Nonostante sia primo in classifica dal giorno in cui è uscito, “Natale è in Sudafrica” è un pessimo, orribile film. Per caso qualcuno si aspettava il contrario? Ormai Christian De Sica e Massimo Boldi non fanno la guerra del cinepanettone, ma a chi spara il film peggiore. La scelta è davvero ardua, ma forse stavolta vince De Sica, che almeno ha concesso agli italiani di vedere un po’ di curve di Belen Rodriguez (come se non avessimo già visto abbastanza), mentre Boldi non ha spogliato con geniali trovate la bella Elisabetta Canalis. Un punto a suo sfavore, anche se ci ha piazzato la Del Basso per 30 secondi. Inutile ripetere la sinossi di un film che scopiazza altri mille lavori ed ogni anno, pur cambiando la location, rimane sempre identico a se stesso, sempre più insensato e sempre meno comico. Eppure ci avevamo sperato, volevamo una rinascita del cinepanettone. E’ chiaro che dopo anni e anni di storie di inciuci e tradimenti, resta ben poco da raccontare e quel che rimane, viene raccontato pure male.
Nulla da fare per Neri Parenti, bisognerà cambiare strategia oppure, vista la fedeltà del popolo italico, mantenersi su questa lunghezza d’onda, infischiandosene della qualità. Il cast di attori avrebbe comunque potuto funzionare, si parla di professionisti della commedia, passando da Massimo Ghini a Giorgio Panariello, senza dimenticare Max Tortora, che avrebbe potuto fare molto molto di meglio, se solo avesse avuto il giusto spazio. Direttamente dal cast de “I Cesaroni” arriva anche Barbara Tabita, bellissima e affascinante, con un seno che più pressato di così si scoppia. Serena Autieri e il suo napoletano cercano di fare la loro parte, ma non è che ne venga fuori un capolavoro. Quest’anno però con “Natale in Sudafrica” si è voluto fare di meglio: da “Il mondo di Patty” è stata reclutata l’amatissima Laura Esquivel. Così, se non ci bastavano gli equivoci e i tradimenti tra grandi, ecco che ci servono anche quelli adolescenziali, sarà forse questo il nuovo ingrediente del cinepanettone? Massì, buttiamoci sulle teen star, che magari ne viene fuori qualcosa di interessante. Il problema, comunque, rimane sempre il doppiaggio, che definirlo “pessimo” sarebbe un eufemismo. Ma il fulcro dell’intera pellicola è senza alcun dubbio la presenza di Belen Rodriguez, le cui doti artistiche sono state a lungo decantate dal collega Christian De Sica, che la segue ormai da tempo anche con gli spot tv. Non mancano le frecciatine (vedi calendario, vedi Carfagna) e i riferimenti agli eventi di attualità, non manca nemmeno il lato b di Belen scoperto per la gioia degli spettatori che, quantomeno, si consolano così per aver speso i soldi del biglietto. Diciamolo chiaramente: se non ci fosse stata Belen, questo film non avrebbe incassato nemmeno un centesimo. Tutto il resto è poesia allo stato puro, frasi memorabili da citare in qualche caffè letterario. La comicità trita e ritrita dell’accoppiata Boldi-De Sica riproposta in altri luoghi, in altri laghi e con altri volti. Non si può fare a meno di regalare copiosi sbadigli allo schermo, sperando che la sala prenda fuoco per poter uscire di corsa, senza rimpiangere gli euro spesi che si sa, in tempo di crisi, sono comunque un pensiero non da poco.