La regista Cristina Comencini ha incontrato il pubblico a Verbania per LetterAltura, il Festival di Letteratura di Montagna che si tiene ogni anno, proprio nella località piemontese, dal 22 al 26 giugno. Sabato scorso la regista ha parlato del suo nuovo film, “Quando la notte“, che ha come protagonisti Claudia Pandolfi e Filippo Timi e che le ha permesso di dire la sua sull’attuale condizione del cinema italiano, ma anche quella della donna nella società. In “Quando la notte” Claudia Pandolfi interpreta una donna che decide di trascorrere un mese in montagna con il figlio e va a vivere sopra l’appartamento di una scontrosa guida di montagna, interpretata da Filippo Timi. La pellicola è ambientata a Mucugnaga, sotto il Monte Rosa e le riprese hanno richiesto molto impegno e molta fatica, proprio come spiega la Comencini:
É stato un film faticoso: per la troupe e per noi, perché i posti dove abbiamo girato erano raggiungibili solo a piedi o in elicottero. Uno sforzo produttivo pazzesco, eravamo condizionati fortemente anche da ogni minima variazione metereologica.
Cristina Comencini ha spiegato che “Quando la notte” è stata anche una sorta di sfida, perché ha scelto una location difficile, solamente poco utilizzata nel cinema, perché ad essa vengono preferite location più comode, come le caotiche città:
Il cinema è sempre un po’ scoraggiato dalla montagna, dalle sue difficoltà; e tende ad ambientare le sue storie sempre in città, nonostante l’Italia sia ricchissima di montagne. Io ho cercato di sfuggire, con la regia, all’immagine turistica, da cartolina, della montagna. Volevo rappresentarla come la vedono i suoi abitanti, e in questo il ghiacciaio sotto il Monte Rosa e il paese di Macugnaga, circondato dai monti in quasi in modo incombente, è stato utilissimo. C’è stata un’interazione molto forte tra il cinema e il luogo.
Tra le tematiche che il film affronta, c’è anche quella della maternità, incarnata da Claudia Pandolfi, che nel film si trasferisce in montagna proprio con il suo bambino:
Non bisogna dare per scontata la maternità, banalizzarla. Fare un figlio, oggi più che ieri, è un evento enorme, per una donna. Fare un bambino è una scelta, forte, rispetto a quegli spazi di libertà che la donna faticosamente è riuscita ad ottenere nel tempo. Nel film Quando la notte l’amore della mamma per il bambino non è scontato, è una conquista della protagonista.
E dalla maternità, viene naturale commentare l’attuale situazione della donna. La regista romana ha parlato anche della manifestazione “Se non ora, quando” che si è tenuta lo scorso febbraio:
Con quella manifestazione noi abbiamo solo detto che non c’è alcuna possibilità per un paese che non fa entrare ancora le donne a pieno titolo nella società. Una situazione esplosiva, in Se non ora, quando non c’entrava il moralismo. Entrava il fatto che c’è un legame profondo tra il modo in cui le donne vengono rappresentate, in modo arcaico e degradante, con la vita reale che fanno. La gente che è scesa in piazza, tra cui moltissimi uomini, questa cosa l’ha sentita.
E, tornando al cinema italiano, ormai da anni non si fa che parlare di crisi, ma questa crisi esiste davvero? Secondo la Comencini, no:
Tutta la mia vita ho sentito parlare di crisi del cinema italiano, anche da mio padre. Ora, per la prima volta posso comunicare in un posto pubblico che il cinema italiano non è in crisi.
Secondo la regista, in realtà è il cinema americano ad essere entrato in crisi, mentre quello italiano, nonostante i molti problemi, ha fatto anche qualche passo in avanti:
Siamo stati bravi negli ultimi anni, abbiamo riportato il cinema al pubblico. Il cinema italiano da molti anni non conosceva un successo come quello che ha ora, è una situazione straordinaria: ha veramente riconquistato il pubblico. Certo, il cinema italiano ha ancora tanti problemi, ma paradossalmente oggi la vera crisi ce l’ha il cinema americano. Forse il nostro cinema ha saputo approfittare della attuale mancanza di idee di quello americano; ma anche il pubblico italiano ha dimostrato grande interesse per delle storie italiane. Tutta la mia vita ho sentito parlare di crisi del cinema italiano, anche da mio padre. Ora, per la prima volta posso comunicare in un posto pubblico che il cinema italiano non è in crisi.
Ma voi siete d’accordo?