John Landis ritorna dopo dodici anni e finalmente sembra essersi rimesso in carreggiata. Era dai tempi di “Una poltrona per due” (1983) che Landis non proponeva una pellicola che potesse colpire davvero il pubblico. “Burke & Hare – Ladri di cadaveri” non è un capolavoro, ma è una piccola sorpresa, avevamo bisogno di un John Landis in forma, dopo i vari “Donne amazzoni sulla luna” e “Amore all’ultimo morso“.
Proprio come in “Un lupo mannaro americano a Londra“, ecco che John Landis torna a mescolare il genere horror con la commedia, dando vita ad un genere grottesco del tutto peculiare, quasi inconfondibile e divertente, ma con moderazione. Non siamo ai livelli del cult “Animal House“, che pure viene citato sul finale, ma sicuramente dopo questa lunga assenza John Landis non delude e sforna un noir assolutamente apprezzabile. “Burke & Hare – Ladri di cadaveri” tuttavia rimane una pellicola che potrà essere maggiormente gradita da coloro che amano il cinema ben fatto. Pellicola che non ha richiesto un budget da capogiro e curata anche nei particolari, “Ladri di cadaveri” vanta la presenza di un’accoppiata riuscitissima: Simon Pegg ed Andy Serkis infatti sono i protagonisti di questa commedia all’insegna dell’orrore, la sintonia è perfetta, tanto che potrebbero essere riproposti in futuro, li apprezzeremmo di certo. Siamo a Edimburgo nel 1828, alla faccia di “Jack lo Squartatore” qui abbiamo due assassini improvvisati, che sarebbero disposti a fare qualunque cosa pur di non calare a picco in mezzo ai debiti. La storia è ispirata a fatti realmente accaduti, Burke & Hare sono tra i criminali più famosi in Scozia, una vera e propria leggenda. Piccola chicca per i più curiosi: John Landis ha chiesto in prestito lo scheletro di William Burke al Museo del Dipartimento di Anatomia dell’Università di Edimburgo, per inserirlo nella sua pellicola. I due protagonisti, per racimolare qualche soldo, decidono di commettere omicidi, una volta compreso che le loro imprese commerciali sono destinate a fallire. I due scoprono che i cadaveri in un posto come Edimburgo possono fruttare parecchio, i dottori li cercano disperatamente per poter continuare con i loro esperimenti. Tra questi c’è lo spietato dottor Knox (Tom Wilkinson) ed anche il dottor Monroe (Tim Curry), Burke & Hare danno il via alla loro nuova attività e per le buie strade della città scozzese iniziano a seminare il terrore.
Da quella che sarebbe potuta essere una sanguinosa storia horror, John Landis tira fuori una commedia dai toni grotteschi ed assolutamente macabra, tra maiali sventrati e corpi smembrati o divorati dai vermi, il regista non ci risparmia davvero niente. Al contrario di quanto spesso accade in svariate pellicole, i misfatti della particolare coppia di assassini non vengono celati, ma vengono mostrati per intero, lo spettatore ne è completamente partecipe. “Ladri di cadaveri” per le ambientazioni e l’atmosfera ricorda l’apprezzato “Sweeney Todd” di Tim Burton, anche se in questo caso non si tratta di musical, ma non mancano di certo le cornamuse, tanto per non dimenticare dove siamo. Il tutto è accompagnato da colori freddi e cupi, che marcano così l’atmosfera oscura che caratterizza la pellicola e ci riportano sulle strade di Edimburgo sul finire dell’Ottocento, losche e spaventose, inquietanti, tra omicidi commessi in buie e fredde stanze, male illuminati dalla luce delle candele. Landis ci mette dentro, oltre a Serkis e Pegg, attori di un certo livello, da Tom Wilkison a Tim Curry, passando per Isla Fisher e Reece Shearsmith. Non possono passare inosservati, poi, i cammei di Christopher Lee, Ray Harryhausen, Jenny Agutter e John Woodwine. Perfetta anche la fotografia, curata da John Mathieson, fedelissimo a Ridley Scott, che ci ha regalato scene incredibili anche ne “Il Gladiatore” e “Robin Hood“. “Burke & Hare – Ladri di cadaveri” sicuramente non sfonderà al botteghino, ma è un’altra piccola ventata di freschezza, resa ancor più realistica dalle riprese in esterni, tra le strade di Edimburgo e quelle di Londra. Una storia divertente, frizzante, irriverente e senza troppi fronzoli. John Landis ci era proprio mancato, speriamo che da adesso in poi continui sulla buona strada, voi non perdete quest’accoppiata cupa e riuscitissima, sarebbe un vero peccato.