Si è conclusa la 64esima edizione del Festival di Cannes, uno degli eventi cinematografici più attesi, che ogni anno vede la partecipazione delle stelle più brillanti del cinema mondiale. Per un giorno Cannes sembra essersi trasformata in un Festival culinario a giudicare dal discorso conclusivo della manifestazione tenuto da Robert De Niro, presidente della giuria.
Robert De Niro e Uma Thurman a Cannes Il due volte premio oscar De Niro (“Il padrino parte II” e “Toro Scatenato”) durante il discorso di chiusura del Festival si è cimentato in un francese misto inglese scatenando l’ilarità del pubblico presente. De Niro ha dichiarato di “aver vissuto una splendida esperienza insieme ai miei champignons” (funghi). Ovviamente il divo hollywoodiano voleva dire “companions” (colleghi) ma tutto sommato la sua gaffe ha portato un vento di leggerezza proprio alla fine di una manifestazione scossa dalle dichiarazioni di Lars Von Trier. Se, infatti, De Niro ha provato a cimentarsi in una lingua che non conosce bene (o forse è un lapsus dovuto alle abbuffate nei ristoranti di Cannes) il regista danese, in concorso con il film “Melancholia”, ha farneticato sulle sue origini naziste (la madre sul letto di morte gli avrebbe confessato che Ulf Trier , di origine ebrea, non era il suo padre biologico) sostenendo di provare simpatia per Hitler (“lo capisco solo nel bunker”) e ha definito Israele “un problema” (non proprio in questi termini ma molto più volgarmente) promettendo, infine, un “film sulla soluzione finale dei giornalisti” in quella che appare come una terribile citazione da fine guerra (la soluzione, come sterminio, finale degli ebrei). Il regista danese è stato espulso da Cannes mentre il suo film è rimasto in concorso. Fortuna per Kirsten Dunst premiata come miglior attrice. La Dunst ha comunque ringraziato Lars Von Trier per avergli permesso di recitare in totale libertà. Evidentemente, Lars era impegnato a preparare il suo delirante monologo che sembra esser piaciuto solo dalle parti dell’Iran (e come ti sbagli) mentre ha lasciato a dir poco perplessi tutti gli addetti ai lavori e non. Cala dunque il sipario sulla 64esima edizione del Festival, la Palma d’oro è andata a “The Tree of Life” di Terrence Malick, tra monologhi filo-nazisti e gaffe. Ora tutti a cena, De Niro compreso, per un bel risotto. Con gli Champignons, ovviamente.