Arrivato nelle sale italiane proprio questo fine settimana “I due presidenti” racconta lo storico sodalizio tra gli USA e la Gran Bretagna, arrivando al terzo film dedicato alla figura di Tony Blair, dopo “The Deal” del 2003 e “The Queen” del 2006. Dietro la macchina da presa questa volta troviamo il britannico Richard Loncraine (Riccardo III, Le due facce del male), che ha reclutato Michael Sheen per il ruolo di Tony Blair e Dennis Quaid per quello di Bill Clinton.
In realtà è il titolo inglese a spiegare palesemente il senso di questa pellicola, poiché la versione originale è “The Special Relationship”, espressione utilizzata nel lontano 1946 da Winston Churchill proprio per sottolineare lo speciale rapporto che intercorre tra il Regno Unito e gli Stati Uniti. E il film si apre infatti con una carrellata di celebri strette di mano: lo stesso Churchill con Roosevelt, Kennedy e Macmillan, ma la stretta di mano sul quale il lavoro di Loncraine si concentra è quella tra Tony Blair e Bill Clinton. Il personaggio di Tony Blair viene raccontato fin dall’inizio della sua carriera. Nel 1992 Bill Clinton è il primo presidente democratico dopo 12 anni di trionfo dei repubblicani, Blair si reca a Washington per apprendere le strategie adottate dalla sinistra americana per riuscire a vincere le elezioni ed è lì che Clinton diviene un vero e proprio modello da seguire. Tony Blair poi riuscirà a far salire alle elezioni il suo partito, quello Laburista, ma Clinton vede ancor prima in lui le sue potenzialità e tra i due il rapporto diviene sempre più stretto. Pronto a garantire la sua presenza per risolvere il problema dell’Irlanda del Nord uno, difensore nel bel mezzo dello scandalo Monica Lewinsky l’altro, Clinton e Blair sono più convinti che mai di poter cambiare il mondo scegliendo in quale direzione mandarlo e con determinazione porteranno avanti i loro ideali. Il problema che ci si pone è se realmente il rapporto fosse così stretto, nel film a tratti Bill Clinton sembra essere la principale ossessione di Tony Blair, che ne segue lo stile con attenzione morbosa pur di non risultare deludente ai suoi occhi. Bill Clinton/Dennis Quaid sembra quasi la caricatura dell’ex Presidente degli Stati Uniti, sempre intento a mangiare e a scherzare e che, tra una telefonata e l’altra, cerca pure di risolvere i dilemmi della politica mondiale. Un racconto che non appare totalmente convincente, anche se incuriosisce per lo sguardo di Loncraine e dello sceneggiatore Peter Morgan all’interno della vita privata dei due Presidenti, che non vengono mostrati solamente in una serie di noiosi ed interminabili discorsi, ma anche nei loro momenti di intimità.
Tony Blair vive in una casa disordinata e, come ogni uomo comune, chiede alla moglie dove sia la sua camicia, per esempio. Poi si sa, dietro ogni grande uomo c’è sempre una grande donna e, nonostante il film sia incentrato sulle figure di Clinton e Blair, viene lasciato un certo spazio anche alle mogli che sono rimaste alle spalle di questi uomini, che avevano in mano le sorti della politica internazionale. Hope Davis interpreta Hillary Clinton, figura sempre presente ed indispensabile per la carriera di Bill Clinton, molto più determinata del marito, soprattutto nei momenti in cui servono decisioni immediate e concrete. Helen McCrory è Cherie Blair (tra l’altro la coppia Sheen-McCrory è già stata vista in “The Queen”, sempre negli stessi ruoli), che quasi invidia la presenza di Hillary nella vita di Clinton, guardando al loro rapporto come qualcosa di estremamente romantico, mentre lei si ritrova quasi messa in disparte dal marito, che ha occhi solamente per l’amico americano. A fare da sfondo ci sono gli eventi che hanno toccato la politica mondiale degli anni ’90, il caso Lewinsky e il problema di Milosevic e della guerra in Bosnia. Un interessante punto di vista dal quale analizzare tutta la vicenda, che mette in risalto il ruolo di Hillary Clinton nella politica Statunitense, mentre mette in dubbio la veridicità del rapporto tra i due presidenti che ci viene proposto. Viene sottolineato molto spesso il rapporto tra la Gran Bretagna e l’Europa: Tony Blair reputa il Vecchio Continente decisamente noioso e preferisce gli incontri a Washington con il suo nuovo amico. Loncraine non si fa nemmeno troppi scrupoli a mostrare una certa riluttanza di Blair nei confronti della Francia e di Chirac, rimarcata anche dal punto di vista linguistico e dell’eterna rivalità tra le due nazioni. “I due presidenti” non è sicuramente un capolavoro, ma un ottimo spunto di riflessione che ci porta a guardare ai politici anche dal punto di vista umano e non solo politico e formale. Uomini che fanno jogging o che fanno colazione con i figli la mattina, ma che detengono la responsabilità di quanto accade nel mondo e che inevitabilmente influenzano l’esistenza di ogni singolo individuo.