Un “fenomeno horror” nel 2009, con il primo episodio diretto da Oren Peli. Già all’epoca avevo i miei dubbi ed ho scelto, forse erroneamente, forse molto saggiamente, di non vedere “Paranormal Activity“. Quest’anno sarà diminuita la mia dose di saggezza, per cui ho scelto di vedere “Paranormal Activity 2“, il prequel dell’episodio uscito lo scorso anno, questa volta diretto da Tod Williams, regista praticamente sconosciuto.
Un successo clamoroso anche per questo secondo episodio, uscito in contemporanea negli USA e in Italia lo scorso 22 ottobre, che nel nostro Paese però non è riuscito a mandare via dalla prima posizione “Benvenuti al Sud“. Il perché è certamente misterioso, ma a quanto pare il film funziona, molto probabilmente tutti si aspettavano l’effetto del primo episodio, anche se c’è chi sostiene che le scene “da infarto” siano di più in questo film che nel precedente. A questo punto suppongo abbiano visto qualcos’altro. Il film si apre 60 giorni prima della morte di Micah Sloat, protagonista del primo episodio e con l’arrivo di Kristi Rey ed il seguito familiare nella nuova casa. Kristi è la sorella di Katie, anch’essa protagonista del primo episodio. Come avevamo già capito dai trailer, il bambino Hunter ha un ruolo centrale nella vicenda, i bambini nei film horror sono sempre figure inquietanti e sono sempre quelli che capiscono o che subiscono tutto. Elementi che fanno di “Paranormal Activity 2” un film horror standard: animali e bambini avvertono le presenze per primi, porte indipendenti, walkie-talkie impazziti, pulisci-piscina che non stanno al loro posto, cigolii sinistri, governante sudamericana che avverte gli spiriti e sa come combatterli, rumori molesti, pentole che cadono arbitrariamente. Niente che non sia già stato proposto al grande pubblico, che ci ricasca puntualmente e finisce in sala. Dialoghi pessimi, anche perché è del quotidiano che si parla, c’è ben poco da romanzare in un documentario, ma dovrebbe risultare più facile raccontare e nonostante questo, non riesce.
Nonostante le svariate critiche positive, “Paranormal Activity 2” è un film che si fa fatica a seguire fino in fondo. Diciamo che la formula dell’horror mockumentary poteva andarci bene una volta, rispolverando l’originalità di “The Blair Witch Project“, ma alla seconda non c’è più niente di originale che possa davvero intrattenere. Silenzi che cercano di essere convincenti per poi sorprendere lo spettatore all’improvviso. Per chiunque abbia visto almeno due film horror in tutta la sua vita, non ci sarà nulla di davvero sorprendente, un giochino visto e stra-visto che ormai non funziona più. Si potrebbe dire che l’horror è morto? Come riuscire a stupire ancora un pubblico abituato a vedere le cose più assurde? Diciamo che Oren Peli aveva capito tutto incassando tantissimo con il primo film ha ben pensato di non rovinarsi l’immagine con un catastrofico (e non nel senso di genere cinematografico) seguito, una mera speculazione sulle spalle del primo successo, assecondata da un pubblico che puntuale ci crede e sborsa i soldi del biglietto, il più sprecato dell’anno. Bisogna aspettare con estenuante pazienza gli ultimi 10-15 minuti per vedere un pò di movimento, ma a quel punto si è talmente annoiati che non ha più effetto. Si attende invece il sollievo dei titoli di coda, il finale è alquanto ridicolo, un seguito-prequel assolutamente forzato, incapace di intrattenere, scontato quanto banale.