Ha deciso di appendere la macchina da presa al chiodo. Ma prima di farlo Steven Soderbergh ha girato un thriller fantascientifico, composto da un cast all star. Si tratta di “Contagion”, di cui la casa di distribuzione Warner Bros ha rilasciato il primo trailer. Soderbergh ha dichiarato di volere abbandonare la carriera da registe e, giudicando dalle immagini del trailer, pare averlo voluto fare in grande stile. Il film debutterà nelle sale cinematografiche statunitensi il prossimo 9 settembre. La notizia, ufficiosa ma non ancora ufficiale, di un’uscita anticipata proprio al 9 settembre fissata dalla Medusa che curerà la distribuzione italiana fa propendere per un passaggio al Festival di Venezia della pellicola; magari fuori concorso come avvenne due anni fa per l’ultimo film di Soderbergh, “The Informant!”. Il film ruoterà intorno ad un virus che colpisce mezza popolazione del mondo in pochissimo tempo, lasciando nella disperazione e nella paura del contagio vissuta dai (pochi) superstiti. “Contagion” percorrerà le vicende di alcuni personaggi in un contesto di sofferenza come quello di una quarantena. Il cast del film potrà contare su un nutritissimo gruppo di star hollywoodiane: i premi Oscar Marion Cotillard, Matt Damon, Gwyneth Paltrow e Kate Winslet, oltre ai candidati all’Oscar Laurence Fishburne e Jude Law. Un red carpet composto da cotanti nomi potrebbe garantire una copertura mediatica straordinaria ed questa una delle molte ragioni per cui la direzione del Festival di Venezia sta cercando di accaparrarsi il film. Inoltre questo potrebbe essere davvero l’ultimo film di Steven Soderbergh, premio Oscar per “Traffic”, Palma d’Oro a Cannes con il suo film d’esordio “Sesso, bugie e videotape” (1989) e autore molto apprezzato in Laguna, dove ha presentato “Delitti e segreti” nel 1991, “Bubble” nel 2005 e “The Informant!” nel 2009. Una lunga carriera, ricca di soddisfazioni ma anche di clamorosi flop (su tutti il remake di “Solaris” e il dittico “Che” sulla figura di Ernesto Guevara), destinata a concludersi, come dichiarato dallo stesso Soderbergh:
Qualunque forma d’arte è un modo di risolvere problemi. Quando ci lavori riesci a eliminare più velocemente le versioni che non sono buone. Ma quando ho iniziato ad avere la sensazione di avere già girato quella scena, di avere fatto già una cosa di quel tipo prima, in quel momento ho seriamente pensato a una svolta. Quando vedi quegli atleti che sono ancora in circolazione per un paio di stagioni di troppo, è un po’ triste.
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