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AREA: il progressive rock al teatro Manzoni di Bologna

Ieri sera abbiamo avuto la possibilità di assistere al ritorno degli AREA sul palco, al teatro Manzoni di Bologna, con un live ricco di nostalgia, ricordi, ma anche tanta innovazione.
Ad aprire lo spettacolo è stato Paolo Tofani, che con la sua inseparabile trikanta veena ha intrattenuto il pubblico sulle note di “Trikanta veena suite“. Tofani ha creato uno strumento particolare e innovativo, dai suoni orientaleggianti, al quale ha addirittura dedicato un intero blog. La trikanta veena è composta da diverse armoniche, nella sua versione elettrica è accompagnata da numerosi effetti, che offrono un risultato curioso e particolare. Si vede chiaramente che Paolo Tofani è riuscito a trovare il suo strumento ideale, proprio come aveva a lungo sognato, perché ogni volta tiene la sua trikanta tra le mani suonandola con una passione quasi tangibile.

Dopo l’esibizione di Tofani, l’apertura del concerto degli AREA è iniziata nel migliore dei modi, con l’ingresso degli altri componenti, Patrizio Fariselli, Ares Tavolazzi e Walter Paoli con “Arbeit macht frei“, uno dei pezzi più conosciuti della band. Gli AREA sono l’emblema del progressive rock degli anni Settanta, uno dei gruppi maggiormente all’avanguardia nel panorama musicale italiano. Sul palco si sente e pesa l’assenza di un frontman come Demetrio Stratos (scomparso ormai nel 1979) ma si percepisce chiaramente che il gruppo ha voluto continuare portare avanti lo show e negli ultimi trent’anni si è fermato, sì, ma mai del tutto. Nel 2011-12 gli AREA hanno ripreso la loro attività live: tre componenti appartengono alla vecchia formazione del gruppo, il batterista Walter Paoli è invece la novità ed è particolarmente bravo.

Ed anche se gli AREA hanno deciso di andare avanti nonostante l’assenza di Demetrio Stratos, lo hanno voluto ricordare con un brano a lui interamente dedicato. Durante tutto lo spettacolo, sono stati numerosi gli “encounters“, soprattutto tra Fariselli e Tofani, dei piccoli duelli musicali che hanno dimostrato ancora una volta quanto questi musicisti abbiano voglia di creare, suonare e di quanto si divertano quando sono sul palco, nonostante decenni di esperienza alle spalle.

Tra gli altri brani, abbiamo ascoltato anche “Sedimentazioni” (uno dei pezzi più particolari, una sintesi degli ultimi trent’anni di carriera degli AREA), “Nervi scoperti” e “Cometa rossa“, uno dei brani meglio riusciti, e ovviamente non poteva mancare “Luglio, agosto e settembre (nero)”, il brano di chiusura è stato “Gioia e rivoluzione“, forse il più conosciuto del gruppo, grazie anche alla rivisitazione degli Afterhours in “Lavorare con lentezza”.

Gli AREA hanno ancora molta voglia di fare e di creare, la loro musica ieri al teatro Manzoni di Bologna ha attirato molti dei loro seguaci del periodo degli esordi, ma c’erano anche tanti giovani, che magari li hanno scoperti solo da poco tempo e che hanno avuto la possibilità di apprezzare il lavoro di squadra, la voglia continua di sperimentare con nuovi suoni e nuovi strumenti, Tofani ne è la prova più concreta. Nonostante gli anni e componenti del gruppo passati, gli AREA sono ancora più che validi, proprio grazie a quella curiosità mantenuta sempre viva, che permette loro di scoprire sempre qualcosa di inedito da condividere con il loro pubblico.

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