Kurt Cobain è vivo. Nella memoria, nelle canzoni e nell’animo di una generazione che ancora aspetta Godot mentre ascolta “Smells Like Teen Spirit”. Non sarà un suicidio, nè l’ipotesi di complotto, nè la trovata della polizia di Seattle di pubblicare foto inedite del cadavere di Cobain dopo 20 anni, nè un semplice necrologio, tantomeno le continue speculazione di Courtney Love a tener vivo il ricordo: l’apologia del rock vive ancora per opera del giovane Cobain. Sensibilità e fragilità camminano di pari passo, ma l’essenza di Kurt Cobain risiede in una semplice parola: semplicità. Quella semplicità che ha contribuito a crearne un mito.
20 anni senza Kurt Cobain. La sua carriera, quella dei Nirvana da molti considerati “l’ultima vera rivoluzione del rock” e la vita privata. Le dipendenze emotive, l’amore sproporzionato per la figlia Frances Bean e l’affetto per la moglie Courtney, una miscela esplosiva per Kurt Cobain, impreparato (forse) a far fronte alle nuove sfide che l’ultimo decennio del secolo scorso gli ha presentato dinanzi: il successo e il personaggio, la sua vita e la sua persona. E la scelta, un ultimo disperato atto. Per ricordarsi. Di esser vivo. Coraggioso. L’uomo e la rockstar, l’ultima, vera, sospesa tra gli schemi e la rivoluzione. Il grunge. E gli amici.
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La semplicità. Come quella lettera inviata al poeta William Borroughs (http://www.satisfiction.me/16275/) pochi mesi prima che i Nirvana registrassero lo storico concerto “MTV Unplugged” e pochi mesi dopo la pubblicazione dell’album “In Utero”. Non fu suicidio, forse consapevolezza. Il mentore conosceva la sua strada, all’uomo non resta che seguirla. In Kurt Cobain troviamo tutta la gioia di vivere, basta prestare attenzione al suo sguardo durante l’esecuzione di “Smells Like Teen Spirit” in occasione del Festival Reading del 1992. Il sorriso.
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Non basterebbe un trattato per ricordare Kurt Cobain. Figuriamoci analizzare l’impatto che i Nirvana hanno avuto sulla cultura musicale mondiale. La vita, talvolta, la si può cogliere in uno sguardo. Grazie Kurt. Rispetto, sempre.