In attesa della release il prossimo 19 settembre, parliamo ancora una volta di “Rush“, il film diretto da Ron Howard con protagonisti James Hunt e Niki Lauda, interpretati rispettivamente da Chris Hemsworth e Daniel Brühl.
Il regista premio Oscar Ron Howard, ex stella dei bei tempi di “Happy Days”, ha rilasciato un’intervista a Rolling Stone in cui parla dell’idea del suo film, della sceneggiatura di Peter Morgan e anche dell’incontro con Pierfrancesco Favino, uno dei pochi attori italiani che siano riusciti a ritagliarsi uno spazio nel cinema hollywoodiano e che in “Rush” interpreta Clay Regazzoni.
Ron Howard ha spiegato la formula che sta alla base della storia raccontata in “Rush“, che arriverà nelle sale italiane il 19 settembre.
Per quanto siano importanti le individualità, credo che questa interpretazione sia molto interessante. Durante la lavorazione, Peter Morgan è stato attratto dalla rivalità fra due caratteri a loro modo straripanti. E credo che la crescita dei due personaggi, a prescindere da un’amicizia più o meno vera, si basi proprio sulla loro connessione. Per me Rush racconta di quanto lontano si sia disposti a correre per riempire i propri vuoti e per diventare quello che si è sempre sognato di essere.
Nel suo film, il regista racconta un’epoca della Formula 1 che non tornerà più e che si è contraddistinta per alcune peculiarità:
Vero, ma come Hunt nemmeno lui era un brand, cosa invece comune ai piloti odierni. Negli anni ’70, mossi dall’incendio culturale del rock&roll, si parlava liberamente durante le interviste, si voleva fottere l’establishment, vestirsi senza restrizioni, esprimere se stessi. Poi è successo che tutti quegli impeti eversivi si sono rivelati un sacco lucrosi. Persone che avevano rappresentato gli ideali più radicali, anche alla luce delle conseguenze funeste di certi eccessi, hanno cominciato a dirsi: ma perché dovrei fare la fine di Belushi senza godermi la montagna di soldi che sto facendo? Ecco, Rush racconta gli anni appena precedenti: l’ultima epoca davvero ingenua.
Ron Howard ha parlato anche di un attore noto al pubblico italiano, che troveremo anche in “Rush”:
Mi appartiene di più l’atteggiamento di Lauda, ma spero con tutto me stesso di avere un po’ di Hunt, da qualche parte. Piuttosto, che mi dici di Pierfrancesco Favino. È chiaro quanto apprezzo il suo lavoro? Me lo consigliò Spike Lee, e devo ancora ringraziarlo per questo.