Ennesimo capitolo del processo Jackson. Questa è la volta della difesa del dottor Conrad Murray, accusato di omicidio involontario per aver somministrato un anestetico molto forte, il propofol, al cantante senza garantire un’adeguata assistenza. Il primo testimone chiamato a deporre dagli avvocati di Conrad Murray, è il dottor Allen Metzger. Il dottor Metzger amico ed ex medico personale di Michael Jackoson, dichiara che due mesi prima di morire, il Re l’ha chiamato per chiedergli medicinali che l’aiutassero a dormire, ma soprattutto medicinali che riuscissero a fargli superare l’ansia e l’angoscia che gli creava l’idea di tornare sul palco.
Dal primo testimone chiamato a deporre dagli avvocati del dottor Murray pare che la difesa voglia portare avanti un’idea ben precisa. Un’idea che descrive un Michael Jackson sofferente, oppresso, non solo dal lavoro che ormai era pesante da sostenere, ma soprattutto da problemi fisici e psichici difficili da affrontare per un uomo distrutto da una vita fatta di chirurghi, eccessi, denunce, avvocati e accuse che non sono mai state smentite, ma nemmeno convalidate. In fin dei conti la prematura e sconvolgente morte di Michael Jackson, proprio come quella di Amy Winehouse, ha bisogno di un colpevole, uno su cui puntare il dito, ma c’è anche da ricordare che la morte di questi due grandi artisti, la cui bravura e grandezza riecheggia ancora di più dopo la scomparsa, è dettata anche da scelte e decisioni particolari, che non possono essere giudicate sicuramente da noi o da una qualsiasi corte o giudice.