Penultimo giorno del Festival di Cannes 2012 e ultimo giorno del concorso.
Potrebbe essere arrivato un film che spariglia le carte e rimette in discussione il toto Palma che si sta accendendo in queste ore. Il film in questione è “Mud” di Jeff Nichols, autore dell’ottimo, ma da noi inedito, “Take Shelter” che lo scorso anno a Cannes vinse il Gran Premio della Settimana Internazionale della Critica.
“Mud” è la storia di un fuggiasco (Matthew McConaughey che presenta a Cannes il suo secondo film dopo “The Paperboy” di qualche giorno fa), aiutato da due ragazzini quattordicenni con cui stringe amicizia. Mud, il nome del fuggiasco, ha una lunga storia alle sue spalle, il cui punto nevralgico è rappresentato dalla complicata e contraddittoria storia d’amore con Jupiter (Reese Whiterspoon), la donna della sua vita che ha amato fin da ragazzo.
“Mud” è stato applaudito molto calorosamente dalla platea di Cannes e nelle ultime ore sta scalando rapidamente posizioni nell’immaginario palmares. Tra i film americani di questa edizione del Festival di Cannes, “Mud” è stato sicuramente il più apprezzato.
Oltre ai già citati Matthew McConaughey e Reese Whiterspoon, il cast di “Mud” può contare su un novero di attori di primissimo ordine che comprende Michael Shannon (già protagonista di “Take Shelter”), Sarah Paulson, Sam Shepard, Ray McKinnon, Joe Don Baker, Tye Sheridan, Paul Sparks e Dalton Gray.
L’esordio nel concorso ufficiale del Festival di Cannes è stata quindi una prova superata a pieni voti da Jeff Nichols che ora, più che mai, si presenta come uno dei nomi emergenti più interessanti del panorama cinematografico americano indipendente e non solo.
Questo quanto dichiarato da Jeff Nichols alla conferenza stampa di Cannes:
Un giorno mi trovavo nella biblioteca pubblica della mia città natale e ho trovato un libro di foto di persone che hanno trascorso la loro vita sul fiume Mississippi, con quelle case galleggianti che si vedono nel film e mi ha ispirato subito. Sono un grande fan di Mark Twain e ho pensato che un film contemporaneo – che riunisse tutte questi miti e leggende – era qualcosa che valeva la pena di fare, di esplorare. La storia d’amore? A dire il vero proprio nel periodo in cui ci stavo pensando la mia ragazza mi ha lasciato, avevo il cuore infranto e ho cominciato a pensare ai personaggi di questa storia e al momento in cui devono prendere atto dell’amore e venire a patti con la realtà di questo sentimento, che era esattamente quello che stavo facendo io al momento e ho cominciato a scrivere e a trasferire le mie emozioni nella storia. L’amore fa parte di noi sempre e specialmente per i ragazzi è qualcosa di molto intenso, questo non vuol dire che saranno più propensi a storie responsabili in futuro, soltanto che a quell’età è tutto più intenso, quando stai volando sei al massimo e quando sei giù è una tragedia e ho cercato di rendere questi sentimenti.
Il filo conduttore dell’intera vicenda è ovviamente l’amore romantico o forse l’amore non corrisposto e lo strumento migliore che avevo a mia disposizione per riunire tutte le storie in un’unica trama è il personaggio di Ellis. Ho scelto di mostrare la storia dal suo punto di vista, lui è praticamente ovunque, osserva e cerca disperatamente di capire questo sentimento e la scelta di riunire tutti i personaggi attraverso la sua particolare visione è stato il mezzo che mi ha permesso di non perdere le fila del racconto. E’ la storia di un ragazzo che è alla ricerca di un tipo di amore che sia suo, che ‘funzioni’ e purtroppo gli adulti che lo circondano non sono di buon esempio. Ma lui non si fa abbattere e se c’è una cosa che volevo che il pubblico portasse via con sè è questo: l’amore ci fa soffrire, ci maltratta ma riusciamo sempre a rimetterci in sesto e a inseguirlo nuovamente e questo mi sembra che valga la pena di essere raccontato.
Vedremo domani se “Mud” avrà convinto la Giuria di Cannes, presieduta da Nanni Moretti a rivedere il proprio palmares.
Al momento, pare che i favoriti per la vittoria finale siano “Amour” di Michael Haneke, “Beyond the hills” di Cristian Mungiu e “The Hunt” di Tomas Vintenberg.