Ogni anno l’industria cinematografica hollywoodiana si riunisce per la cerimonia dell’American Cinematheque Award, in cui sono premiati attori o registi che grazie al loro lavoro portano costantemente beneficio all’arte del cinema. Nell’ultima edizione è stato premiato Robert Downey Jr., discusso – ma straordinariamente bravo – attore newyorkese. Il figlio del regista Robert Downey Sr. ha vissuto numerosi anni nel baratro della droga, venendo arrestato più volte per possesso e consumo di stupefacenti. Condannato a tre anni di reclusione, dopo averne scontato uno, gli fu concessa una seconda chance, dai produttori di “Ally McBeal”. Le interpretazioni televisive gli hanno regalato un Golden Globe come miglior attore nella categoria commedia-musical. Downey ha avuto, in seguito, numerose ricadute tanto che in molti pensarono che la sua carriera fosse ormai al termine. Non è stato così, infatti, Robert ha avuto il coraggio e la forza di “tornare a vivere” e con film come “Iron Man” e “Sherlock Holmes” ha dimostrato di essere più vivo che mai. La rinascita di Robert Downey Jr è stata facilitata dal suo grande amico, ora anche lui nell’occhio del ciclone, Mel Gibson. Durante la passata cerimonia Downey ha voluto quindi ringraziare pubblicamente il suo fraterno amico chiedendo di non continuare nel boicottaggio che sta tenendo il nostro cuore impavido fuori dalle grandi produzioni cinematografiche. Un “riposo forzato”, dovuto alle esternazioni antisemite di Mel Gibson verso un gruppo di poliziotti di Los Angeles. “Chi è senza peccato scagli la prima pietra” ha detto Robert, continuando con “Se siete senza peccato non fate parte di questa industria”. Ha poi raccontato di come Mel gli abbia dato un tetto sulla testa e cibo in tavola anche nei momenti più bui e di come gli dicesse “Devi abbracciare il cactus a lungo per diventare un uomo”. Gibson è sempre stato vicino al suo amico e collega (hanno recitato insieme nel film “Air America”) rincuorandolo e spronandolo a non mollare. Ma soprattutto lo avrebbe invitato ad aiutare sempre il prossimo. Forse mai avrebbe immaginato che “quel prossimo” bisognoso d’aiuto potesse essere proprio lui. Quella di Robert Downey Jr è una vera richiesta pubblica di perdono, da brividi, quasi da lacrime. Una storia di talento in antitesi con la tranquillità, quella delle persone normali ma non degli attori, costantemente sotto pressione (nonostante gli ingaggi miliardari). I presenti hanno applaudito a lungo le parole dello “Charlot” di Hollywood e noi speriamo che ora la prigione dorata di Gibson possa essere smantellata, i cancelli aperti e che possa tornare sui grandi schermi con nuovi ruoli e finanziamenti. Ricordiamo infatti che Mel è, soprattutto negli ultimi anni, impegnato in grosse produzioni (“La Passione di Cristo”, “Apocalypto”), dispendiose e coraggiose (girate anche in lingue originali, come Latino e Aramaico e Maya Yucateco) come il film sui vichinghi con protagonista Di Caprio (sarà girato in lingua norrena) che sarà probabilmente l’ultima fatica nelle vesti di regista. Speriamo che le parole di Robert Downey Jr abbiano colpito al cuore chi di dovere, e parliamo delle principali Mayor di Hollywood. Una seconda chance va data a tutti, Soprattutto se parliamo di attori dal talento purissimo. In bocca al lupo a tutti e due.