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“One Day”: recensione in anteprima

Quindici luglio 1988, Emma Morley e Dexter Mayhew si sono appena laureati e passano “casualmente” la notte insieme. Non succederà nulla ma nascerà una bella amicizia. Un legame che per i successivi vent’anni si consoliderà, con i due che – sempre il 15 luglio – vivranno dei momenti cruciali del loro rapporto. Emma è una ragazza ambiziosa, sogna di diventare una scrittrice ma si arrangia servendo ai tavoli di un ristorante messicano. Ha principi solidi, crede nell’amore, quello vero, e vorrebbe fare del mondo “un posto migliore”. Fisicamente “sembra” (ma attenzione ha doti nascoste) il classico brutto anatroccolo: vestiti larghi e pesanti, montatura degli occhiali che più spessa non si può e trucco zero. Dexter invece è un ragazzo di bell’aspetto, capello spettinato, abiti alla moda, viene da una famiglia dell’alta borghesia e pensa solo a divertirsi. Sogna di lavorare in televisione e ci riesce. Nella prima parte “One Day” segue un copione abbastanza scontato: lui ha successo, guadagna molti soldi, acquista una bella casa e donne a volontà; lei vive alla giornata, alloggia in una topaia e l’unico corteggiatore  è un buffo attore comico (in realtà non fa ridere). Per lei il quindici luglio è l’occasione di rivedere quel ragazzo conosciuto il giorno della laurea. Per lui è la possibilità di confessarsi con l’unica donna che lo può davvero capire, senza implicazioni “fisiche”. Sarà proprio Dex a trascinare Emma in una settimana di vacanza in Francia (stupenda la scena in cui si stipulano le regole del viaggio, che verranno tutte infrante) che si rivela come uno spartiacque: il copione cambia, Dex  scivola verso il fondo ed Emma scala la vetta del successo, con annesso il cambiamento fisico. Da cameriera “bruttina” si trasforma in una affascinante scrittrice.  

One Day
Viviamo la storia dei protagonisti anno per anno ma solo attraverso quel fatidico quindici di luglio. Una giornata estiva che per i due protagonisti è come l’occasione per un inventario. Dexter cresce ma si accorge che la sua vita gli sta scivolando via: beve, abusa di cocaina e viene considerato dai giornali  come il “re della tv trash”, perde di vista i genitori e infine viene licenziato.  L’unica valvola di sfogo è proprio la sua amica Emma che invece con le unghie sta ottenendo quello che vuole. Ma è solo apparenza, lei in realtà è innamorata di Dex, lo è sempre stata e forse è realmente felice solo quando lo può incontrare. Passano gli anni, tra lutti da elaborare, successi, delusioni, risate, lacrime, matrimoni, figli ma i due scopriranno solo dopo vent’anni che quello che volevano era là a portata di mano.
One Day
“One Day”, diretto da Lone Scherfig (“An Education“) è l’adattamento cinematografico dell’omonimo bestseller di David Nicholls che si è occupato anche della sceneggiatura.  Si presenta come una straordinaria storia d’amore, intensa, sofferta, prolungata che deve superare diversi ostacoli per consacrarsi. Anne Hathaway (Emma) e Jim Sturgess (Dexter) sono i perfetti interpreti di questa ventennale amicizia. Sempre al limite tra “forte legame” ed “amore” i due riescono nell’impresa di non cadere nello smielato, non perdono di credibilità nonostante sia complicato rappresentare una unione così lunga. Nella prima parte preferiamo la Hathaway, grintosa, sarcastica, nel pieno della maturità artistica. Alla lunga viene fuori anche Sturgess che però ha forse un compito più semplice e un ruolo che sembra essergli cucito addosso. “One Day” segue un ritmo abbastanza elevato anche se nel finale intraprende un percorso – di circa dieci minuti – forzato, di cui si poteva fare a meno. La Scherfig e Nicholls riescono comunque nell’impresa di realizzare una pellicola mai scontata con diversi colpi di scena. Si ride (e tanto) e si piange in una alternanza continua che solo nel finale prende una direzione netta e decisa. I personaggi di Emma e Dex hanno priorità diverse, prendono decisioni, commettono sbagli, si innamorano ma, come magicamente, in quell’unico giorno sono come due entità uniche e sole nell’universo. Lo spettatore si ritrova quasi “costretto” a tifare per loro, per il loro amore. Perché in fondo è quello il leitmotiv del film, la carrozza dell’amore che traina sentimenti contrastanti, quasi agli antipodi. Si è vero, gli opposti si attraggono è una di quelle frasi fatte che più spesso ci sentiamo ripetere, ma qui è diverso: Dex ed Emma sono distanti ma allo stesso tempo paradossalmente uguali. Sembrano perdersi ma alla fine si ritrovano sempre come se fossero dotati di una calamita interiore che li “costringe” a restare uniti. Non si vedono solo il quindici luglio ma è solo nell’arco di quelle ventiquattro ore che si consumano le loro passioni e le loro paure. Solo in quel “magico” San Swithin (il rischio è che ora possa insediare San Valentino) tutto è possibile, il tempo sembra quasi fermarsi, anche se in realtà scorre ed anche veloce. Finché entrambi non capiranno che il destino ha già scelto per loro. Sarà difficile trattenere le lacrime e non parliamo esclusivamente del pubblico femminile. “One Day” ti colpisce dritto al cuore, grazie a una regista di talento, uno sceneggiatore preciso e un cast affiatato. Consigliato [starreview tpl=16]

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