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“Porco Rosso”di Miyazaki anche in Italia a novembre: recensione in anteprima

Ce ne è voluto di tempo, ma meglio tardi che mai: “Porco Rosso” (Kurenai no buta) di Hayao Miyazaki è uscito nella patria natìa, il Giappone, nel 1992. In Italia arriva nel 2010, grazie alla Lucky Red che si occuperà della distribuzione, la pellicola sarà in sala dal 17 novembre. Per gli amanti di Miyazaki che ancora non l’hanno visto (dubito che ve ne siano molti) il film sarà una vera chicca, considerato il tempo che è passato dalla sua uscita.

Porco Rosso

“Porco Rosso”, come già annunciato, arriverà al Festival del Cinema di Roma, un evento importante in quanto il film è interamente ambientato in Italia, un orgoglio nazionale essere il Paese protagonista di un film d’animazione del prestigioso Studio Ghibli! Porco Rosso in realtà è Marco Pagot, abilissimo aviatore militare italiano che sopravvive miracolosamente ad un misterioso incidente, durante la Prima Guerra Mondiale, ma si trasforma in un maiale antropomorfo. Porco Rosso si chiama così perchè guida un monoplano dipinto di rosso, facendo il cacciatore di taglie sui pirati dell’aria. Porco Rosso sembra davvero imbattibile, le sue avventure lo porteranno dall’isoletta dell’Adriatico in cui vive la bellissima Gina, fino a Milano, dove scoprirà le abilità della giovane americana Fio Piccolo, che intraprenderà una nuova avventura con lui. Un’Italia che dovrebbe essere immaginaria ma non lo è, gli anni dell’avvento del fascismo vengono raccontati attraverso la presenza di Ferrarin, ex commilitone di Porco Rosso. Memorabile battuta durante la proiezione di un film: “Meglio Porco che fascista!” ribatte il nostro eroe. E poi c’è il mito americano, racchiuso nella figura di Donald Curtis, pilota americano che si innamora con incredibile facilità e che sogna in grande: da Hollywood alla presidenza degli Stati Uniti. E’ l’Italia in cui gli uomini sono emigrati per andare a cercare lavoro e segretamente le donne lavorano dentro ai capannoni, il signor Piccolo durante la preghiera prima di mangiare chiede scusa al Signore per aver messo a lavorare delle donne per costruire aerei da guerra, ma il Paese ha fame e le donne devono lavorare per portare a casa il cibo, ovviamente simboleggiato dal piattone di spaghetti, abbondanza anche durante la crisi. Salvo qualche piccola imperfezione grammaticale (verranno corrette?) su alcuni cartelli presenti nelle varie ambientazioni, l’Italia, per quanto immaginaria, viene dipinta così come realmente è. Il fascismo rimane sullo sfondo, con le spie che inseguono ill ricercato Porco Rosso, sulle macchine ritroviamo addirittura la sigla FIAT. Ancora una volta Miyazaki affronta delle tematiche a lui care, senza tralasciare l’importanza delle figure femminili alle quali ha sempre dato largo spazio. Proprio come ne “La città incantata” ritorna il tema della metamorfosi, e nuovamente il protagonista diviene un suino ed ovviamente si traccia una distinzione chiara tra il bene e il male.

Porco Rosso

Questa volta viene tracciata anche l’importanza di due elementi quali il mare e il cielo, che rendono gli uomini ancora più puri e “più coraggiosi dei marinai“, che conoscono solo il mare e sono dei vigliacchi. Joe Hisaishi si occupa della colonna sonora, ben riuscita anch’essa, ma la cosa più bella, come in ogni film dello Studio Ghibli, sono le citazioni. Il nome del protagonista, Marco Pagot, è un omaggio ai fumettisti Marco e Nino Pagot, che hanno dato vita al celebre Calimero e che sono stati anche collaboratori di Miyazaki. L’ex commilitone Ferrarin prende il nome da un aviatore che nel 1920 riuscì a coprire per la prima volta in aereo la tratta Roma-Tokyo. Non mancano nemmeno le auto-citazioni, lo studio Ghibli diviene un elemento ricorrente ed in maniera piuttosto visibile (ma divertitevi a scoprire voi in quali parti del film!). La figura femminile non rimane mai marginale in un film in cui stranamente il protagonista è un uomo (più o meno): Gina è la femme fatale che canta in un night club frequentato dai pirati e da contrabbandieri, è il grande amore di Porco Rosso ed è l’unica, per tutto il film, a chiamarlo Marco, lei ne conosce la vera identità. Poi c’è Fio, piccola e indispensabile amica, talmente bella da far innamorare tutti, persino i Pirati dell’aria, i Mamma Aiuto. Il loro capo è disposto a far di tutto pur di ottenere le attenzioni della ragazza, di lei si innamorerà anche Curtis. Come sempre non delude la cura dei dettagli, immancabile in ogni film di Miyazaki, pose che ricordano vagamente Corto Maltese, silenzi azzeccati, scene mai lente, voli e coreografie straordinarie e l’immancabile attenzione alla psicologia dei personaggi, che rende ogni film targato Ghibli una piccola perla particolare ed inconfondibile. Peccato che ci siano voluti quasi vent’anni per poter vedere “Porco Rosso” anche in Italia, ma ripeto, meglio tardi che mai: questa volta non lasciatevelo scappare!

Porco Rosso

 

IL NOSTRO PARERE IN BREVE

Film Grandioso - Cura dei dettagli, silenzi azzeccati, voli e coreografie straordinarie e l'immancabile attenzione alla psicologia dei personaggi.

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