Campovolo è ormai l’evento in Italia e Ligabue è il protagonista assoluto, senza nulla aggiungere. Campovolo 2015 ne è stata la conferma, con 150.000 amici accorsi a fare gli auguri al rocker di Correggio per i 25 anni dal suo primo album, in quella festa che ha visto esibirsi sullo stesso palco le band storiche (I ClanDestino e La Banda) e quella attuale (Il Gruppo) del Liga, in quello spettacolo che ha visto una dopo l’altra eseguite tutte le canzoni prima dell’album “Ligabue“, poi di “Buon Compleanno Elvis” ed infine del meglio di “Giro del Mondo“.
Così si è vissuta quella location tanto cara al cantante, nell’anniversario del decimo anno dei due mega concerti (Campovolo e Campovolo 2.011) che ormai è diventata un punto di ritrovo per passare insieme una bella giornata e che diventa sempre più una città del divertimento e della memoria, con la Liga Street percorsa dai fan piena di intrattenimenti vari, a partire dai Musicisti di strada della Dirty Dixie Jazz Band t che hanno riarrangiato le canzoni di Ligabue in una chiave nuova ed originale, il tendone del LigaStory dove sono presenti memorabilia dei due album suonati sul palco, i vari LigaPoint e LigaShop, il LigaMovie dove tra le altre cose viene proiettato “Radiofreccia“, insomma davvero una città dedicata al Liga.
I numeri sono ancora una volta impressionanti, seppur non eguagliato il record dei 165.000 circa del primo Campovolo, il numero di presenti supera i 110.000 di Campovolo 2.0, gli organizzatori dicono 150.000 persone e si vedono tutti. Il palco è impressionante, 70 metri quadri, con un unico maxischermo di 780 metri quadri, che nel corso della serata farà pienamente il suo lavoro, alternando oltre ai video live diversi ricordi, sia in video che in foto, del passato.
Diversamente dai due precedenti concerti a Campovolo, questa volta non c’è nessuno ad aprire il concerto, ma Ligabue alle 20.30 inizia il concerto più lungo della sua vita, oltre tre ore e mezza di musica e parole che deliziano i fan di ogni generazione ed età, con l’artista che ricorda sempre più un Bruce Springsteen all’italiana nei comportamenti, nelle esecuzioni e nelle interazioni con i fan. I primi a salire sul palco insieme a Ligabue sono Gigi Cavalli Cocchi alla batteria, Luciano Ghezzi al basso, Max Cottafavi alla chitarra, Giovanni Marani alle tastiere, I ClanDestino, coloro che nel 1990 insieme a Luciano Ligabue realizzarono l’omonimo album “Ligabue”, esattamente 25 anni fa, facendo vedere per la prima volta al mondo quello che diventerà uno dei rockers italiani più importanti, album che sarà suonato per intero, grazie anche all’apporto degli ospiti Anchise Bolchi al banjo e violino e Emiliano Vernizzi al sax, iniziando proprio dal primo successo, “Balliamo sul mondo“, che fin da subito da la carica ai presenti.
La prima parte del concerto proseguirà in ordine rigorosamente esatto nella scaletta originale dell’album, così come veniva proposto nel primo tour, spesso e volentieri nel corso di tutta la serata anche l’abbigliamento sarà quello originale dell’epoca ed in alcuni casi riproduzioni molto fedeli. La fedeltà storica si intravede subito, già all’esecuzione dal terzo brano, “Piccola Stella Senza Cielo“, dove Ligabue come nei live di inizio carriera inseriva un medley formato dalle canzoni “Riders on the storm” dei Doors, “Knockin’ on Heaven’s Door” di Bob Dylan, “See me Feel me” dei Who, “Because the Night” di Patti Smith e “Gloria” dei Them.
Nel continuo della prima parte molte sono le cose mostrate e fatte ascoltare, e nonostante io non sappia come sia veramente nella vita Luciano Ligabue, a me sembra anche dare segni di umiltà, ride e scherza con i fan, da il meglio di se, ironizza su se stesso, come in “Radio Radianti” quando dice che la canzone non è stata considerata dai fan e quindi non più fatta nei live, o come quando dice di aver raggiunto l’apice della sua tamarragine con il gilet maculato. Le esecuzioni continuano proponendo anche brani in versione album, come praticamente mai accaduto prima, è il caso di “Non è tempo per noi” ad esempio, per così arrivare alla chiusura della prima parte con “Figlio di un cane“, ma senza dimenticare un attimo prima le emozioni in “Angelo della Nebbia“.
