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La Religiosa: la recensione

Tratto dal romanzo postumo di Denis Diderot,La religiosa” ci porta in Francia, nella seconda metà del Settecento, all’interno dei conventi, analizzando i metodi della religione cattolica di allora da vicino.

Diretto da Guillaume Nicloux, il film è già stato presentato al Festival di Berlino ed uscirà in Italia il 5 settembre. La protagonista di questa storia è Suzanne Simonin (Pauline Etienne), costretta dal padre a rinchiudersi in convento per poi scoprire di esserne la figlia illegittima e di dover scontare le pene di una madre fedifraga. Ma Suzanne non riesce ad avvertire la sua vocazione, lo ammette con grande onestà, aspettandosi una pietà tanto decantata dal mondo ecclesiastico, che ai suoi occhi si rivela invece spietato e sadico.

La religiosa - Pauline Etienne
La religiosa – Pauline Etienne

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La religiosa” sembra seguire il filo della legge di Murphy per buona parte del film, ovvero: se una cosa può andare peggio, sicuramente lo farà. La nostra Suzanne si ritrova rinchiusa in un convento contro la sua volontà, riesce a trovare un minimo di consolazione grazie alla madre superiora. Ma dopo la morte di quest’ultima, Suzanne si ritrova nuovamente spiazzata e penalizzata dal suo stesso senso di ribellione: è una ragazzina innocente e fin troppo sincera, che non riesce a mentire davanti a Dio ed ammette candidamente di non voler prendere i voti. Questo scatena le ire di una sadica madre superiora, interpretata da Louise Bourgoin, che cercherà di farle cambiare idea con metodi poco ortodossi. Nonostante le sevizie, Suzanne riesce ancora a ribellarsi e a trovare una via di fuga verso un altro convento, dove incontra nuovamente una madre superiora amorevole nei suoi confronti (Isabelle Huppert). Ma la ragazza presto scopre nuovi drammi, la presenza di una madre superiora fin troppo affettuosa e possessiva.

Guillaume Nicloux racconta senza fronzoli il grande dramma della giovane Suzanne, mettendo in evidenza il suo spirito di ribellione, un tratto insolito per i tempi in cui si svolge la storia, cercando di non scadere in luoghi comuni che, purtroppo, sono però inevitabili. La ragazza decide di scontrarsi con tutto e tutti pur di ottenere la sua libertà, il lieto fine appare scontato e voluto. Dopo la prima metà del film il ritmo degli eventi cambia completamente, fino ad arrivare ad una conclusione un po’ troppo affrettata, assistendo anche ad un cambio di toni. Nella prima parte, infatti, vediamo la reclusione di Suzanne, le sevizie che subisce, tutta la sua sofferenza trapassa lo schermo e arriva dritta allo spettatore, grazie anche all’interpretazione della giovane promessa Pauline Etienne. Nella seconda parte il processo, anche per via dei tempi altrimenti troppo prolungati, si velocizza e il dramma viene spinto al limite, fino ad essere travolto da momenti grotteschi, quelli che vedono protagonista Isabelle Huppert. Sebbene sia una delle migliori attrici in circolazione, il suo personaggio sembra fin troppo caricaturale, forzato, lasciando perdere un po’ di credibilità alla pellicola. L’intento de “La religiosa” non è solo quello di raccontare la storia di Suzanne, ma anche quello di raccontare una Chiesa ben distante dai principi da essa stessa professati. Rischia di finire in caricatura anche Louise Bourgoin, suora sadica e vendicativa, ma dal volto troppo sensuale per risultare credibile nei panni di una suora del Settecento, camuffato con scarsi risultati sotto l’abito monacale.

La religiosa - Pauline Etienne e Isabelle Huppert
La religiosa – Pauline Etienne e Isabelle Huppert

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La vera rivelazione del film rimane la protagonista principale, apprezzabile è il lavoro di Guillaume Nicloux, che non ha voluto costruire un’opera basata su effetti stupefacenti, scene eccessivamente costruite, ha mantenuto un’ambientazione povera come contorno di una storia dagli ideali moderni. Inevitabile pensarlo, le idee di Suzanne (che, ricordiamo, ha solo 16 anni) sono moderniste, la sua opposizione all’oppressione del cattolicesimo riflette quello che era, almeno in parte, il pensiero di colui che ha creato il suo personaggio, quel Diderot che portò il suo pensiero fino all’ateismo.

 

IL NOSTRO PARERE IN BREVE

Apprezzabile - La giovane promessa Pauline Etienne protagonista di un'opera che a tratti perde di credibilità e che racconta un crescendo di sofferenze infinite.

PANORAMICA RECENSIONE

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