Domenica frenetica quella vissuta quest’oggi al Lido. Sono stati infatti presentati in concorso “Shame” di Steve McQueen e il primo dei tre titoli italiani che si contenderanno il Leone d’Oro, “Terraferma” di Emanuele Crialese. Ma oggi è stata anche, se non soprattutto, la giornata di Al Pacino che presenta fuori concorso “Wilde Salomè”, straordinario documentario che si fonde con la fiction, con il backstage di un lavoro teatrale, con immagini di repertorio e racconta la vita di Oscar Wilde. Un’opera aperta, sperimentale e ricchissima (sia dal punto di vista contenutistico che visivo) che ci restituisce un Pacino fantastico regista dopo quell’altro capolavoro che era “Riccardo III – Un uomo un re”. L’attore premio Oscar sarà premiato in serata con il premio Glory to the filmaker, riconoscimento alla sua pluridecennale carriera. Per quanto riguarda il concorso, grande scandalo ma anche grandi applausi ha suscitato “Shame”, opera seconda del video artist Steve McQueen che vede protagonisti Michael Fassbender (ancora una volta autore di una prova di impressionante bravura) e Carey Mulligan. Un film ricco di scene forti e di espedienti narrativi crudi, ma assolutamente funzionali alla narrazione del degrado morale e sociale che il regista scozzese intende raccontare. Vero e proprio centro nevralgico della rappresentazione filmica, Fassbender con questo film si candida seriamente alla vittoria della Coppa Volpi, riconoscimento per cui dovrà battagliare con un altro giovane e clamoroso talento attoriale della nuova Hollywood come Ryan Gosling. Altrettanti applausi ha ricevuto “Terraferma” di Emanuele Crialese, storia di immigrazione e solidarietà, di accettazione dell’altro da sè e di indagine sulle contraddizioni del nostro tempo. Un’opera di 88 densissimi minuti che lascia disarmati per la straordinaria umanità che riesce a emanare grazie a personaggi scritti (per una volta nel cinema italiano) assai bene e mai macchiettistici. Crialese è già stato premiato alla Mostra sei anni fa con un Leone d’Argento per “Nuovomondo” e con questo film intenso e molto bello si candida alla vittoria finale, un riconoscimento che il cinema italiano non si aggiudica dal 1998: allora a vincere il Leone d’Oro fu “Così ridevamo” di Gianni Amelio.