un cantastorie, una testimonianza di verità e tanto altro è stato Gaber, che ancora oggi rivive nella realtà di tutti quelli che ne condividono il pensiero e lo stile.
“Ho bisogno di un delirio che sia ancora più forte, ma abbia un senso di vita e non di morte…“.
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