Intanto dimenticate il sottotitolo che la distribuzione italiana ha voluto affibiargli: “il vampiro della porta accanto” è un classico titolo acchiappa ragazzini emo (cosa confutata anche dal trailer), e dà un’impressione molto lontana dalla realtà. Il film racconta si di ragazzini che devono oltrepassare la linea d’ombra che dall’adolescenza porta all’età adulta, ma lo fa in maniera niente affatto romantica o soft. Il film è la storia del giovane Charlie Brewster (interpretato da Anton Yelchin), con un passato rinnegato da nerd, ed un presente fatto di amici e una ragazza sexy come compagna. I problemi arrivano quando un nuovo vicino si trasferisce nella casa accanto alla sua. Il vicino, Jerry (Colin Farrell), è affascinante e misterioso e ci mette poco a conquistarsi le simpatie della madre. Peccato che Jerry sia un vampiro molto pericoloso. E quando il suo ex migliore amico sparisce, Jerry deve trovare il modo di liberarsi del mostro. In tempi di remake scialbi, esangui, banali, senza idee nè nerbo, e di storie di vampiri emo-sognatori e perennente innamorati, questo remake dell’Ammazzavampiri di Tom Holland, anno 1985 giunge inaspettato e come gradita sorpresa. Del regista di questo aggiornamento, Craig Gillespie avevamo già apprezzato il surreale Lars e una ragazza tutta sua. In questo remake (ma il film è più che un remake) prende il canovaccio della “vecchia” pellicola e lo aggiorna ai nostri tempi, riuscendo a mantenere un’atmosfera ed un fascino eighties. Non era facile, ma è riuscito a rimanere fedele all’originale tradendolo in più punti. Così il vampiro non è più un dandy elegante ed affascinante ma diventa una sensuale macchina di morte; così l’ammazzavampiri non è un vecchio attore di film horror ma uno stonato ed egocentrico illusionista di Las Vegas incrocio tra il Brandon Lee del Corvo e Marylin Manson. Marti Noxon, sceneggiatrice del film, già braccio destro di Joss Whedon per le serie cult Buffy ed Angel, ha fatto un lavoro egregio, ed alcune sue caratteristiche sono ben evidenti nel film: un’attenzione tutta particolare per i personaggi femminili non stereotipati (come la ragazza di Charlie che uno sceneggiatore svogliato avrebbe delineato come oca carina ma nella penna della Noxon diviene personaggio a tutto tondo, vera); una storia senza particolari guizzi a livelli di intreccio tutta concentrata sui personaggi; soprattutto come non notare la furia selvaggia del vampiro interpretato da Colin Farrell e non paragonarlo all’evil Angel che imperversò, terririzzò ed affascinò il pubblico televisivo? Stesso carisma, stessa mancanza di empatia e umanità, stessa cattiveria. Tutto questo è supportato da una regia ottima, senza evidenti cali di tensione, concitata nelle scene d’azione, tesa nei momenti di apparente calma. Ripetiamo: magari tutti i remake fossero così! [starreview tpl=16]