Abbiamo già scritto dell’intervista rilasciata da Linda Wolvertoon, sceneggiatrice di “Alice in Wonderland“, che ha spiegato com’è nato il film e ha specificato che non è tratto dai racconti di Carroll.
I pochi elementi che appartengono al libro sono i personaggi e il poemetto “The Jabberwocky” che conosceranno senz’altro tutti quelli che hanno letto la storia originale.
Per chi ancora non lo conoscesse, ecco il testo integrale, seguito dalla traduzione italiana.
- Twas brillig, and the slithy toves
- Did gyre and gimble in the wabe;
- All mimsy were the borogoves,
- And the mome raths outgrabe.
- Beware the Jabberwock, my son!
- The jaws that bite, the claws that catch!
- Beware the Jubjub bird, and shun
- The frumious Bandersnatch!
- He took his vorpal sword in hand:
- Long time the manxome foe he sought
- So rested he by the Tumtum tree,
- And stood awhile in thought.
- And as in uffish thought he stood,
- The Jabberwock, with eyes of flame,
- Came whiffling through the tulgey wood,
- And burbled as it came!
- One, two! One, two! And through and through
- The vorpal blade went snicker-snack!
- He left it dead, and with its head
- He went galumphing back.
- And hast thou slain the Jabberwock?
- Come to my arms, my beamish boy!
- O frabjous day! Callooh! Callay!
- He chortled in his joy.
- Twas brillig, and the slithy toves
- Did gyre and gimble in the wabe;
- All mimsy were the borogoves,
- And the mome raths outgrabe.
Cenorava. E i visciattivi cavatalucerti
Girillavano e sfrocchiavano nella serbaja;
Mollicciattoli eran gli spennavoli
E gli smarruti verporcelli fistarnuiurlavano.
“Guardati dal mascellodonte, figlio mio!
Le mascelle che mordono e le tenaglie che afferrano.
Sii sospettoso del rapace malco ed evita
Lo schiumarioso Bamariolo!”
Egli prese la sua vorpale spada
E a lungo cercò il suo feriale nemico.
Così riposò presso a un ombroso sicumaro
E lì stette in meditabondo pensiero.
E mentre era afflitto da uffanti pensieri
Il mascellodonte dagli occhi di fiamma
Venne sguillando per il fitto bosco
E barbagliò al suo cospetto!
Uno, due, uno, due! E affondò
La vorpale lama zucando e zacando
Fino alla morte. Poi con la sua testa
Galonfoppando ritornò.
“Hai ucciso il mascellodonte?
Vieni tra le mie braccia, mio radioso fanciullo
O giorno fravoloso! Evviva evviva!”
E cordeggiò un inno per la gioia.
Cenorava. E i visciattivi cavatalucerti
Girillavano e sfrocchiavano nella serbaja;
Mollicciattoli eran gli spennavoli
E gli smarruti verporcelli fistarnuiurlavano.