Ormai uscito dall’ipersonno mediatico a cui ha abituato un po’ tutti, affermando che preferisce lavorare, il regista che ha da poco perso il fratello Tony, torna a parlare dei suoi lavori. A pochi giorni dalle ultime rivelazioni di Ridley Scott sui progetti ambientati negli universi narrativi di “Prometheus” e “Blade runner“, in occasione dell’uscita in DVD, Blu-ray e Blu-ray 3D del successo planetario “Prometheus“, il regista ha aggiunto nuove rivelazioni riguardo le sue intenzioni. In particolare riguardo al progetto, tanto temuto quanto atteso ambientato nel mondo fumoso, cyberpunk e pieno zeppo di replicanti e macchine volanti di “Blade runner“, il regista si è detto veramente impegnatissimo, facendo un parallelismo con il lavoro creativo adoperato anche per “Prometheus“. Riportiamo di seguito le sue dichiarazioni.
Sono davvero preso dal lavoro su “Blade runner” in questo momento. Parti da un foglio bianco e devi iniziare ad evolvere. A volte cammini in questa giungla di specchi e niente ha alcun senso. Poi, di tanto in tanto, due più due fa quattro e pensi “Oh questo va bene” e lo segni. E’ una serie di piccoli passi. (“paving stones” in originale n.d.a.)
Avendo dato quindi la conferma definitiva sui lavori per il progetto ancora senza un nome nemmeno provvisorio, Ridley Scott ha voluto chiarire alcune scelte in “Prometheus“, in particolare quella di mostrare un Peter Weyland decrepito (un truccatissimo Guy Pearce).
Avevo tutte le intenzioni di mostrarlo in versione giovane, su un super yacht nel Cyber-Mediterraneo, circondato da un sacco di cyber-ragazze. Come avrebbe detto lui stesso a 96 anni, “Se dovessi entrare in un cyber-sogno, potendo scegliere, sarei io ai miei 42 anni con un po’ di super ragazze a divertirmi per due anni e mezzo.”
Che dire, le premesse per farci mostrare altre meraviglie ci sono tutte, nonostante il progetto sia molto mal visto dalla maggior parte dei fan sia del franchise di “Alien” che da quelli di “Blade runner“. Quest’ultimo in particolare è oggetto di un vero e proprio culto da parte degli appassionati, che non solo temono di vedere stravolto il loro classico preferito, ma di dover fronteggiare la deriva culturale che il mondo fantascientifico immaginato da P. K. Dick potrebbe prendere. Ma è anche vero che, come dimostrato da “Prometheus“, non tutte le novità vengono per nuocere, anzi.