Mick Jagger ha fatto, Mick Jagger ha detto, Mick Jagger rockstar a 70 anni suonati. Figlio della classe media, provinciale di nascita, internazionale di adozione, icona longeva del rock dopo 50 anni dalla prima apparizione con i Rolling Stones al Marquee Club di Londra nel Luglio del 1962. Sensualità, creatività, mistero, emblema dell’eccesso, resistenza, sopravvivenza. 3 matrimoni alle spalle con 7 figli al seguito, progetti solisti e supergruppi e i Rolling Stones. Già perchè la sua vita è un eterno ritorno alle radici e a quell’eterna fratellanza costernata da odi et amo con Keith Richards, quella che ha permesso ai due (senza porre in secondo piano Charlie Watts e Ron Wood) di presentarsi sul palco ad Hyde Park e suonare davanti ad una folla interminabile di persone, proprio come fu nel 1969.
La domanda è lecita: “Who’s Mick Jagger?”. I suoi colleghi, magari, ancora se lo chiedono ma è certo che negli anni è diventato simbolo di trasgressione e icona musicale, insomma quello che i giovani definiscono rock. Che analizzando non è poi così riduttivo ma il rock ha mille fattispecie quindi sforziamoci di non rendere la cosa banale. Senza la coppia Jagger-Richards non avremmo avuto successi quali “Satisfaction” e “Brown Sugar” o i più recenti “Anybody Seen My Baby” e “Streets of Love”: anche se la diatriba è ancora in atto (e sempre lo sarà con un certo margine d’azzardo) tra gli Stones e i FabFour, le due fazioni trovano l’unione proprio nella parola rock.
Immaginiamo di vivere in questi anni senza il panorama musicale fosse stato completamente stravolto dai Rolling Stones: per converso, magari è stato proprio quel fenomeno così esplosivo che ha contribuito a buttare giù tutti in questo oblio che sembra non avere fine. E ci possiamo benissimo aggiungere The Doors o Jimi Hendrix e, perchè no, i Led Zeppelin. Inghilterra e America, America e Inghilterra le due patrie in cui i prodromi del rock hanno visto la luce, l’eterno scontro patriottico e generazionale che ha contribuito a segnare un’intera epoca. E gli strascichi si vedono ancora, ci condizionano ancora.
Li prendiamo a campione, così che possiamo definire Mick Jagger un vero fenomano di longevità: magari traballante di cultura, perchè no. L’intergità di Robert Plant dopo lo scioglimento dei Led Zeppelin è davvero encomiabile, rinunciando a carriera e successo solo perchè quella macchina funzionava solo e soltanto con tutti i pilastri. Dall’altra parte The Doors hanno perso il loro perno principale, il frontman, senza il quale (fermo restando la genialità e il talento di Manzarek, Krieger e Densmore) non avrebbero avuto lo stesso successo – azzardiamo. Il discorso non vale, invece, per Jimi Hendrix.
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Voglio dire: il dubbio circa la figura di Mick Jagger trova la sua ragion d’essere proprio in questo. Chissà se la macchina Rolling Stones serve a tirar già palate di soldi o se invece c’è ancora quello spirito e quella voglia di fare musica e di stravolgere gli schemi, elementi tipici che hanno caratterizzato l’itinere musicale delle pietre rotolanti. Tuttavia le parole della coppia Jagger-Richards sono chiare: dobbiamo pensare ai figli. E chi ha avuto la fortuna (e la possibilità) di assistere a uno o alcuni dei recenti concerti ci racconta che quella magia non è sparita. Quindi grazie a Mick Jagger e ai Rolling Stones, perchè resistenza vuol dire (anche) essere rock!