Lo scorso 29 aprile, poco prima che avesse inizio la trasmissione “La vita in diretta“, il conduttore Lamberto Sposini ha avvertito un malore che si è poi rivelato un’emorragia cerebrale. A distanza di mesi, la via del recupero è ancora tutta in salita, intanto i colleghi si sono dimostrati solidali con lui e tra tutti, Mara Venier, che conduceva il programma insieme a lui. Oggi Francesca Sposini, figlia del giornalista, rivela a Vanity Fair che la Venier ha sfruttato la situazione, raccontando di non poter andare a visitare il collega (aveva così detto a “Chi”: “Non mi è permesso di andare a trovare Lamberto in ospedale. Non posso fare altro che accettare le decisioni di chi si occupa di lui“), ma la figlia ha smentito ogni cosa:
Ora basta. Non è vero: nessuno impedisce a Mara Venier di venire a trovare papà. Questa non è La vita in diretta, è la vita vera. E il nostro dolore merita più rispetto.
Lamberto Sposini fortunatamente si sta rimettendo e sta seguendo il percorso riabilitativo e sta iniziando a parlare, impegnando tutte le sue energie per guarire al più presto:
È vigile, cosciente, legge i giornali, guarda la Tv, ce la mette tutta. La malattia non lo ha sfigurato. È solo molto magro, ha bisogno di riposo e privacy.
Francesca Sposini ha detto la sua sul comportamento di Mara Venier:
Temo che la signora voglia strumentalizzare questa vicenda tragica. A pochi giorni dalla messa in onda del programma.
Il programma è iniziato lo scorso 12 settembre senza Sposini, Francesca racconta che la Venier è andata a trovare il collega in ospedale il giorno in cui è stato male e poi ancora qualche giorno dopo e poi non è più andata:
Da 4 mesi informo tutti coloro che mi chiedono della salute di papà, non lesino notizie a nessuno. E, quando mi chiedono di fargli visita, mi limito a riportagli la richiesta. Non se la sente di vedere tutti, ma è lui a scegliere. La Venier non mi ha mai chiamato. Nessuno le ha detto di no. Non avendo buoni rapporti con alcuni dei miei familiari, forse ha deciso di montare un caso. Ripeto: la signora non si è mai rivolta a me, quindi, nell’augurarle buon lavoro, la pregherei di smetterla di parlare a sproposito.