Pochi sono i minuti di pausa ed inizia la seconda parte, questa volta è La Banda a stare sul palco, o quasi tutta, salgono Robby Sanchez Pellani alla batteria, Antonio Rigo Righetti al basso, Mel Previte e Fede Poggipollini alle chitarre, accompagnati da Max Lugli all’armonica e Pippo Guarnera all’organo hammond, ancora una volta molti avranno però notato l’assenza di Fabrizio Simoncioni. Come nel primo atto, anche questa seconda parte prevede l’esecuzione dei brani in una scaletta che riprende l’ordine del disco, di “Buon Compleanno Elvis“, l’album dei record di Ligabue, quello delle 70 settimane consecutive di permanenza in classifica, dell’oltre un milione di copie vendute, ma soprattutto l’album che sposta Ligabue ad un livello superiore, quello che lo porta alla massa facendolo conoscere da tutti e facendo si che piaccia anche ai detrattori.
Così si riparte da “Vivo morto o X“, che da subito la carica ai presenti, con un Ligabue in gilet d’annata e sul megaschermo il video del live ai tempi del tour di promozione del disco, anche se uno dei momenti più alti arriva quando dal cielo viene calato già un Elvise Presley in formato gigante ad accompagnare l’esecuzione di “Buon compleanno, Elvis!“, e via con il disco di continuo, con le emozioni di “Hai un momento, Dio?“, o con le canzoni meno apprezzate, ad esempio in questa sessione passa la canzone che il pubblico ai tempi non ha ben recepito, cioè “Non dovete badare al cantante“. La seconda parte va via piano piano e si chiude con la toccante “Leggero” che arriva al cuore di tutti i presenti.
Il terzo ed ultimo atto, dopo ancora una volta pochissimi minuti di stop, riparte con la presentazione de’ Il Gruppo, cioè Michael Urbano alla batteria, Davide Pezzin al basso, Luciano Luisi alle tastiere, Niccolò Bossini e, Sempre Lui, come fedelmente riportato dal maxischermo, Capitan Fede Poggipollini alle chitarre, per quello che è il meglio de’ “Il Giro del Mondo“. L’attacco iniziale è dato da “C’è sempre una canzone“, e la risposta del pubblico fa capire che Ligabue è ormai un artista che piace veramente a tutti, anche se per i miei gusti vedere cantare chi prima stava zitto è una cosa negativa, è evidente cosa sia diventato oggi l’artista. Così in questa fase passano alcuni dei più grandi successi storici, tratti da diversi album, anticipati da un video sullo schermo che riprende la copertina del disco scelto, arrivano così pezzi come “Non ho che ho te“, “Sono qui per l’amore“, “Questa è la mia vita“, “Il meglio deve ancora venire“, “Si viene e si va“, si ascolta, si urla e si salta con “Urlando contro il cielo” prima e “A che ora è la fine del mondo?” dopo per completare con “Tra Palco e Realtà“, ci si commuove con “Ho perso le parole” e ancora di più con “Buonanotte all’Italia“, quando sullo schermo scorrono le immagini di persone famose e di persone care a Ligabue, ed ancora una volta con “Il giorno di dolore che uno ha“, introdotto da un bellissimo discorso di Luciano ed eseguita dopo uno stop per la chitarra scordata di Niccolò Bossini.
Tutto questo accade tra un sipario e l’altro di Ligabue che racconta aneddoti, scherza con il pubblico, come quando dice “sto suonando da un mese e mezzo, non vi stancate mai?“, trasmette la sua forza e la vuole in cambio dagli spettatori come quando dice, citando la Pennetta, “Dopo Campovolo non decido di ritirarmi, perché se io posso contare su di voi, voi potete contare su di me“, per arrivare al finale scandito dal suono di “Con la scusa del rock’n’roll” e colorato dai fuochi d’artificio e dallo spettacolo pirotenico.
Si accendono le luci, restano i saluti finali al pubblico, si va via, con qualche disagio inevitabile, ma Campovolo – La Festa 2015, mai nome più azzeccato,resta, almeno per la prestazione del Liga, il miglior Campovolo di sempre, nessuna pecca acustica, nessun grosso problema a margine, persone contente, e un arrivederci con il sorriso sulle labbra al prossimo Campovolo, perchè siamo sicuri che Ligabue ci sarà e noi saremo li con lui.