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Giordano Sangiorgi: “Il nuovo MEI dedicato a Lucio Battisti”

Dal 23 al 25 settembre a Faenza si terrà il #NuovoMEI, il Meeting della musica Indipendente che vede nel suo patron Giordano Sangiorgi una figura di riferimento della musica italiana. L’edizione zero del meeting (rinnovato rispetto al tradizionale MEI) sarà la più grande vetrina della nuova musica emergente Italiana e il primo festival del giornalismo musicale con premiazioni di nuovi artisti, eventi, presentazioni, proiezioni, convegni, mostre fotografiche e molto altro. Per l’occasione abbiamo deciso di scambiare quattro chiacchiere con Sangiorgi in persona.

Giordano Sangiorgi, quest’anno si tiene a Faenza dal 23 al 25 settembre la 20esima edizione del MEI, il Meeting degli Indipendenti nato nel 1997 ufficialmente. Cosa ci dobbiamo aspettare da questa edizione?

Il definitivo  passaggio generazionale ai nuovi artisti. I vincitori dei principali premi sono infatti Motta, Calcutta, Voina Hen e Ghali solo per citarne i più importanti e i più giovani a dimostrare come la nuova scena emergente italiana sia pronta a sostituire la scena rock e pop e rap indipendente e non del paese.

Quest’anno avete deciso di chiamarlo #NuovoMEI e di partire da zero: come mai questa scelta?

Proprio per questo passaggio del testimone generazionale e perchè dal prossimo anno tutto sarà solo ed esclusivamente rivolto agi under 30.

Sono passati quasi vent’anni da quando tutto è cominciato nel 1997: come è cambiato il panorama musicale italiano in questi anni?

Daniele Silvestri, che nelle prime edizioni del MEI venne con il suo stand della piccola etichetta discografica indipendente ad esporre al MEI, celebra con un concerto gratuito in Piazza del Popolo sabato 24 settembre i 20 anni del MEI, ed è l’emblema della crescita della musica indipendente, passata dal 3% al 26% del mercato e di tutti  cambiamenti che vedono un panorama indipendente oggi ancora più ricco di proposte e di idee sotto  diversi generi e stili.

giordano

In questi anni avete tenuto a battesimo artisti del calibro di Baustelle, Caparezza, Giardini di Mirò, Marta sui Tubi e Paolo Benvegnù, tra i tanti. Cosa si prova a pensare di essere una sorta di “padre putativo” di questi musicisti?

Sono artisti che sono stati premiati al MEI, grazie a un capillare lavoro di tanti nostri giornalisti amici come Federico Guglielmi, Enrico Deregibus e Fabrizio Galassi , per citare i primi tre nomi storici, prima di fare il salto di qualità definitivo. E’ certamente una cosa che riempie di orgoglio la manifestazione come quando negli ultimi anni abbiamo decretato appena apparsi l’interesse per i Cani, Lo Stato Sociale, Levante, Calcutta, solo per citare gli ultimi.

Quest’anno l’edizione del MEI ha deciso di dedicare alcuni eventi alla figura di Lucio Battisti. Non è strano che un meeting di musicisti indipendenti si interfacci con una figura così “mainstream”?

Ci siamo accorti che il suo nome veniva citato da tantissimi artisti della nuova generazione come fonte di ispirazione, senza che su di lui, prematuramente scomparso 20 anni fa e con dischi capolavoro di di circa 40 anni fa, vi sia, per volere della vedova, alcuna volontà di promozione del suo nome in qualsivoglia modalità.  Significa che Lucio Battisti è arrivato così a tre generazioni e con quest’ultima c’è arrivata solo attraverso il passaparola e l’ascolto dei suoi vinili. Segno che parliamo del più grande artista classico di musica popolare contemporanea italiana del ‘900. Merita che il Nuovo Mei venga dedicato a lui.

Parliamo di giornalismo musicale. Al giorno d’oggi, con il fiorire di blog specializzati nel campo musicale, a che punto è il giornalismo musicale italiano? Il giornalismo tradizionale sta pagando pegno o si sta difendendo?

Guarda, rovesciando i canoni tradizionali di un festival, siamo partiti proprio prima dal Festival del Giornalismo Musicale, un forum di tre giorni con già oltre 100 partecipanti, che ha riscosso un grande interesse e che certamente risponderà meglio di me a queste domande. Da non perdere, lo raccomando vivamente.

Cosa possono dare (o togliere) i social networks come Facebook al giornalismo musicale? E’ una forma massima di condivisione che favorisce il fruire dell’informazione o piuttosto un dilettantismo dilagante che rischia di svilire il prodotto giornalistico?

Mi sembra una forma di comunicazione diversa da quella del tradizionale giornalismo musicale, ma allo  stesso tempo mi sembra un modo molto efficace per farti conoscere nuove uscite da ascoltare sempre con piacere.

Quali sono gli eventi che lei consiglia assolutamente di seguire in questa edizione del #NuovoMEI? C’è qualche artista che le sta maggiormente a cuore?

L’anteprima del 23 settembre di Extraliscio, il LIscion Indipendente che incontra la tradizione del folklore romagnolo con gli artisti indipendenti è imperdibile, oltre a Daniele Silvestri, sabato sera l’Omaggio a Battisti con Motta, Calcutta, Chiara Dello Iacovo, Daniele Celona, Miele, Iacampo, Maruo Ermanno Giovanardi con Lele Battista e Andrea Marinelli è da non perdere, insieme ai due reading di Guido V^Catalano e del Lercio e domenica la reunion che vede insieme Boo-Hoos e Avvoltoi, due storiche indie band degli anni ’80 della nostra zona. Ma poi ci sono tantissimi altri eventi imperdibili.

Ultima domanda: quali sono per lei i probabili scenari futuri del giornalismo italiano musicale? Si rischia la deriva o esistono delle zattere a cui aggrapparsi?

Si rischia la deriva verso una comunicazione sempre più smart e marketing, mi sembra, ma non solo qui. Anzi. Quel che è peggio forse anche tra le persone nelle relazioni umane.

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