La leggenda de “Il Gatto con gli stivali” nasce nell’orfanotrofio del piccolo villaggio di San Ricardo, dove un piccolo micio e un uovo di nome Humpty Dumpty fanno amicizia. Entrambi sognano una vita migliore, magari riuscendo a trovare i fagioli magici in grado di trasformarsi in una pianta di fagiolo che li possa condurre là tra le nuvole, in un castello abitato dalla leggendaria gallina dalle uova d’oro. Il sogno infantile sembra però rimanere tale e, con gli anni che passano, sempre più flebile resta la speranza di poter vedere il piano portato a termine. Ma ecco che, per almeno uno dei due, la fortuna sembra virare bruscamente: Gatto con una ardita manovra salva la madre del comandante di San Ricardo da un toro lanciato per le vie cittadine in una folle corsa senza controllo. Da anonimo felino a eroe del villaggio, il passo è breve ed ecco che al Gatto verranno donati cappello e stivali per l’onore e il coraggio mostrati. La scalata verso il successo di Gatto è accompagnata dalla perfida gelosia dell’uovo che trascina l’amico di sempre in una rapina a sua insaputa. Saranno inseguiti dalle guardie, il Gatto disonorato e l’Uovo arrestato.
Diretto da Chris Miller e doppiato da Antonio Banderas, Salma Hayek, Zach Galifianakis, Billy Bon Thornton e Amy Sedaris, “Il gatto con gli stivali” è il nuovo ed avvincente film d’animazione targato Dreamworks. Già presente nella saga di “Shrek”ora il simpatico felino dall’accento spagnolo e abile spadaccino, ha un film tutto suo. Essenziale per il suo ego.
Giudizio sul film
“Il gatto con gli stivali” non è un semplice film d’animazione ma una pellicola ben orchestrata che affronta temi come l’amicizia, l’eroismo, la gelosia, invidia e redenzione. Una seconda possibilità non va mai negata, sembra esser questa la morale del film. Sì, parliamo pur sempre di una commedia, brillante oltretutto, ma la sensazione è che si sia deciso di puntare sul 3D in modo intelligente, rivisitando la fiaba di Perrault (la prima versione si deve però a Giovanni Francesco Straparola) con alcuni spunti brillanti, dotando il gatto di un irresistibile accento spagnolo (un Banderas notevole, meglio che nelle ultime prestazioni in “carne e ossa”), contestualizzandolo in un luogo preciso (un piccolo villaggio spagnolo). Abile spadaccino, ghiotto di latte, pregevole ballerino e focoso latin lover. Davvero difficile scindere tra il Gattone rossiccio e l’attore di Malaga poiché il personaggio animato sembra rispecchiare sia caratteristiche tipiche feline, sia le doti naturali dell’attore che, recentemente, abbiamo visto al cinema nella pellicola “La pelle che abito” di Pedro Almodovar. Quello che la Dreamworks ci presenta è un Gatto coraggioso, senza paura, costretto a sopportare un doloroso tradimento ma con la capacità di perdonare, e di sedurre. Difficile per la gatta Kitty, compagna di avventure nella ricerca della gallina dalle uova d’oro, resistergli. Questo “Gatto con gli Stivali” sembra la versione felina di Zorro (personaggio interpretato dallo stesso Banderas) e si muove in scenari tipici da film western tra spericolate corse in carrozza e rocambolesche discese tra nuvole e foglie magiche. Film per bambini ma non solo, perché il Gatto ha uno sguardo seducente e sarà difficile anche per i più disincantati non provare una piccola emozione (anche la guardia del carcere sembra non essere in grado di resistere al magnetico miagolio dell’animale).
Commento finale
“Il gatto con gli stivali” di Chris Miller si colloca tra le migliori produzioni della DreamWorks, rischiando di replicare lo strepitoso successo di “Shrek”. Proprio nella saga, con protagonista il simpatico orco, assistiamo alla prima apparizione del Gatto e lo stesso regista ha confermato come fu amore quasi da subito: “Sentivo che era solo questione di tempo affinché Gatto avesse un film tutto suo”. Quel momento è arrivato e siamo sicuri che sarà solo il primo capitolo di una entusiasmante storia.
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