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Da David Bowie a George Michael, i morti illustri della musica nel 2016

Il 2016 si è caratterizzato per una pervicace e ostinata ricerca di tutti quanti gli artisti che hanno reso i nostri anni memorabili per toglierceli dalle mani e dagli occhi: uno dopo l’altro sono andati via tantissimi cantanti e musicisti che hanno popolato i ricordi e i momenti migliori della nostra infanzia. Arrivati a questo punto è il caso di fare un piccolo riepilogo per capire cosa ci siamo lasciati alle spalle e a quali concerti non potremo più assistere.

Il 2015 si era chiuso con la morte di Natalie Cole, figlia del leggandario Nat King Cole, ma niente faceva presagire l’anno funesto che avremmo vissuto: il 5 gennaio si spegne il direttore d’orchestra Pierre Boulez ma è il 10 gennaio che il mondo intero piange per la scomparsa di David Bowie, stroncato da un tumore al fegato appena due giorni dopo la pubblicazione del suo ultimo disco “Blackstar“. Nemmeno il tempo di asciugare le lacrime e il 18 gennaio ci lascia Glenn Frey, chitarrista e co-fondatore degli Eagles di “Hotel California” morto all’età di 67 anni per le complicazioni di un’artrite reumatica mentre il 28 gennaio se ne va Paul Kantner, co-fondatore dei Jefferson Airplane a seguito delle conseguenze di un attacco cardiaco; lo stesso giorno è scomparsa anche la prima cantante degli Airplane, Signe Toly Anderson. In Italia si piange la morte del compositore Franco Oppo (15 gennaio) e del tenore Pietro Fongaro (27 gennaio).

Il 3 febbraio ci saluta Maurice White, il fondatore degli Earth, Wind & Fire, band che ruppe il tabù razziale nella musica pop, mentre il 6 febbraio muore Dan Hicks, chitarrista dei Charlatans e degli Hot Licks, ma per il resto non si registrano morti eccellenti nel campo musicale. Purtroppo marzo si apre con il suicidio di Keith Emerson, tastierista e fondatore degli Emerson Lake & Palmer, avvenuto nella sua casa di Los Angeles il 10 marzo all’eta di 71 anni. La musica lirica perde il 5 marzo il direttore d’orchestra Nikolaus Harnoncourt e l’8 marzo il compositore Claus Ogerman e il bilancio si aggrava con la scomparsa il 14 marzo di Sir Peter Maxwell Davies, compositore britannico. Il 16 marzo ci lascia per un infarto a 72 anni Frank Sinatra Jr. il pomeriggio prima di un concerto durante il tour per celebrare i 100 anni dalla nascita del padre. Il terzo mese dell’anno si chiude con la morte per diabete il 22 marzo di Phife Dawg, rapper americano che aveva dato vita alla band A Tribe Called Quest. Da non dimenticare la scomparsa l’8 marzo di George Martin, il “quinto Beatles”, storico produttore discografico inglese.

Aprile si apre con la morte per polmonite del leggendario sassofonista argentino Gato Barbieri, e con la scomparsa del cantante country Merle Haggard il 12 aprile il giorno del suo 79mo compleanno, ma è il 21 aprile che il mondo piange Prince, l’icona del Pop che si e’ spenta all’età di 57 anni per un’overdose di farmaci: il quarto mese dell’anno si chiude con la scomparsa di Piero Calabrese, produttore discografico e storico membro della Bottega dell’Arte. Maggio invece si porta via il compositore italiano Armando Romeo, autore di “Malatia”, e Nick Menza, storico batterista dei Megadeth.

Giugno comincia con la cruda morte di Christina Grimmie, uccisa da Kevin James Loibl mentre questa stava firmando autografi per i suoi fan. Scompare anche Sergio Coppotelli, chitarrista e compositore italiano ucciso da un ictus, il violinista folk David Cyril Eric “Dave” Swarbrick, la cantante messicana Chayito Valdez soprannominata “La Alondra de Sinaloa” e Scotty Moore, storico chitarrista di Elvis Presley. Luglio ci lascia un attimo di tregua con le morti “solo” di Marni Nixon, soprano americano, Alan Vega, cantante americano voce dei Suicide e Enrico de Mori, direttore d’orchestra franco-italiano: prosegue la “pausa” anche ad agosto con le morti del clarinettista Pete Fountain, del cantautore americano Glenn Yarbrough, del cantautore italiano Lorenzo Piani e del soprano Daniela Dessì, morta a soli 59 anni per una “breve, terribile e incomprensibile” malattia.

Dopo l’estate ricomincia il countdown: scompare a settembre in un incidente stradale il rapper americano Shawty Lo e per infarto ci lascia Cecill Bustamente “Prince Buster” Campbell, cantante e musicista giamaicano, una delle figure più importanti nella storia dello ska e del rocksteady: in Italia perdiamo il musicista napoletano Carlo D’Angiò, fondatore della Nuova Compagnia di Canto Popolare. A ottobre viene a mancare il direttore d’orchestra e violinista britannico Sir Neville Marriner, il musicista Rodney Lynn “Rod” Temperton, storico musicista dei successi di Michael Jackson, Pete Burns, il frontman dei Dead or Alive, lo storico cantante americano Bobby Vee (nome d’arte di Robert Thomas Velline) e Roland Dyens, chitarrista classico tra i più apprezzati al mondo.

Novembre comincia con la grave scomparsa del poeta e cantante canadese Leonard Cohen, morto a 82 anni poco dopo la pubblicazione dell’ultimo album, “You Want It Darker”. Subito dopo viene a mancare prima David Mancuso, disc jockey statunitense precursore della “cultura underground”, e subito dopo Sharon Jones, l’ambasciatrice del soul e funk, ribattezzata la “James Brown femminile”, morta per un tumore all’eta di 60 anni. Ci lasciano anche Shirley Bunnie Foy, cantante e percussionista statunitense considerata una delle grandi voci del jazz, il compositore francese Jean-Jacques Perrey considerato un pioniere del sintetizzatore Moog e Leon Russell, nome d’arte di Claude Russell Bridges, cantante, musicista, compositore, e produttore discografico statunitense, in attività dagli anni sessanta e che ha suonato con artisti come Phil Spector, Joe Cocker, George Harrison, Eric Clapton, Ringo Starr, John Lennon, Bob Dylan, Elton John, J.J. Cale, Rolling Stones, Beach Boys, The Byrds, The Band, Jerry Lee Lewis, B.B. King, Ray Charles, Frank Sinatra e Willie Nelson.

Il 2016 si chiude alla grande con dicembre che comincia con la morte di Gregory Stuart “Greg” Lake, altro storico componente degli Emerson Lake e Palmer deceduto dopo una lunga battaglia contro il cancro a 69 anni. L’inizio di dicembre vede anche la morte di Tyruss Himes, noto come Big Syke, noto rapper statunitense, e di Karel Husa, compositore e direttore d’orchestra. Il periodo di Natale è devastante: prima scompare Rick Parfitt, storico chitarrista degli Status Quo, stroncato a 68 anni da una grave infezione, dopo in un incidente aereo viene a mancare il famoso Complesso Accademico di Canto e Ballo dell’Esercito Russo “A.V. Alexandrov”, noto anche come il Coro dell’Armata Rossa, ed infine poche ore dopo scompare George Michael, storica icona della musica pop.

Mancano ancora 3 giorni alla fine dell’anno, speriamo che il conto si fermi qui.

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