Dal 26 novembre è arrivato con largo anticipo il cinepanettone “A Natale mi sposo“: da quando Massimo Boldi e Christian De Sica hanno “divorziato” hanno dato il via ad una guerra a colpi di pessimi film e ogni anno, anziché uno, ce ne toccano ben due.
Stento a credere che possano ancora esistere persone capaci di divertirsi in sala guardando una commedia del genere, ma se ne esistono davvero ancora, se non si sono estinte, allora mi rammarico per la loro mancata evoluzione. Diretto da Paolo Costella, il film ha una trama del tutto prevedibile, gli ingredienti non cambiano mai: famiglia, amore, figli, tradimenti, fughe, belle donne. Nessun accenno di novità e nemmeno di miglioramento, divertimento non pervenuto. Massimo Boldi, tra le solite faccine e i consueti versi che divertono forse solo lui, interpreta il cuoco di una trattoria, Gustavo, che sogna di diventare uno chef internazionale, ma per il momento deve accontentarsi di una realtà ben più piccola, circondato dall’affetto del figlio Fabio, interpretato da Jacopo Sarno, il porcellino d’india Gualtiero, il sempre presente e tamarro Enzo Salvi nei panni di Rocky e lo sprecatissimo Massimo Ceccherini nei panni dell’ex pugile Cecco, che coltiva una certa perversa passione per le donne anziane.
Le vite di questo gruppetto di persone umili si incrociano con quella di Chris, ormai immancabile Lucrezia Piaggio, figlia di Vincenzo Salemme nei panni di Tony e di Nancy Brilli, nei panni di Sara. Chris sta per sposare Steve, interpretato da Simon Grechi, e sta cercando lo chef giusto per il banchetto di nozze, che si terrà a St. Moritz. Fabio e Chris si conoscono da tempo e sono innamorati, il ragazzo fa di tutto pur di accaparrarsi il posto e riuscire ad andare a St. Moritz per riconquistare la sua bella e far saltare il matrimonio, organizzato puramente per interessi economici. Le solite storie che si intrecciano con un mix di comicità forzata e battute improponibili, a volte ripetute fino alla nausea: il tutto coronato dal solito “mamma mia comme sto” e le smorfie di Enzo Salvi che ben si accompagnano a quelle di Boldi. Vincenzo Salemme alza di poco, proprio pochissimo, il livello, ma non è per nulla in forma. Massimo Ceccherini non viene mai sfruttato a modo e viene relegato ad una particina di poca importanza. In tutto ciò troviamo anche due wedding planners Teresa Mannino ed Elisabetta Canalis. La Mannino è rimasta incastrata nei meccanismi di Zelig e forse è giusto che il suo personaggio rimanga così, Elisabetta Canalis si limita a pronunciare poche battute nemmeno riuscendoci benissimo, per lei Hollywood è ancora lontanissima. Non bisogna dimenticare che, come per ogni film di Boldi che si rispetti, viene proposta musica a palla, una raccolta di tutti i tormentoni dell’anno. Un Natale anticipato che ci saremmo risparmiati più che volentieri, questi film sono apprezzabili solamente a debita distanza.