A 94 anni si è spento Giulio Andreotti, uno dei personaggi politici più importanti e controversi della storia d’Italia.
Presente sulla scena politica fin dal secondo dopoguerra, era tra i membri dell’Assemblea Costituente quando il nostro Paese ebbe una costituzione democratica dopo l’incubo del fascismo e della Seconda Guerra Mondiale. Tra i principali esponenti della Democrazia Cristiana, Andreotti nel corso della sua lunga vita è stato Presidente del Consiglio per sette volte, per otto Ministro della Difesa e cinque Ministro degli Esteri, solo per citare alcune delle cariche che ha rivestito nel corso degli anni.
Come già detto, la figura di Giulio Andreotti è sempre stata molto controversa e nemmeno per lui sono mancati i problemi con la legge, soprattutto per il legame con Cosa Nostra per il quale è stato sottoposto a giudizio per associazione a delinquere, è stato coinvolto nell’omicidio Pecorelli, il giornalista e direttore del giornale Osservatorio Politico, ma si è parlato anche di altri tipi di coinvolgimenti, oltre che con la mafia anche con la P2 e la Chiesa Cattolica.
Una figura così controversa e misteriosa, ha sempre suscitato molta attenzione. Giulio Andreotti era un uomo dal carattere particolare, che nel corso della vita si è guadagnato anche diversi soprannomi: i socialisti lo chiamavano Belzebù, ma i nomi erano tanti e tra questi anche Zio Giulio e Il Divo. Quest’ultimo è il soprannome che dà anche il titolo al film di Paolo Sorrentino, nel quale assistiamo ad un’interpretazione superba di Toni Servillo, che veste appunto i panni di Andreotti.
Datato 2008, il film ha ottenuto numerosi riconoscimenti ed è sicuramente una delle migliori pellicole italiane prodotte negli ultimi dieci anni, il lavoro di Servillo è impeccabile e la figura di Andreotti rimane avvolta in quell’alone di mistero che l’ha sempre contraddistinta. E’ con il monologo del film che lo ricordiamo oggi, i suoi funerali si terranno domani a Roma, nel pomeriggio.
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