“Immortals” è la pellicola del 2011 del regista Tarsem Singh (“The cell“, “The fall“) già diventata piccolo oggetto di culto fra gli appassionati di cinema. Concepito come primo capitolo di una saga, la storia non ha avuto un prosieguo a casa della risposta non eccezionale del pubblico al botteghino, che è rimasto perplesso di fronte ad un film erroneamente presentato come il nuovo “300“. Con il film di Zack Snyder “Immortals” ha veramente poco a che fare e non perché meglio o peggio, ma piuttosto perché appartenenti a due visioni completamente differenti.
Intanto “300” è tratto dall’opera fumettistica omonima di Frank Miller, mentre il film di Singh è un lavoro originale, seppur basato sulla (non troppo) nota vicenda dei Titani e di Teseo. La storia narra di come gli immortali, prima della venuta dell’uomo si siano battuti per il predominio. I vincitori, autoproclamatisi Dei presero posto in cielo, confinando gli sconfitti, da quel momento chiamati Titani, nella prigione del Tartaro. Durante la guerra, una potentissima arma divina, l’Arco di Epiro, fu smarrita ed il re Iperione (Mickey Rourke) lo cerca disperatamente. E’ nelle sue intenzioni, infatti usarlo per liberare i Titani dalla loro prigionia e scatenare una nuova guerra fra gli immortali, per vendicarsi della morte dei suoi familiari.
Fra lui ed il raggiungimento del suo scopo si pone Teseo (Henry Cavill) che Zeus stesso ha educato sotto le mentite spoglie di un vecchio, per far sì che al momento giusto, Teseo scegliesse di diventare un eroe. Seppur disprezzato, Teseo combatte dapprima per vendicare la morte della madre per mano di Iperione e poi perché resosi conto che c’è molto di più per cui combattere, che la vendetta.
Tarsem Singh confeziona uno splendido affresco, psichedelico e disturbante, ma è facile intuire le motivazioni dello scarso successo al botteghino. Abituato a ben altre strutture narrative ed a visioni più note, il pubblico americano non ha avuto a disposizione, in particolare, i mezzi culturali (ovvi per i popoli del Mediterraneo) per comprendere una storia più simile alle originali tragedie greche che non ai film d’azione in costume come “300” o “Scontro fra titani”. La crudezza delle vicende, in alcuni punti del film (la nota punizione del traditore, le sorelle dell’oracolo nel ventre del toro di bronzo), sono state accettate con difficoltà dal grande pubblico o non sono state accettate affatto. Ed è un vero peccato.
La pellicola si muove bene, non accusando particolari momenti di stanca ed è generosa di invenzioni visive molto suggestive ed emozionanti. I particolari sono curatissimi e, sebbene di fantasia, sono inseriti nel contesto con gusto e rispetto, offrendo alla storia ed ai luoghi, così come ai personaggi, una interpretazione e non uno stravolgimento. Le musiche si fondono perfettamente ad uno spettacolo visivo affascinante e coinvolgente, mentre il cast (pur sempre capace) è oscurato da un Mickey Rourke tanto crudele quanto irresistibile.
Davvero una tristezza, che non sia stato apprezzato come meritava, ma fortunatamente un nucleo di appassionati ne ha fatto oggetto di interesse fin da subito, chiedendo anche in diverse occasioni che avesse un seguito. Uno splendido film, in conclusione, particolarissimo e che, siamo certi, saprà conquistarsi ancora più fama underground con il passare del tempo. Mitico.
Voto:
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