Lucia e Fausto sono due genitori che scoprono, a causa della vicina impicciona, il vero lavoro svolto dal figlio Marco: il ragazzo è una pornostar, protagonista di un DVD che sta andando a ruba e dal titolo abbastanza esplicito: Dr. Trombhouse, nel quale il diciannovenne interpreta un dottore – con scarse qualità recitative – superdotato. Sconvolti cercheranno di capire il perché di questa scelta e come mai il loro unico figlio, apparentemente apprendista cuoco, sia diventato improvvisamente un divo del cinema a luci rosse. Interpretato da Luciana Littizzetto (Lucia), Rocco Papaleo (Fausto) e dal figlio di Sergio Castellitto, Pietro (Marco), “È nata una star”, adattamento cinematografico del romanzo omonimo di Nick Hornby (“Febbre a 90°”). è diretto da Lucio Pellegrini (“Figli delle stelle”, “La vita facile”).
Giudizio sul film
Ma la pornografia non è un po’ come la droga? Chiede Fausto alla consorte, in una nottata insonne costellata di domande sul rapporto di coppia, tra ex, racconti di “dimensioni” e agitazioni per il futuro lavorativo scelto dal figlio. Ma la pornografia, il sesso all’interno del cinema , è davvero devastante come l’ assuefazione a una qualsiasi droga, leggera o pesante? Probabilmente no, se compiuto in assoluta autonomia e prendendo le giuste e doverose precauzioni. Il risultato agli occhi di due genitori “comuni” è però il medesimo: il figlio, ha dei problemi viene sentenziato senza possibilità di appello e – addirittura – , definito un “fenomeno da baraccone” da papà Papaleo in un impeto di rabbia.
Sì, non deve essere facile per una coppia sposata da tanti anni venire a conoscenza della attività pornografica del figlio che, spinto da un amico “regista” decide di cercare il suo posto nel mondo, “stufato” della quotidianità della sua vita, un po’ come la co-protagonista del porno, ex impiegata in una agenzia di viaggi. Gli spunti per creare una commedia divertente e scanzonata ci sarebbero tutti, soprattutto pensando al romanzo di Hornby dalla scrittura facile ma efficacissima capace di descrivere assai bene le dinamiche famigliari dei protagonisti del libro. Sia nel rapporto tra moglie e marito che in quello dei due con il figlio improvvisata “star”. Eppure Lucio Pellegrini partorisce una commedia che stenta davvero a decollare nonostante una premessa che lascia ben sperare e in cui la protagonista – la sempre brava Littizzetto – riceve in regalo dalla vicina il DVD incriminato in cui il figlio si presenta come il Dr. House del porno, con tanto di recitazione improvvisata che fa tanto hard movie. La reazione della mamma è del tutto simile a quella del padre, un ragioniere fin troppo comune interpretato da un Papaleo che dimostra di sapersi integrare bene in qualsiasi progetto, capace di spaziare con maestria dalla tv al cinema sempre con ottimi risultati. E fortuna che ci sono loro, verrebbe da dire, (senza nulla togliere a Pietro Castellitto tenuto colpevolmente ai margini) a dare brio a una pellicola piuttosto piatta, soporifera che non sfrutta l’idea originale lasciando l’argomento porno in uno stato embrionale e peccando di presunzione convincendosi di poter improntare i 90 minuti della film sulle flebili ed estemporanee battute dei personaggi.
Commenti finali
Si ride ma la sensazione che sia mancato il coraggio è evidente. Il film non riesce a ritrasmettere le stesse emozioni del romanzo, volendo lasciare spazio a una improvvisazione marcata tanto da far sospettare di una messa in scena del tutto casuale.
Una occasione persa
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