Dopo la positiva esperienza di “Gone baby gone” torna in sala un Ben Affleck più ispirato che mai con “The Town“, film basato sul romanzo “Il principe dei ladri” di Chuck Hogan. Il vincitore del premio Oscar per la migliore sceneggiatura con “Will Hunting” si riconferma nuovamente un abile sceneggiatore ma anche regista; il film, difatti, ha ottenuto quasi totalmente pareri positivi.
Uscito nelle nostre sale lo scorso 8 ottobre, “The Town” è ambientato nella cittadina di Charlestown in Massachusetts. Doug McRay (Ben Affleck) è un ladro professionista ed astuto dal passato difficile che sta per mettere a segno l’ennesimo colpo: una rapina insieme ai suoi tre complici in una banca dove, però, avverrà l’incontro fatale con la direttrice, Claire Keesey (Rebecca Hall). La rapina in banca va a buon fine, Claire viene presa in ostaggio e portata via per poi essere liberata sulla spiaggia senza aver visto nemmeno uno dei suoi sequestratori in volto. I quattro non lasciano tracce, l’FBI è alla ricerca di indizi per poter incastrare il gruppo ma ogni tentativo sembra essere inutile. Insieme a Doug troviamo James “Jem” Coughlin (Jeremy Renner), che considera praticamente un fratello, diventato la sua vera famiglia da quando il padre è finito in carcere. Krista Coughlin è la sorella di Jem, alcolizzata drogata e giovane madre, un’inedita Blake Lively coinvolta, a suo modo, nell’intricato caso che Adam Frawley (John Hamm) sta tentando di risolvere in tutti i modi. Doug si avvicina sempre più a Claire finendo per innamorasene e ritrovarsi ad essere ricambiato, ma non sarà così facile mentire, soprattutto con l’FBI che ti tiene il fiato sul collo. Nonostante tutto, però, i quattro decidono di proseguire nel loro “lavoro” e di commettere un altro colpo grosso, reclutati nuovamente dal fioraio Fergus “Fergie” Colm (Pete Postlethwaite) che, tra le rose e le margherite, muove le fila della criminalità del posto e impedisce a Doug di trovare una via di redenzione.
Un thriller avvincente e senza troppi fronzoli. Ben Affleck, oltre ad essere un ottimo sceneggiatore, è un ottimo regista, che ha compiuto delle scelte stilistiche azzeccatissime, senza sollevare troppo i toni del film, per non scadere nel solito action movie pieno di colpi di pistola e sangue. Scene d’azione e sparatorie (qualcuno le ha definite le più belle del decennio) sì, ma con discrezione, senza esagerare ed annoiare. Senza offrire sempre la solita pappa, insomma. Ottima anche la scelta di mantenere “pacati” i toni della colonna sonora, che rimane in sottofondo e non prende mai il sopravvento sulla scena. E non ci resta che dire che anche per quanto riguarda il cast, la scelta non poteva che essere azzeccata. Più che Ben Affleck, che continua a non essere un attore strabiliante, è Jeremy Renner a spiccare maggiormente. L’amico-fratello disposto a dare la vita per Doug mette in scena una delle migliori interpretazioni dell’anno, affiancato da validi interpreti quali John Hamm, agente dell’FBI che puntualmente viene fregato dall’astuzia di Doug. La “femme fatale” nella fattispecie è la britannica Rebecca Hall, che fino ad ora non ha avuto grandi ruoli di spicco, pur tuttavia prendendo parte a pellicole di rilievo quali “The Prestige”, “Vicky Cristina Barcelona” e “Dorian Gray“. Al di fuori della serie “Gossip Girl” si scorge meglio anche il talento della bionda Blake Lively, confinata ad un piccolo ruolo, ma decisamente inedita e distante dalla parte della ragazza fine e alla moda. La Lively, nel poco tempo in cui si vede, riesce comunque ad essere convincente e finalmente si distacca dalla schiera di attrici da serie tv che sognano Hollywood e magari raggiungono la meta, pur senza troppi meriti.
In sostanza non si tratta di un capolavoro, ma certamente è un ottimo prodotto, Ben Affleck è tornato più in forma che mai e sicuramente in futuro avrà altre sorprese per noi. Intanto, per gli amanti del genere, “The Town” è una pellicola che non annoia e racconta di uomini che non possono sfuggire al loro passato, nè tantomeno al loro futuro e, ancor di più, non possono sfuggire ai loro sentimenti. Doug cerca la redenzione attraverso l’amore per Claire, ma non è mai riuscito ad andare via dalla città, presenza ingombrante fin dal titolo, dalla quale i personaggi non riescono a distaccarsi in nessun modo, chi per un motivo, chi per un altro. L’inevitabile presenza dell’universale sentimento non pesa troppo fino a far scadere la pellicola nel romanticismo, ogni tema ha il suo spazio così come ogni personaggio che ruota attorno a quello principale non viene rilegato in uno angolino privo di respiro: ognuno fa quel che deve fare. Un’opera ben gestita in ogni campo, sicuramente una delle migliori sfornate quest’anno, condita di un po’ di quel sogno di riscatto decisamente americano che non fa mai male, se preso a piccole dosi.