Debutta proprio in questi istanti alla Mostra del Cinema di Venezia “E la vita continua“, cortometraggio diretto da Pino Quartullo con protagonisti Ricky Tognazzi, Francesco Pannofino, Emanuela Rossi, Pietro de Silva, Ludovico Fremont, Cesare Bocci, Laura Lattuada, Andrea Dianetti, Paolo Triestino e Saverio Deodato Dionisio.
Il film affronta un tema molto importante, quale la donazione degli organi e i trapianti, dura circa 20 minuti e si avvale anche della presenza delle musiche di Vasco Rossi, oltre che di Pivio & Aldo De Scalzi. Questa la sinossi:
Lorenzo, giovane laureato in filosofia, d’estate lavora come bagnino. Attilio è un noto attore che soffre di una grave patologia epatica. Le loro vite s’incrociano in modo tragico e meraviglioso allo stesso tempo, attraverso la donazione dell’organo del ragazzo improvvisamente scomparso a causa di un incidente con la moto.
Attraverso la sensibilizzazione che il migliore amico di Lorenzo, Adriano, giovane speaker radiofonico, mette in atto nei confronti della famiglia, inizialmente contraria, e al lavoro del personale NIT, che coordina i trapianti nel nostro Paese da ormai 40 anni con risultati eccellenti, i familiari di Lorenzo acconsentono alla donazione degli organi. Grazie a questo gesto generoso, Attilio dopo una estenuante attesa, sempre sostenuto dalla moglie Giovanna e dal figlio Sandro, torna a vivere e a regalare al pubblico la sua arte e alla sua famiglia la passione per la vita. Nel tramonto di Lorenzo, c’è una nuova alba per Attilio, che lo fa sopravvivere eternamente grato a chi ha compiuto un gesto che regala la vita, la donazione degli organi.
Vi lasciamo alle parole del regista e alle immagini del film, in attesa di sapere che riscontri avrà alla Mostra del Cinema di Venezia.
Ho individuato un importante elemento di partenza su cui lavorare: una grande generosità che non riesce ad esprimersi, la vocazione non realizzata di un giovane che vorrebbe salvare delle vite. Sono nato e vissuto in una città di mare e immediatamente ho intravisto la figura di un simpatico bagnino che ha il rimpianto di non essere mai riuscito a salvare nessun bagnante. L’anima di un golden retriever inespressa. L’errore fatale del ragazzo di non indossare il casco mentre guida la sua moto, lo porta inconsciamente a realizzare questa sua vocazione: in seguito ad un tragico incidente, il suo fegato salverà la vita di un altro uomo. Il combattimento dei sentimenti dei genitori del ragazzo-donatore, attaccato al
respiratore sembra ancora in vita, è una realtà molto frequente nei nostri ospedali e descriverla è materia assai delicata. Ho usato la voce off del giovane bagnino come guida narrativa del racconto, per alleggerire i momenti più drammatici e informativi della storia, cercando di rendere più quotidiane e reali le situazioni, senza mai diminuire la valenza “toccante” dei fatti.