World War Z è l’adattamento cinematografico diretto da Marc Forster e interpretato da Brad Pitt, dell’omonimo apocalittico romanzo di Max Brooks.
Ennesima pellicola del filone zombie, una vera e propria ossessione rinvigorita dallo strepitoso successo della serie “The Walking Dead”, “World War Z” ci propone dei “non morti” che si avvicinano più al modello Boyle (“28 giorni dopo”, con zombie feroci e veloci) che a quello di riferimento romeriano. Nel cast oltre alla “star” Brad Pitt (interessante notare come soprattutto nell’ultimo anno diverse stelle di Hollywood- basti pensare alla Jessica Chastain in La madre – abbiano deciso di avventurarsi in un genere che nel passato veniva considerato di Serie B), Mireille Enos, James Badge Dale, David Morse e il nostro Pierfrancesco Favino.
Trama
Gerry è un ex impiegato delle Nazioni Unite, ora tranquillamente trasformatosi in un affabile e amorevole “casalingo”. Una mattina, mentre percorre insieme alle figlie e alla moglie le trafficate strade di Phildadelphia, scoppia il finimondo: una gigantesca pandemia, tenuta nascosta fino all’ultimo, ha trasformato gli umani in morti viventi mettendo gli Stati Uniti e il resto del Mondo in ginocchio. Gerry sarà nuovamente “arruolato”, dietro una “effimera” promessa governativa di salvezza della sua famiglia, per scortare un talentuoso virologo in Corea del Sud alla ricerca di notizie sulle origini dell’infezione, nella speranza di poter elaborare un vaccino che possa salvare il genere umano.
Recensione
Negli ultimi giorni è stata diffusa in rete una notizia sul possibile finale alternativo di “World War Z” completamente in antitesi con quello messo poi in scena da Forster. Ecco, vogliamo partire da questa informazione e dagli ultimi trenta minuti del film per sostenere che probabilmente i continui cambi di sceneggiatori e sceneggiature non ha hanno certo giovato alla fluidità della pellicola. Eppure, fino ad allora, “World War Z” aveva tentato di non stravolgere completamente la letteratura zombie di riferimento nonostante percorra una strada più tortuosa avvicinandosi al filone dei disaster movie. E questo può far storcere il naso come l’idea di far combattere a un uomo una guerra mondiale lasciandolo immune da morsi, spari e – addirittura – incidenti aerei cospargendolo di immortalità e regalando alla pellicola epicità ma allo stesso tempo una diffusa e furba drammaticità famigliare.
Visivamente “World War Z” è, invece, un piacere per gli occhi, là dove viene dimenticata la mancanza di coerenza e qualche incomprensione a livello di script, ci si può immergere in una gigantesca invasione di non morti che raggiunge il culmine con il mastodontico attacco alla città di Gerusalemme, considerata l’ultima roccaforte umana. Anche -e soprattutto – la colonna sonora contribuisce a creare un ritmo tutto sommato piacevole che però lentamente e inesorabilmente conduce a un deragliamento dagli stilemi horror con la Guerra Mondiale che diventa contorno della portata forte con protagonista l’eroe che compie azioni al limite- e oltre – delle possibilità umane solo per potersi ricongiungere con la famiglia.
Un altro capitolo del Manuale cinematografico di sopravvivenza dagli Zombie è stato quindi scritto e reso disponibile per tutti visto che appare evidente la rinuncia a truculenti gesta sanguinose e cannibali per evitare una fastidiosa – economicamente parlando – censura.
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