Dopo la collaborazione in “Impy e il mistero dell’isola magica”, Reinhard Kloss e Holger Tappe tornano al lavoro su un altro progetto di animazione, “Animals United” (Konferenz der Tiere), tratto dal romanzo dello scrittore Erich Kästner.
“La conferenza degli animali“, letteralmente tradotto, “Animals United” è un film ecologista e pacifista che prende in considerazione la tematica più attuale che mai dell’inquinamento e dei disastri ambientali che sconvolgono quotidianamente il nostro pianeta. Simbolo di questa consapevolezza sono gli animali più anziani, una coppia di dolci tartarughe settecentenarie che conoscono bene l’uomo e che, arrivate quasi alla fine del loro lunghissimo percorso, si ritrovano in un pianeta sconvolto dal petrolio, dall’assenza di acqua e dalla famelica gestione dei beni da parte delle multinazionali. Realizzato in animazione CGI e 3D (totalmente superflua, tanto per cambiare), “Animals United” forse è fin troppo moralista ed ecologista, tanto da dimenticarsi di essere un film che attira soprattutto i bambini e non diverte come dovrebbe, concentrandosi in particolar modo sul fine pedagogico. Ma si sa che per riuscire nell’intento l’efficacia è il requisito principale ed in questo caso manca. Quel che non manca, invece, sono i riferimenti ad altri film d’animazione particolarmente amati dai bambini, come “L’Era Glaciale” e “Madagascar“. Non troviamo battute splendenti o scene particolarmente divertenti, ma solo un gruppo di animali intenti a salvare il pianeta dalla cattiveria umana. Un ottimo fine, non c’è che dire, ed ottimo il messaggio che si vuole inviare allo spettatore, utilizzando le caratteristiche proprie di ogni specie per tirarne fuori delle caricature, dalla mangusta piccola e in apparenza debole capace di rivoluzionare tutto, al leone pacifista e vegetariano che passa le giornate a prendere il sole, passando per una giraffa che bada molto all’estetica, galli vanitosi e scimmie che dimostrano un’intelligenza talvolta superiore a quella di noi presuntuosi umani. Il protagonista principale della storia è, appunto, la mangusta Billy, padre di famiglia che passa le giornate a giocare con la cacca delle iene rinsecchita sotto il sole e a cercare acqua, ma il suo fallimento più grande è aver deluso il figlio e Billy ha bisogno di qualcosa che lo aiuti a riprendersi la sua dignità. La scoperta di una diga nella Valle dei Morti, dove gli elefanti vanno a morire e da cui gli altri animali non tornano vivi (che fa tanto “Il Re Leone“) dà il via alla grande avventura di Billy, il leone ed inseparabile amico Socrate e tutti gli altri animali, determinati come non mai a cambiare le sorti dell’intero pianeta. Il gruppo è variegato e dopo l’incredulitàà e lo spaesamento iniziali, si fa ben compatto per portare a termine la particolare missione: far valere le proprie ragioni in occasione della Conferenza Mondiale per l’Ambiente, per cui vediamo un’inedita New York invasa da tutti gli animali della savana e dintorni. Il tema del rapporto padre-figlio è esplicito e viene affrontato sia per quanto riguarda la mangusta Billy che per quanto riguarda la bambina ecologista contro il padre che di pietà nei confronti dell’ambiente e del mondo animale ne ha davvero poca.
Come è giusto che sia, la figura dell’uomo ne esce parecchio massacrata: le multinazionali sono diposte a qualunque cosa pur di ottenere soldi, soldi e ancora soldi, ma in tutta questa avidità risplendono gli occhi di una bambina (difficile da comprendere se sia maschio o femmina) che pensa al destino degli animali e gli stessi animali hanno deciso che l’unione fa davvero la forza. Come già detto, onore al messaggio che si vuole inviare, ma il “Animals United” rimane comunque una storia gestita male, senza profondità e senza effetto. Una storia per bambini che sicuramente non li divertirà come sono in grado di fare molti altri lavori. Il film rimane un prodotto freddo, quasi forzato, una storia con infinite potenzialità, ma non sfruttate. “Animals United” è un film che può essere tranquillamente dimenticato, sperando che la coppia di registi riesca a fare di meglio, in futuro, ammesso che un futuro collaborativo ci sia.