Il timore che negli ultimi mesi aveva più preoccupato tutti gli appassionati era stato principalmente uno. Che questa nuovo progetto di Peter Jackson ambientato nel mondo de “Il signore degli anelli” avrebbe potuto pagare troppo alto il prezzo della volontà della produzione di farne una trilogia anziché un capitolo doppio, come era stato deciso all’inizio. La paura era nata, principalmente, proprio all’annuncio di diversi mesi fa che il materiale sarebbe stato suddiviso in tre capitoli, fondamentalmente per ragioni economiche. Ieri, con la migliore compagnia che potessi desiderare, sono andato a vedere “Lo Hobbit: Un viaggio inaspettato” e posso dirvi che potete stare tranquilli. E’ un film stupendo.
Concepito come un racconto, le avventure di Bilbo Baggins, che suo malgrado si ritrova ad essere il quattordicesimo membro di una colorita compagnia di nani (con lo stregone Gandalf a capo) ed entriamo in questa avventura attraverso le sue parole. Calmo e pacifico, nonostante la sua indole lo spinga ad essere più sognatore e curioso di uno Hobbit medio, Bilbo inizialmente rifiuta di unirsi alla compagnia di rumorosissimi ed irresistibili nani in qualità di scassinatore. Ma poco dopo cambia idea, nella sua casa ormai vuota (la compagnia è ripartita) sul suo volto, quello del bravissimo Martin Freeman, si legge chiaramente che quella tranquillità non gli basta.
La locandina de “Lo Hobbit: Un viaggio inaspettato”Parte allora con questa strana compagnia alla volta di questa grande avventura, che se andrà a buon fine, renderà ai nani capitanati dal legittimo erede al trono Thorin Scudodiquercia (Richard Armitage) la loro patria perduta. Il terrificante Drago Smaug ha infatti invaso anni prima la città di Erebor dove il re dei nani aveva ammassato una enorme quantità di tesori, insieme ad un gioiello molto particolare, il Cuore della Montagna. Ma il viaggio, più arduo di quanto tutti i protagonisti credevano, li porterà ad affrontare enormi pericoli e come spesso accade, la salvezza risiederà nella più improbabile delle creature.
Meravigliosamente realizzato, “Lo Hobbit: Un viaggio inaspettato” è un film di quasi tre ore che vola via in un lampo, che intrattiene e diverte e distribuisce emozionanti avventure e sorprese a piene mani. Si nota l’impronta, specie nell’aspetto di alcune creature, di Guillermo del Toro, impronta che non solo non stona affatto, ma che arricchisce con un particolare sapore luoghi così familiari. Le interpretazioni sono tutte estremamente riuscite e bisogna ammettere che Sir Ian McKellen (Gandalf) e ancora di più Christopher Lee (Saruman) danno ancora lezione di stile e parecchi punti a tutti.
Convince assolutamente Martin Freeman nel ruolo di Bilbo, almeno quanto l’intero cast dei 13 nani che risultano tanto divertenti e simpatici, quanto seri ed emozionanti. La tanto temuta CGI non solo è ben realizzata, ma non è neanche invasiva come era stato preannunciato, anzi al contrario, risulta ben utilizzata in un comparto tecnico che fra 3D e 48 fotogrammi al secondo, ha davvero alzato l’asticella.
Una precisazione. “Lo Hobbit: Un viaggio inaspettato” non è “Il signore degli anelli“. Ci sono molti dei personaggi che conosciamo e amiamo, i fatti avvengono in molti dei luoghi che ci sono così familiari, ma la storia è un’altra. Avviene prima dei fatti relativi alla precedente trilogia, in un periodo meno oscuro e terribile. Quest’ultimo fatto non è da prendere alla leggera. In questa trilogia, assistiamo ai preparativi che il male opera prima di scatenarsi alla ricerca dell’Unico Anello nella trilogia che già conosciamo, un contrappunto narrativo che è inestricabilmente intrecciato con le vicende dei nostri. Tentare paragoni è inutile e rischia di rovinare una altrimenti bellissima esperienza. Andate a vederlo, sciocchi!
Voto:
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